Omelia dell’8 maggio 2022
|4^ domenica del Tempo pasquale/C – CREDERE, ASCOLTARE, SEGUIRE – Ascoltare oggi la Parola di Dio acquista un sapore diverso per me. La fede è stata messa alla prova dalla vita e soprattutto dalla morte e in questi momenti ti trovi a “decidere”, devi, o cerchi di decidere, da che parte stare… E da quale parte si può stare se non dalla parte di Dio che dice/ti dice/ci dice/mi dice: IO TI CONOSCO, IO DO LORO LA VITA, NON ANDRAI PERDUTO, NESSUNO TI STRAPPERA’ DALLA MIA MANO.
Eppure ha tutto il sapore e il dolore dello STRAPPO quello che sto vivendo insieme alla mia famiglia e quello che tutti, più o meno abbiamo un giorno provato (solo tra i più giovani, non tutti, c’è chi non lo ha ancora provato). Rimane solo una possibilità: CREDERE!
Credere che SOLO TU HAI PAROLE VERE, DI VITA ETERNA, perché le altre parole passano, mentre solo le Tue, o Signore, restano.
Credere anche contro le evidenze umane (che sono sempre fragili, anche se per noi sono spesso le uniche) che questa vita, così bella (e spesso ce lo dimentichiamo), è così fragile (e quasi mai ci pensiamo) tanto che velocemente, in un attimo, può esserti strappata di mano.
Credere, questo solo rimane.
Credere che le LACRIME SARANNO ASCIUGATE, che LA GRANDE TRIBOLAZIONE passerà, che NON CI SARANNO PIU’ NE’ FAME, NE’ SETE, come ci ricorda San Giovanni nell’Apocalisse e che la PAROLA DEL SIGNORE è più grande e si DIFFONDE comunque, oltre i nostri limiti, oltre i nostri confini, le nostre strette visioni, come ci ricordano negli Atti PAOLO E BARNABA impegnati nelle prime missioni cristiane.
È la Parola della Pasqua quella che si diffonde. È la Parola della Pasqua quella che ci invita e ci dona la forza di credere. È la Parola della Pasqua quella che stiamo ascoltando oggi. È la Parola della Pasqua quella che siamo invitati a custodire sempre!
È questa la VOCE, ci ricorda GESU’ nel Vangelo di Giovanni, che LE PECORE ASCOLTANO. Sono MIE dice GESU’: siamo suoi e altrove ci ha ricordato che non ci abbandona mai, fosse anche molto caro il prezzo (anche 99 contro 1).
IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO. Le pecore sono animali docili, sono animali che si fidano e si affidano. Non hanno nessun istinto di difesa, non fuggono, non vedono il pericolo, perché sono abituate ad essere difese dal PASTORE, sanno che lui si prenderà cura di loro.
Lui dona la VITA, le porta al pascolo, ma non una vita qualsiasi, non un pascolo qualsiasi, ma una VITA ETERNA, un PASCOLO ETERNO. Forse è una parola che oggi ci dice poco, ha poco fascino. Cosa sia e come sia l’eternità non ci è dato da sapere (anzi siamo portati a banalizzarla…) se non in quegli sprazzi che il RISORTO soprattutto ci offre e ci dona. Ma ha il sapore delle cose buone, delle cose vere, delle cose importanti. Ha un sapore che noi non siamo capaci né di trovare, né di costruire, eppure siamo una specie esploratrice e tecnologica. E soprattutto NESSUNE LE STRAPPERA’ DALLA MIA MANO. E acquista (o riacquista) un sapore nuovo questa frase allargandolo alla guerra che è tornata drammatica e angosciante alle nostre porte e ci mostra il suo volto tragico e barbaro con vite strappate, affetti strappati, popoli strappati, terreni, case, scuole, chiese, ospedali, strappati. Nemmeno gli uomini di Chiesa sono risparmiati dalla tentazione sempre grande della guerra.
Ma GESU’ è chiaro: Nulla e nessuno STRAPPERA’ LE SUE PECORE dalle sue mani. Con Lui siamo al sicuro!
Cosa possiamo fare? Due cose:
ASCOLTARE. Ascoltare la sua VOCE, ascoltare la sua PAROLA, ascoltare il suo racconto, le sue raccomandazioni, le sue indicazioni che alla fine una sola cosa chiedono: AMARE, sempre, comunque, ad ogni costo, chiunque, fossero anche i nemici.
SEGUIRE. Poi seguire, seguire Lui, che è VIA, VERITA’ E VITA, Lui che ci porta alla CASA DEL PADRE, lui AGNELLO DIVENTATO PASTORE. Lui che ha amato per 1° e fino alla fine.
ASCOLTARE e SEGUIRE, questo ci viene chiesto, questo ci viene indicato, questo ci permette di dare alla FEDE, al nostro CREDERE uno spessore vero, forte, indistruttibile, ETERNO, appunto.
E cosa abbiamo fatto questi giorni? se non CAMMINARE/SEGUIRE con il “Cammino dell’icona dell’Anno della Famiglia”.
E cosa abbiamo benedetto ieri alla MADONNA DELLA SALUTE? se non dei segni belli che parlano d’amore: la statua di MARIA, l’ambone e l’altare nuovi, segni di GESU’ insieme a un crocifisso che ci ricorda il suo estremo sacrifico d’amore che diventa parola donata ed pane spezzato, per noi, per tutti…