Omelia della Notte di Natale 2019

NOTTE DI NATALE 2019 – LA SPERANZA C’E’ – “Testimoni di speranza”, è la prima delle tre attenzioni che il nostro Consiglio pastorale ha individuato quest’anno (le altre due possiamo così sintetizzarle: essere comunità e guidati dallo Spirito)… e se penso al motivo che ci ha portati qui questa notte, mi viene da rispondere proprio così: siamo qui tutti per cercare “speranza”, perché abbiamo bisogno di “speranza”, una speranza che da soli, nella nostra vita frenetica e sempre più di corsa, non riusciamo né a trovare né tanto meno a costruire…
E se siamo qui è perché quel BAMBINO la cui nascita stasera ricordiamo e celebriamo (la ricordiamo come evento di 2000 anni fa, ma anche la celebriamo come evento di fede che continuamente accade, per me, per te, per tutti adesso), ci interpella, ci attira, ci risponde, circa il nostro bisogno di speranza: magari non ci convince fino in fondo però è una speranza credibile, possibile, desiderabile, da invocare con tutto noi stessi!

Come Comunità cristiana vorremo davvero essere, per noi stessi e per tutti, una “testimonianza di speranza” e credo che un poco lo siamo, altrimenti non saremo qui stasera. Certo è probabile che molto di più sia ciò che manca, rispetto a ciò che c’è, ciò che non siamo riusciti a testimoniare rispetto a ciò che siamo riusciti davvero a trasmettere…: ma siamo qui… Insieme…
Attorno al BAMBINO, MARIA e GIUSEPPE. Contemplando sempre un po’ commossi e stupiti quella scena che abbiamo ascoltato tante volte nella vita, e che abbiamo visto tante volte nei presepi fatti a proposito o a sproposito (ci sono anche questi).
Eppure i segni non mancano:
• Ad esempio quello che la Caritas delle nostre parrocchie ci ha proposto per dare concretezza a questo impegno di essere “testimoni di speranza”: cioè il Dono della Spesa. 73 tra persone, famiglie e gruppi si sono impegnati a donare una borsa della spesa per 6 mesi. Questo è Natale!
• Oppure guardando su scala nazionale, i 32 “eroi” del 2019 proclamati dal presidente Mattarella di tante età e di tante appartenenze: dal medico che salva una vita in treno, all’immigrato che prende al volo un bambino che cade, al volontario diacono permanente, per più di 50 anni tra i carcerati e oggi di anni ne ha 93 e continua a fare il volontariato…
• Papa Francesco, continua a stupirci per il coraggio, la gioia, la profezia che sa indicare guidando la Chiesa (che, non dimentichiamolo, non è la sua Chiesa o la Chiesa dei vescovi o dei preti, ma è la Chiesa di Gesù, quella che Gesù ha voluto, fatta di persone normali, come Gesù ha voluto che fosse) e tutto questo nonostante gli scandali nella Chiesa, nonostante l’opposizione interna alla Chiesa che si sente più forte di quella che in realtà è e la derisione o gli attacchi esterni che spesso subisce in modo più o meno velato lui stesso o la Chiesa.
• Oppure una ragazzina, Greta Tumberg, che può essere simpatica oppure no, la possiamo giudicare in tanti modi, ma ci ha ricordato, come spesso solo i ragazzi possono fare, che anche oggi, qualcosa si può fare, le coscienze si possono smuovere e con esse le persone e con esse la storia…

Segni di SPERANZA, segni per noi cristiani, ma non solo… Visibili e diretti oppure invisibili e indiretti che ci parlano del NATALE, quello vero, quello del GESU’ BAMBINO, nato da donna, nato sotto la legge, ma Figlio di Dio, il Dio delle “cose visibili e invisibili”, nato “per opera dello Spirito Santo… incarnato nel seno della Vergine Maria… fatto uomo”, come reciteremo tra poco nel Credo.
Il grande CESARE AUGUSTO è rimasto nei libri di storia, e in qualche pietra sparsa qua e là nei territori del grande Impero Romano.
Il piccolo GESU’ nato a BETLEMME, in un ALLOGGIO di fortuna, DEPOSTO IN UNA MANGIATOIA, di Lui continuiamo a celebrare la memoria, attorno a Lui nasce e rinasce continuamente non solo un ricordo, ma una SPERANZA.

Si racconta che quando San Francesco “inventa” il presepio (lo ha ricordato bene Papa Francesco nella piccola lettera scritta sul tema, la trovate al centro della Chiesa, si intitola “Admirabile signum”) e nella grotta di Greccio fa preparare una mangiatoia, convoca i pastori, chiede a qualcuno di rappresentare Giuseppe e Maria, mette il bue e l’asino, ma alla fine non chiede un bambino, ma chiede a un prete di celebrare la Messa sulla mangiatoia.
Ecco perché stiamo facendo Messa anche noi. Il BAMBINO c’è, non tanto nei presepi, la SPERANZA c’è, non nei bigliettini di auguri o correndo chissà dove, ma è qui!
E’ nella PAROLA che abbiamo appena ascoltato (domani mattina diremo: IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI).
E’ nel PANE CONSACRATO che tra poco mangeremo (sul quale GESU’ in persona ha detto, prima di morire in croce, QUESTO E’ IL MIO CORPO… FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME).
O si, la SPERANZA, c’è, è qui. C’è ed è qui stanotte. C’è ed è qui ogni volta che MANGEREMO IL SUO PANE e ASCOLTEREMO INSIEME LA SUA PAROLA, perché DOVE DUE O TRE SONO RIUNITI NEL MIO NOME IO CI SARO’. La SPERANZA è Lui, è GESU’: bambino, nato per opera dello Spirito Santo, Figlio di Dio, morto e risorto per noi e per tutti.
C’è SPERANZA in questo mondo e da quella “mangiatoia” non smette di alimentare il mondo affamato.
Venite, veniamo! Facciamolo ora, facciamolo sempre. Lui è qui. La SPERANZA è qui e noi, credenti sempre indegni, ve lo diciamo, ve lo annunciamo, come i PASTORI quella notte!