Omelia dell’8 marzo 2020
|2^ Domenica del Tempo di Quaresima/A – SPERANZA – Il cammino di ABRAMO è il nostro cammino. E’ il cammino della fede, è il cammino di questi giorni. Dio invita ABRAMO, ma anche ogni credente ad uscire dalla SUA TERRA, anche DALLA SUA PARENTELA, dalla CASA DI SUO PADRE, tutte le certezze possibili per un uomo del suo tempo.
Come non vedere in quello che ci sta accadendo come cittadini e come credenti, un INVITO DI DIO ad USCIRE, a metterci in CAMMINO, oltre le nostre sicurezze, anche religiose, oltre le nostre certezze umane e a TORNARE A FIDARCI DAVVERO DI PIU’ DI DIO. Perché, si, C’E’ UNA TERRA PROMESSA che non possiamo ancora vedere, CE LA INDICHERA’ DIO più avanti, solo dopo che avremo avuto il coraggio di metterci in cammino, di metterci in moto, di fidarci di Lui.
Quello che ci capita nella vita, piccolo o grande che sia, non è mai un CASTIGO di Dio, una PUNIZIONE, Dio non ha più bisogno di questi espedienti per educare il suo popolo. Sono le leggi della Natura, create da Dio per la nostra libertà, sulle quali dobbiamo imparare ad essere più UMILI per conoscerle e interpretarle e soprattutto adattare noi a loro e non pensare di stravolgerle, con quell’ecologia che solo se sarà integrale (verso la natura e verso l’uomo) sarà vera e positiva. Se smettessimo di sperperare immani ricchezze nelle guerre, forse potremo affrontare meglio un vivere più sano e prudente, capace di affrontare meglio crisi come questa, dove preoccuparsi dell’uomo prima che dell’economia.
Siamo chiamati a FIDARCI DI DIO, AFFIDARCI A LUI, solo così la vita, con le sue pieghe a volte dolorose, non ci schiaccia, ma ci sprona a credere in una TERRA PROMESSA, che qui non sarà mai definitiva, ma comunque sarà un anticipo reale, e però conoscerà una pienezza futura in un Regno che non è di questo mondo.
Ed è questa PROMESSA, questa FIDUCIA, questo CAMMINO che GESU’ fa compiere ai 3 DISCEPOLI prediletti, PIETRO, GIOVANNI e GIACOMO, quando li invita IN DISPARTE A SALIRE SUL MONTE nel Vangelo.
Già l’indicazione geografica è un programma.
LA SEPARATEZZA è un chiaro invito alla preghiera, all’intimità con Lui e con il Padre. E come non leggere l’invito per noi, singoli e famiglie, a sfruttare questo tempo di coronavirus, che ci obbliga a rinunciare al nostro convenire a Messa, all’Eucaristia, come un essere “separati” per prepararci a ritrovarci in festa, un giorno che non conosciamo, ma che ardentemente speriamo.
IL SALIRE SUL MONTE è pure un invito ad alzare lo sguardo, ad avvicinarci a Dio, un cambiare quota che implica un uscire dal solito tran tran. E anche qui, quanti sono per noi gli stimoli che ci derivano da questa situazione che potrebbe essere letta come un fermare le nostre corse verso altri monti, altri luoghi, che non sono di DIO.
Ed ecco il miracolo. FU TRASFIGURATO, IL VOLTO BRILLO’, LE VESTI CANDIDE. Tutto di GESU’ risplende, supera l’opacità tipica dell’umano, che anche Lui ha pienamente assunto peraltro, e mostra la luce e la brillantezza di Dio. E’ la promessa. E’ il nostro destino. E’ ciò verso cui aneliamo. E’ la Messa della domenica, quel pane bianco trasformato in Corpo di Cristo che ora tanto ci manca, ma che c’è. Ed E’ BELLO dice PIETRO, ed è vero. Con Dio è bello, ogni cosa diventa bella. Per questo le cose di Dio ci mancano!
Accanto c’è MOSE’ ed ELIA. Legge e profeti. La PAROLA che in questi giorni ci deve accompagnare, dobbiamo imparare a leggere, meditare, assaporare.
FACCIAMO TRE CAPANNE. E’ la tentazione di catturare l’attimo, di imprigionare DIO. Forse è la nostra tentazione in questi giorni quando magari andiamo cercando nostre sicurezze, quando ci chiudiamo nei nostri egoismi (nel fare la spesa, nell’accapparrarci per noi le mascherine, i disinfettanti), fossero anche religiosi (ecco magari certe eccessive arrabbiature contro i limiti della vita religiosa).
E poi LA NUBE, LA VOCE, QUESTI E’ IL MIO FIGLIO, L’AMATO, ASCOLTATELO. C’è tutta la TRINITA’ che si impegna. Non siamo soli. Nemmeno oggi siamo soli, Dio non ci ha abbandonato. Guardiamo a GESU’, ASCOLTIAMO GESU’, anche se nella NUBE-nebbia, non temiamo, mettiamoci in ascolto, anche per noi c’è una voce che parla, che sussurra, che dice: CI SONO, NON TEMERE. CONTINUA A CAMMINARE…