Omelia del Ringraziamento
|31 dicembre 2020 – 10 GRAZIE – Questa è la Messa del Ringraziamento, ma potremo essere tentati fin da subito di dire: “Non c’è niente di cui ringraziare quest’anno”. Ma credo sia un’affermazione che dobbiamo allontanare per almeno due motivi:
– Non è abbastanza cristiana: non possiamo credere che Dio non abbia “seminato” del bene quest’anno (e lo ha fatto, sicuramene, sia che lo vediamo, sia che no).
– Non è abbastanza umana, nel senso che se ci lamentiamo perché quest’anno abbiamo patito (con grande rispetto per i morti e i loro familiari) noi ricchi occidentali, non possiamo ignorare che ogni anno è sempre “tragedia” per un sacco di persone in giro per il mondo!
E dunque per rispetto del DIO che crediamo e dell’UMANITA’ intera che amiamo e di cui facciamo parte (anche se spesso ce lo dimentichiamo), ebbene si, noi osiamo e dobbiamo ringraziare!
Casomai il problema è cercare i motivi del GRAZIE, andarli a scavare dentro la nostra storia personale, quella della nostra parrocchia e quella della nostra storia, dove appunto DIO semina, DIO si intrufola, come abbiamo ben ascoltato nella prima lettura, gli ATTI DEGLI APOSTOLI, scelta dal Vescovo nella sua prima lettera pastorale SALDI NELLA SPERANZA, per incoraggiarci dicendoci che lo SPIRITO SANTO comunque, sempre, ci guida.
Inevitabilmente alla fine dell’anno lo sguardo va al futuro e alla speranza che genera. Per noi cristiani è una “certezza”: sappiamo e crediamo che DIO è fonte di ogni futuro e di ogni speranza. Prima però dobbiamo abbassarlo, lo sguardo, umilmente, tenacemente, insistentemente, sull’umanità che siamo e che siamo stati, per cogliere i germi di bene di quello che Dio continuamente semina e così dire, appunto, il nostro GRAZIE.
Mi sono fatto un DECALOGO di GRAZIE. Ognuno potrà fare il suo.
Il primo GRAZIE va innanzitutto direttamente a DIO per la sua coraggiosa e tenace incarnazione, il Suo essersi mescolato con noi, fatto “meticcio” con la nostra umanità povera, fragile, peccatrice, sporca di tanti tipi di fango. Ma il NATALE appena celebrato questo ci lo dice continuamente e non ci resta che ringraziare.
Il secondo GRAZIE è per il dono di MARIA, condizione dell’incarnazione, ma anche grande dono all’umanità. Una di noi Sua madre, la nostra natura tutta onorata di tale presenza.
Un terzo GRAZIE lo possiamo dedurre da coloro che per primi sono testimoni dei doni del Natale, i PASTORI, anticipo di quella predilezione ai piccoli ed emarginati che Gesù innalzerà alla invece ai primi posti. È bella questa scelta perché ci permette di avere la certezza che nessuno è escluso dalla benevolenza del Signore.
Un quarto GRAZIE va ai bambini. La nascita, ogni nascita, è uno dei segni di speranza più potenti. Il Figlio di Dio sceglie questa via per farsi vicino a noi e per indicarci il cammino della Salvezza. E così rende vera la speranza che ogni nostro figlio che nasce, genera. Grazie per tutti i bambini nati quest’anno. Anche per quelli non accolti. Quelli non accolti nelle nostre famiglie e quelli non accolti dai paesi ricchi. Ma anche quelli super accolti perché adottati, affidati (anche nella nostra parrocchia), accettati anche se “difettosi” da genitori coraggiosi (eroi della porta accanto…)
Un quinto GRAZIE voglio dirlo al Signore agli Scout e all’Azione Cattolica, oltre che alle famiglie che nella nostra parrocchia si sono dati il coraggio di ripartire comunque, con tutte le attenzioni necessarie, con i cammini educativi loro proprio, grande motivo di speranza per i ragazzi e le loro famiglie.
Un sesto GRAZIE, restando in ambito educativo lo dedico alla Scuola, al catechismo, alle famiglie tutti che in modi diversi, ognuno con le sue possibilità hanno cercato di tenere fede al compito educativo loro proprio, inventando modi e tecniche inaspettate e sorprendenti.
Un settimo GRAZIE invece a tutti coloro che si sono adoperati per alleviare le sofferenze di qualcuno. Badanti che si sono occupate lo stesso dei loro assistiti, tanti figli che si sono sacrificati per i genitori, chi si è occupato di malati, chi delle persone sole. Mi hanno commosso i grazie di alcune persone sole a cui è stato portato il pranzo a Natale e tutte le altre che Caritas e Servizi sociali, ognuno per la sua parte hanno assistito.
Nel ottavo GRAZIE ci metto inevitabilmente tutti quelli che in questi mesi tutti abbiamo ringraziato (medici, infermieri, forze dell’ordine, amministratori vari, ecc…) salvo, alla prima occasione denigrarli…
In fine il nono GRAZIE al Papa (Francesco, ma anche gli altri), è un prezioso un dono di DIO, certo per noi credenti cattolici, ma è innegabile che rappresenti un segno per tutta l’umanità. Qualsiasi sia la fede (o la non fede) in lui ogni uomo può vedere una possibilità di bene per l’umanità.
Ora l’elenco potrebbe continuare, il decimo lo metta ognuno di voi con i suoi GRAZIE o magari faccia il suo decalogo. Quello che è certo è che non possono mai mancare i GRAZIE nella vita, per quanto nera e buia. Finche c’è il GRAZIE c’è speranza… non a caso EUCARISTIA vuol dire RINGRAZIAMENTO…
Grazie Signore per quest’anno che finisce e grazie per quello che verrà.