Omelia della Santa Famiglia
|SANTA FAMIGLIA – Anno C – ROSSO COME L’AMORE – Quest’anno la domenica della SANTA FAMIGLIA è a ridosso del NATALE, d’altronde sono strettamente legate l’una all’altro. Non c’è l’uno senza l’altra.
Il tema della LUCE che ci sta accompagnando, trova oggi, dopo il VERDE dell’accoglienza e il GIALLO del dono, il colore ROSSO, dell’AMORE!
Quale è il luogo principe dove vedere l’amore, per noi cristiani se non la FAMIGLIA. Certo non è l’unico e purtroppo oggi viene anche teorizzato che non lo sia affatto, ma questo, pur rattristandoci, non ci spaventa, anzi ci sprona a moltiplicare gli sforzi e le preghiere perché le nostre famiglie possano essere più trasparenti, più coerenti, più “in uscita” per mostrare e testimoniare l’Amore da cui provengono, l’amore che sono e che le fonda e l’amore che donano e annunciano.
Dice San Giovanni, seconda lettura: QUALE GRANDE AMORE CI HA DATO IL PADRE e aggiunge PER ESSERE CHIAMATI FIGLI DI DIO E LO SIAMO REALMENTE. C’è tutta la FAMIGLIA come annunciata in queste parole: un “padre” che applicato a Dio implica anche il suo essere “madre”, un “figlio” e l’amore. La Trinità e la famiglia: la prima ne è il fondamento, l’originale primordiale, la sorgente, l’origine e il punto di arrivo, il traguardo; la seconda ne è la concretizzazione, la realizzazione, l’immagine riflessa…
E conclude, più avanti, San Giovanni aggiungendo che QUESTO E’ IL SUO COMANDAMENTO: CHE CREDIAMO NEL NOME DEL FIGLIO SUO GESU’ CR. E CI AMIAMO GLI UNI GLI ALTRI.
L’AMORE come dono di Dio, come fondamento del nostro essere, ma anche comando del nostro agire. Quell’amore che ogni uomo e ogni donna intuisce, desidera, cerca, ma che solo in DIO, da DIO e con DIO è possibile ricevere, vivere e donare davvero!
Un AMORE come forza primordiale, origine di tutto e di tutti che ci lega a DIO, tanto da poter vivere per Lui e offrire a Lui ciò che siamo come abbiamo visto nella prima lettura, dal Primo libro di Samuele, che di SAMUELE appunto racconta la nascita, dono di DIO, e la vocazione attraverso quell’offerta al SIGNORE che ne fa la madre ANNA, certo per noi oggi abbastanza incomprensibile nel suo svolgersi (il bambino ha pochi anni: ERA ANCORA FANCIULLO!), ma pienamente significativa e sensata nel suo significato, cioè il primato di Dio, il suo essere origine, fonte di tutto, come pure destino e culmine di ogni cosa.
Entriamo così anche nel brano del Vangelo di Luca, che racconta, unico, questo aneddoto adolescenziale della vita di GESU’, che ci riporta a quella declinazione specialissima dell’AMORE che sono i figli e il loro destino.
Di chi sono i figli? Di chi siamo noi, perché tutti siamo figli? Di chi è GESU’ stesso, proprio in quanto figlio di MARIA e, a suo modo, anche di GIUSEPPE?
Sono di DIO, lo sappiamo. Siamo di DIO, lo intuiamo. GESU’ stesso viene da DIO e non può che cercare il PADRE CELESTE!
Lo sappiamo, lo intuiamo, lo crediamo. Ma ogni giorno ci viene chiesto di viverlo, di vivere una figliolanza che è insieme legame e libertà. E cos’è che ci permette di tenere insieme queste due parole che sembrano opposte? L’AMORE appunto. Solo nell’amore e con l’amore ci si lega restando liberi…
Ecco di cosa stiamo parlando oggi. Ecco verso dove ci porta il NATALE, ecco cos’è e cosa vuole essere, cosa dovrebbe essere la FAMIGLIA, il nostro essere famiglia, il nostro venire da una famiglia, il nostro fare famiglia. Un continuo cammino verso un AMORE così… fatto di LEGAMI e di LIBERTA’… un cammino per noi fragile, incerto, ricco di cadute probabilmente, ma anche un dono certo, continuamente rinnovato e rinnovabile, ferito e guarito, caduto e rialzato. Non perfetto, ma perfettibile. Non arrivato, ma, appunto, sempre in cammino.
Chiara l’origine, incerto il cammino, sicura la meta.
Ringraziamo il Signore per il dono della FAMIGLIA. Chiediamogli di saperla vivere nel modo più autentico e bello, perché continui ad essere la fonte di quella gioia che il Signore ha pensato per noi.
Preghiamo per le nostre famiglie, non smettano di cercare di essere come Dio le vuole. Preghiamo per quelle che non ci riescono, perché trovino, nella infinita bontà di Dio, strade possibili comunque…