Omelia di San Giovanni Bosco
|San Giovanni Bosco – 31 gennaio 2020 – Patorno del nostro Oratorio – 4 SGUARDI CON DON BOSCO – Cosa ci dice la festa del patrono del nostro oratorio, San Giovanni Bosco, oggi, alla luce di queste letture? Ognuno di noi può dare la sua risposta. Ve ne offro alcune…
Un primo sguardo va alla prima lettura. Il dato che risalta di più è lo stile di Dio che non sceglie secondo L’ASPETTO o LA STATURA, e così scarta i primi 7 figli di ELIAB e sceglie DAVIDE, il più piccolo, tanto che nemmeno si erano preoccupati di farlo venire a casa. Era il più piccolo e tutto sommato il meno adatto secondo i criteri intuibili, per la scelta di un condottiero – quello doveva essere e quello sarà, tra l’altro – e cioè: FULVO, CON BEGLI OCCHI E BELLO DI ASPETTO, al massimo è una descrizione estetica adatta a ben altri compiti o destini. Ma IL SIGNORE VEDE IL CUORE.
Ecco allora per noi, operatori dell’ORATORIO, una prima indicazione: CERCHIAMO DI GUARDARE IL CUORE DEI PICCOLI. L’oratorio è innanzitutto “casa dei piccoli” dei quali dobbiamo vedere il cuore. Tutti: bambini, giovani, adulti, anziani.
Preghiamo San Giovanni Bosco, perché interceda per noi il Signore e ci aiuti a vedere i piccoli, i nascosti, quelli che di solito non vediamo.
Un secondo sguardo lo possiamo avere dal Vangelo. Anche qui ci sono dei piccoli che ordinariamente erano esclusi e GESU’ rompe lo schema accogliendoli: LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, NON GLIELO IMPEDITE. E aggiunge una indicazione ulteriore, interessante: A CHI E’ COME LORO APPARTIENE IL REGNO DI DIO. Non solo dobbiamo accogliere i piccoli perché sono piccoli, ma anche perché essi sono “Vangelo”, buona notizia, ci mostrano la strada che è quella di ACCOGLIERE IL REGNO COME LORO. E come lo accolgono? Loro si fidano. L’oratorio dunque come luogo dove imparare, noi grandi che ci mettiamo a servizio, la fiducia, il fidarci. Non solo un servizio da dare, ma un dono da ricevere.
Aiutaci con la tua intercessione, San Giovanni Bosco, ad accogliere i piccoli e a imparare da loro la strada che porta a Dio.
Il terzo sguardo dunque alla Chiesa, in particolare Parrocchia e Collaborazione. Siamo impegnati da una parte a vivere 3 attenzioni stimolate da 3 segni: dare speranza, vivere la comunione, essere attenti allo Spirito che ci parla. Forse siamo stati finora attenti ai 3 segni (borsa della spesa, l’animazione comune delle 3 domeniche, la preghiera comunitaria), utili, ma non altrettanto alle attenzioni (il dito e non la luna). Chiediamoci dunque quanto il nostro oratorio parla e mostra speranza, comunione e attenzione allo Spirito…
E poi nella nostra Collaborazione ci verrà chiesto di dare concretezza alla scelta di “incentivare stili di vita maggiormente evangelici”. Come fare? (PS: vi aspettano o l’8 o il 16 a Rustega!).
Chiediamo a don Bosco che preghi per noi, affinché sappiamo essere anche attraverso l’oratorio e il servizio in esso e attraverso esso, annunciatori di speranza, di comunione, capaci di leggere l’agire dello Spirito nell’oggi e capaci di rinnovare il proprio stile di vita in direzione più evangelica.
Quarto sguardo, al mondo. In questi giorni abbiamo tutti gli occhi puntati in Cina e all’epidemia del “coronavirus” e mentre un brivido di paura ci scorre sulla schiena, più o meno motivato, dovrebbero sorgerci delle domande da cristiani, da credenti, come in oratorio dovremo essere. Riguardo la debolezza e la fragilità umana innanzitutto, i facili rischi di razzismo che nasce sempre dalla paura del diverso in secondo luogo, la ricchezza delle nostre dotazioni mediche che non sono alla portata di tutti nel mondo… Quanto siamo lontani dal sentirci ed essere davvero tutti fratelli in questo mondo. Quanto dobbiamo ancora camminare per rispettare la natura e i nostri limiti. Quanto il nostro oratorio debba ricordare anche attraverso la cronaca il suo compito di essere luogo aperto a tutti, luogo di umanizzazione, luogo dove il servizio gratuito mentre ci permette di accogliere tutti, ci fa più cristiani noi.
San Giovanni Bosco, invochiamo la tua intercessione per la Cina e ti preghiamo per tutti gli uomini e le donne: la nostra fede unisca e non divida, la nostra fede anche con l’oratorio, proponga un mondo unito e non diviso, aperto e non chiuso, più giusto e non ingiusto.