Omelia di Natale 2015 (Messa del giorno)

NATALE 2015 (Messa del Giorno)

AI PIEDI DEL NATALE

Come stanno i nostri piedi? Sembra una domanda strana, da fare poi a Natale. Ieri forse erano stanchi, come quelli di MARIA E GIUSEPPE che cercavano un riparo e hanno trovato solo la stalla del Caravanserraglio… Forse i nostri ieri erano stanchi per il lavoro, per le faccende in casa, per gli ultimi preparativi per la festa, per l’attesa a confessarsi… Forse per qualcuno (magari sono pochi qui tra noi o forse non li conosciamo) erano stanchi di girare per cercare lavoro, per rimediare qualcosa da mangiare un po’ meglio del solito o per cercare di pagare un bolletta…

Come sono oggi i nostri piedi? Oggi dovrebbero essere, e speriamo che siano, BELLI come i PIEDI DEL MESSAGGERO CHE ANNUNCIA LA PACE, LE BUONE NOTIZIE, LA SALVEZZA, dice il Profeta Isaia, nella prima lettura. Allora si trattava di essere liberati da Babilonia per il popolo ebraico, oggi attendiamo una liberazione, una buona notizia, una pace e una salvezza diverse, quelle che solo un Dio ti può promettere e può realizzare. E noi sappiamo che oggi ci sono, certo come un seme che da 2000 anni sta crescendo e portando frutto, nei nostri cuori, nella nostra storia.

Oppure oggi i nostri piedi dovrebbero essere, e speriamo che siano, come i piedi di GIOVANNI, UOMO MANDATO DA DIO PER DARE TESTIOMONIANZA ALLA LUCE, lo abbiamo ascoltato nelVangelo, i primi versetti del grande inno con cui San Giovanni apre il suo racconto. Oggi, nonostante le tante luci di tutti i tipi, abbiamo bisogno di una luce diversa, capace di squarciare ogni tenebra, soprattutto quelle della vita. Oggi quella luce c’è, ci dice Giovanni e la troviamo da 2000 anni piantata nei nostri cuori, generazione dopo generazione, di padre in figlio, di madre in figlia. A volte luce forte, a volte luce sbiadita, come quando nei presepi un po’ più sofisticati nasce il sole ed è giorno, oppure tramonta ed è notte.

Oggi i nostri piedi dovrebbero essere, e speriamo che siano, come i piedi di MARIA e di GIUSEPPE il giorno dopo, i quali dopo la grande fatica e paura si godono quel bambino così uguale agli altri e così diverso. Quel FIGLIO che non è pienamente loro figlio, ma FIGLIO di quel DIO, CHE MOLTE VOLTE E IN DIVERSI MODI NEI TEMPI ANTICHI AVEVA PARLATO… IN QUESTI GIORNI HA PARLATO A NOI PER MEZZO DEL FIGLIO… Un Dio che parla e un Dio che cammina con noi. Un Dio che mescola la sua voce con le nostre voci e non ha paura di sporcarsi i piedi e fare strada insieme e in mezzo a noi.

La fede è anche questione di piedi. Piedi che corrono da 2000 anni, per dirci che non solo e non tanto è NATALE, questo lo dice anche la pubblicità e non ci cambia la vita, nonostante le promesse. Piedi che corrono per dirci che in quel NATALE c’è qualcuno di “diverso”. Quel GESU’ BAMBINO è “DIO-CON-NOI”, “Emmanuele”, appunto: è speranza, è promessa, è buona notizia.

E’ un passato diverso, “buono” perché non è passato.

E’ un presente diverso, “buono” perché la sua promessa è oggi, è qui, è per me ed è promessa di bene, di gioia, di pace, di liberazione.

E’ futuro diverso “buono” perché non è promessa vana, non è futuro vuoto, ma certezza che si basa sulla roccia, la roccia che è Dio.

A quei piedi che corrono uniamo dunque i nostri per andare incontro. Corriamo ogni giorno da tante parti. Quante corse la nostra vita di oggi. Corriamo incontro a Colui di cui GIOVANNI dice: COLUI CHE VIENE DOPO DI ME E’ AVANTI A ME, PERCHE’ ERA PRIMA DI ME. Corriamogli incontro: A QUANTI LO HANNO ACCOLTO HA DATO POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO.

Vogliamo diventare figli tuoi o Signore per ricevere GRAZIA SU GRAZIA, cioè ricevere il bene che tutti cerchiamo.

Per questo IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI… quanto sono belle queste parole. Sei venuto ad abitare con noi e in mezzo a noi:

I nostri piedi puzzano, si o Signore. Ma tu sei venuto lo stesso.

I nostri piedi sono stanchi o Signore. E tu ti fai compagno di viaggio.

I nostri piedi scappano tante volte o Signore. E tu ci vieni a cercare.

I nostri piedi pestano quelli più deboli. Ma tu ci perdoni.

I piedi dei nostri giovani a volte corrono lontano da te. Ma tu non li dimentichi e gli corri accanto. Aiutaci a fare altrettanto.

I piedi dei nostri anziani a volte si fermano scoraggiati. E tu ti fermi con loro e li consoli. Aiutaci a fare altrettanto.

I nostri piedi di adulti a volte girano intorno e non sanno dove andare… Portaci a Betlemme e la Tua buona notizia ci metta le ali e così diventiamo anche noi testimoni, annunciatori, anche noi VOCE che grida e dice: c’è Gesù, c’è Dio, c’è speranza. Venite adoriamo, è Natale.