Omelia del Ringraziamento
|BENEDETTO TEMPO –
Questa sera è sempre una sera speciale. Sappiamo bene che essa è solo una convenzione, non c’è nulla che si interrompa nelle cose della vita. In realtà possiamo anche dire il contrario: tutto si interrompe e riparte!
E non si tratta solo dei nostri orologi e dei nostri calendari, ma c’è un significato più profondo che ci porta a meditare il mistero del TEMPO CHE SCORRE e quindi della VITA CHE SCORRE. Dire che domani siamo di un anno più vecchi non è solo un gioco di parole, ma è anche fare una constatazione che ci porta a decidere. Decidere cosa? Decidere come vivere il tempo, il suo scorrere inevitabile, il passare della vita. E’ una delle cose che gli uomini e le donne hanno sempre fatto più o meno consapevolmente. La Bibbia spesso riporta riflessioni o meditazioni che hanno a che fare con questo.
Decidere se vivere il tempo e la vita come una MALEDIZIONE o come una BENEDIZIONE, ad esempio. L’autore dei NUMERI, prima lettura (la tradizione vuole che sia Mosè), sceglie la BENEDIZIONE, anzi lo fa il SIGNORE che dice di dire ad ARONNE e al POPOLO: TI BENEDICA IL SIGNORE E TI CUSTODISCA. IL SIGNORE FACCIA RISPLENDERE PER TE IL SUO VOLTO E TI FACCIA GRAZIA… TI CONCEDA PACE. E conclude: COSI PORRANNO IL MIO NOME SUGLI ISRAELITI E IO LI BENEDIRO’. Non è indifferente questa questione della “BENEDIZIONE”. Vivere benedicendo e non maledicendo, significa vivere con Dio e per Dio, vivere da credenti, da persone abitate dalla speranza e dalla fiducia nel futuro, nel tempo che passa, nella vita che va avanti, proiettati in un futuro creduto e sperato buono. L’alternativa infatti è tragica, è una vita come prigione, come condanna a morte certa, come scomparsa. Non possiamo non constatare che stiamo vivendo in un contesto dove queste tenebre si stanno allargano. C’è molta gente che sta abbandonando Dio e si condanna a vivere nel buio della notte. Aiutaci Signore a risplendere così tanto della tua luce, della tua benedizione, da illuminare e portare speranza agli altri, a questo mondo. Aiutaci ad amare così tanto, perché amati da Te, benedetti da Te, da affascinare i fratelli incerti o dubitanti che ci incontrano nella vita. Solo così possiamo dirti il nostro GRAZIE. Si perché ringrazia chi si accorge di aver ricevuto un dono, chi si rende conto che la vita resta comunque sempre un dono, una benedizione, appunto, che apre ad una promessa di un dono ancora più grande.
E’ la constatazione, e questo giorno ci aiuta a farla, che nasce anche dalla seconda lettura, PAOLO AI GALATI, di chi, consapevole che c’è stata una PIENEZZA DEL TEMPO, quando DIO MANDO’ IL SUO FIGLIO, NATO DA DONNA, SOTTO LA LEGGE, PER RISCATTARE QUELLIL CHE ERANO SOTTO LA LEGGE E RICEVERE L’ADOZIONE A FIGLI, NON SCHIAVI.
Nati da DONNA, significa fragili, limitati, mortali. Nati sotto la LEGGE significa prigionieri dei nostri limiti, dei nostri errori, dei nostri egoismi. Essere FIGLI ADOTTIVI, credere che c’è stata una PIENEZZA DEL TEMPO, significa invece essere carichi di fiducia, di speranza, di positività. Non aver paura dei limiti del tempo che passa, della vita che passa, degli anni che crescono. Siamo FIGLI di un ABBA’ celeste, abbiamo un PADRE in cielo. Non siamo prigionieri di questa terra, ma solo di passaggio, un passaggio che profuma di vita e non di morte. Per questo noi cristiani non temiamo il tempo che passa, la vita che passa, la morte che si avvicina (o per lo meno sappiamo di poterli affrontare con accanto un DIO che ci è Padre, Figlio e Spirito e ci accompagna verso una vita risorta).
In fine un’ultima constatazione ci viene dal Vangelo e dallo sguardo al “DOMANI”, 1° gennaio, FESTA DI MARIA MADRE DI DIO, cioè di GESU’ FIGLIO DI DIO. Abbiamo in MARIA come madre, presenza che ci mostra la strada. Lei che, essere umano come noi, ha il privilegio (ma a nome e per conto di tutti noi!) di essere “madre di Dio”. Lei che sapeva CUSTODIRE TUTTE QEUSTE COSE MEDITANDOLE NEL SUO CUORE. Lei ci insegna che Dio fa cose grandi con noi, se noi sappiamo pronunciare ogni giorno il nostro “eccomi”, il nostro “si” e non ci illudiamo di costruirci da soli il nostro futuro, la nostra felicità. Lei ci insegna che conta custodire i doni di Dio che hanno una caratteristica: non si esauriscono; senza cadere nella trappola del consumare esperienze che invece svuotano la vita. Lei ci insegna il GRAZIE vero da dire oggi per questo anno che finisce e la FIDUCIA vera da avere, domani, senza paura per l’anno che va ad iniziare. Buona fine d’anno e buon inizio!