Omelia Epifania 2016

EPIFANIA 2016

 

COSA RESTA DEL NATALE?

 

Siamo quasi alla fine del tempo liturgico del Natale, la Festa dell’Epifania ci spinge fuori doppiamente:

·        Usciamo dal Natale perché questa festa ne decreta la conclusione cronologica.

·        Ne usciamo perché questa festa ci spinge oltre, ci invita a non tenere il tesoro per noi ma a condividerlo.

LE GENTI SONO CHAMATE IN CRISTO GESÙ A CONDVIDERE LA STESSA EREDITÀ ci ricorda San Paolo nellaseconda lettura, quando parla agli Efesini.

CAMMNERANNO LE GENTI ALLA TUA LUCE ci ricordava invece Isaia nella prima lettura.

E i MAGI che VENNERO DA ORIENTE PER ADORARE IL BAMBINO pure ce lo ricordano nel Vangelo.

 

Il Natale, pur essendo festa di famiglia e da trascorrere in famiglia, secondo una certa tradizione, in realtà nasconde una forza, unaspinta, un invio missionario indispensabile, necessario, contenuto nel nome stesso della festa di oggi: EPIFANIA che significamanifestazione. Dunque:

·        Dove ci ha portato il nostro Natale? E dove ci sta portando il nostro Natale?

·        La GIOIA GRANDISSMA che fu dei Magi ci ha raggiunto? Ne abbiamo fatto esperienza?

È la gioia del Natale, è la gioia della fede. È la gioia di chi ha fatto una scoperta grande. Una STELLA oltre le stelle. Una STELLA che ti dice che le stelle da sole non bastano. Chi pensa di accontentarsi delle proprie stelle, delle proprie conoscenze, dei propri beni, delle proprie ricchezze, si sbaglia, si sbaglia di grosso.

I MAGI lo hanno capito. ERODE non lo ha capito.

·        Noi a chi assomigliamo di più?

 

Diceva Carlo Carretto, sono di ritorno da Spello dove mi è stata data questa sua massima: “Se credere è difficile, non credere è morte certa. Se sperare contro ogni speranza è eroico, il non sperare è angoscia mortale. Se amare ti costa il sangue, non amare è inferno“.

ERODE ha preferito la morte, l’angoscia, l’inferno rifiutando il messaggio del Natale, il messaggio che quel bambino speciale è venuto a portare, un messaggio di fiducia, speranza e amore.

I MAGI accettarono la sfida per cercare una vita più grande, rinunciando alle loro stelle in favore di una STELLA nuova, inattesa è sorprendente che invitava a credere, sperare, amare.

·        NOI invece cosa abbiamo ricevuto o cosa abbiamo donato in questo Natale?

Regali di morte, perché fini a se stessi, inutili come il gesto sterile che li ha generati quando non cerca e dona legami, non cerca e dona condivisone, non cerca e dona relazione, non cerca e dona amore.

Oppure regali di vita, perché frutto di vera gratuità, perché aperti al dono di sé, capaci di legami veri, coinvolgenti, nati dall’amoree orientati all’amore.

 

·        Delle polemiche sul presepio, cosa resta? Delle nostre liturgie cosa resta? Della Messa della Notte di Natale cosa resta? Dei botti di fine anno cosa resta? Di Babbo Natale e della Befana cosa resta?

 

Se nel cuore c’è un po’ di fede. Se nell’anima c’è un po’ di speranza. Se nei fratelli che incontro, ho seminato un po’ d’amore, … a bianchi, neri o meticci, italiani, padani o stranieri, regolari, irregolari, rifugiati politici o rifugiati economici, mariti o mogli, figli o genitori, operai o imprenditori, politici o semplici cittadini… ebbene se ho seminato un poco d’amore, allora il Natale rimane, non è stato invano. Non passa come una vetrina da svuotare e rifare, ma come un’opera d’arte che è unica e rimane per sempre, in attesa dell’incontro definitivo con l’Artista unico e inimitabile…. E intanto lo racconto, non mi stanco e riparto, portando con me la stessa GIOIA, magari non così grande, come fu per i MAGI: non sarà così grande la mia gioia, ma sarà sempre abbastanza. Abbastanza per me, abbastanza per tutti.