Omelia Notte di Natale 2015

NOTTE DI NATALE 2015

UN BAMBINO STRANO: IL SALVATORE

In punta di piedi, proprio come quando si entra nella stanza di un bambino piccolo (molti di voi hanno vissuto questa esperienza) entriamo questa notte nell’umilissima stanza di GESU’ BAMBINO.

In punta di piedi perché è un bambino, certo speciale, ma sempre bambino. In punta di piedisoprattutto per umiltà: per quello che Lui rappresenta ed è veramente, che lo sappiamo o no, noi non lo meritiamo, non ne siamo degni, non ci rendiamo veramente conto di cosa stiamo facendo, di cosa sta accadendo, di quello che è accaduto 2000 anni fa, quando CESARE AUGUSTO ORDINO’ IL CENSIMENTO DI TUTTA LA TERRA E QUIRINIO ERA GOVERNATORE DELLLA SIRIA, quando GIUSEPPE E MARIA DA NAZARET IN GALILEA SCENDONO A BETLEMME IN GIUDEA…

Cosa è accaduto tanti anni fa? Cosa succede oggi? Perché siamo qui? Noi che facciamo fatica a volte a venire a Messa alla domenica mattina, ci siamo messi in strada per venire a Messa di notte, tra un giovedì e un venerdì. Perché siamo qui? Cosa cerchiamo? Cosa desideriamo? Cosa è veramente accaduto quella notte misteriosa? Cosa ha da dirci oggi quel bambino nato così tanti secoli fa?

 

Si, è lontano, nel tempo e nella storia, ma è anche molto vicino. Quel BAMBINO, FIGLIO PRIMOGENITO DI MARIA, AVVOLTO IN FASCE E DEPOSTO IN UNA MANGIATOIA PERCHE’ NON C’ERA POSTO PER LORO NELL’ALLOGGIO: era la stanza del caravanserraglio, dove c’erano le persone, tante persone quei giorni a causa del censimento, tanto che MARIA E GIUSEPPE si sistemano nella parte destinata agli animali.

E’ lontano nei tempi, siamo 2000 anni fa, è lontano nei modi, siamo in una stalla, non siamo in una sala parto e non siamo nelle comode camerette preparate di tutto punto per i nostri bambini.

Eppure è vicino. E’ vicino perché la nascita di un bambino è qualcosa che ci riguarda tutti, un giorno è accaduto anche a noi di nascere.

E’ vicino perché bambini sfortunati che non hanno camerette belle e tutte arredate e riscaldate ce ne sono tanti, troppi ancora oggi, certamente in tanti posti del mondo, ma anche in tanti condomini vecchi, o abitazioni poco decorose che ancora ci sono nelle nostre periferie e nei nostri centri storici e noi ci sforziamo di non vederli, di non pensarci.

E’ vicino perché la SIRIA citata nel Vangelo ci è entrata nella cronaca dei telegiornali e della paura da almeno un paio d’anni, con il suo carico di morte e le nascoste manovre dei potenti, che allora come oggi fanno i loro interessi senza rendere conto a nessuno.

E’ vicino perché li è accaduto qualcosa, è nato qualcuno che ci riguarda, che ci tocca, che ci parla. Si, quel BAMBINO ci riguarda, ci tocca, ci parla. Quello che l’ANGELO dice ai PASTORI: NON TEMETE, ECCO, VI ANNUNCIO UNA GRANDE GIOIA, CHE SARA’ DI TUTTO IL POPOLO: OGGI NELLA CITTA’ DI DAVIDE, E’ NATO PER VOI UN SALVATORE, CHE E’ CRISTO SIGNORE.

Sono parole antiche, eppure ci riguardano, ci toccano, ci parlano. Non le capiamo fino in fondo, anzi ci siamo certo anche un poco abituati, ma c’è una forza, come un magnetismo misterioso e strano che ogni anno ci porta qui questa notte, che ci spinge a battezzare i nostri bambini, a portarli a catechismo, a chiedere per loro i sacramenti, quando per noi adulti tutto sommato sono segni di cui ci siamo dimenticati il significato profondo tanto che i nostri giovani (e forse anche noi adulti), non li viviamo più; in quanti ci siamo confessati in questi giorni? Chi si sposa più in chiesa? Chi viene a Messa regolarmente?… Eppure siamo qui. Perché? Per chi?

 

Questa Chiesa così strana, piena di santi e di peccatori, dove c’è posto per Papa Francesco e Madre Teresa, ma anche per il card. Bertone e lo IOR; dove c’è il Vaticano e la basilica di San Pietro, ma anche le nostre parrocchie con i tanti gruppi, il catechismo, le Messe, la carità, il volontariato…questa Chiesa continua senza stancarsi a predicare qualcosa, anzi QUALCUNO che ci affascina e ci attira, ci riguarda, ci tocca e ci parla. E questo qualcuno continua a servirsi di questa Chiesa santa e peccatrice, per farsi conoscere, a suo rischio e pericolo…

O si, GESU’ non è solo un bambino, è IL SALVATORE, E’ IL NOSTRO SALVATORE, E’ IL NOSTRO SIGNORE, E’ IL NOSTRO DIO. Nella sua nascita è accaduto qualcosa di nuovo. Qualcosa che è partito dalla periferia più lontana di un impero grande allora, ma oggi sparito. E quella nascita invece non si è sparita. Quel bambino non era e non è come gli altri. Quel bambino non è sparito nel buio della storia polverosa dei libri.

Quel bambino è vivo. E’ vivo è parla ancora oggi. Non piange ma parla, urla e dice: MISERICORDIA, MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI… HA DATO SE STESSO PER NOI dice San Paolo nella seconda lettura. Il Natale è così. E’ un atto di fiducia di Dio per noi, per il mondo. Da 2000 anni, per sempre. Instancabile, ottimista, testardamente ottimista nonostante tutto, nonostante noi. BUON NATALE. Forse non sappiamo perché, ma a Lui non importa tanto. BUON NATALE per quel bambino strano e unico: Lui ti cambia la vita, se vuoi…