Omelia del Ringraziamento
|31 dicembre 2021 – RINGRAZIAMENTO – 3 PASSI PER DIRE GRAZIE
L’esperienza dei PASTORI che l’evangelista Luca, ci descrive, la prendo in prestito per esprime quella GRATITUDINE/RINGRAZIAMENTO che in questa sera la Chiesa ci invita a fare, al termine di un anno civile che si chiude. È la Parola di Dio infatti il modo migliore, il modo principale, il punto di vista dal quale, come credenti, siamo invitati a leggere le storia. Solo così lo facciamo da credenti, solo così lo possiamo fare certi sempre e comunque del bene che in essa c’è, perché il Bene che è Dio sempre agisce. Solo così evitiamo, quest’anno più di altri anni, di lasciarci travolgere dal pessimismo e dallo sconforto, se usiamo solo il punto di vista umano.
Dunque seguiamo i PASTORI, immaginiamo di fare quello che fanno loro, immaginiamoci anche noi davanti alla SANTA FAMIGLIA, MARIA, GIUSEPPE E IL BAMBINO.
Ci sono 3 passaggi che mi sembra significativo segnalare.
1° PASSAGGIO: LA TEOFANIA.
Rispetto a quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo, ci poniamo la domanda: Ma cosa era successo? Lo capiamo nei versetti precedenti: un’esperienza di ANGELI, una “teofania”, UN ANGELO DEL SIGNORE SI PRESENTO’ A LORO… LA GLORIA DEL SIGNORE LI AVVOLSE DI LUCE… ricevono un annuncio incredibile: …UNA GRANDE GIOIA: E’ NATO PER VOI UN SALVATORE…
Ricordiamo sempre che quello che accade nel Vangelo, che è per noi Parola di Dio, accade anche per noi, ovviamente nel suo significato profondo, più che nella materialità del fatto.
Le nostre domande non devono essere: è venuto o no un angelo? È venuta o no la luce? È venuta o no la gioia? È nato o no un Salvatore? Per noi sono tutte domanda a risposta affermativa. Caso mai la domanda per noi è: dove e quando tutto questo è accaduto per noi? Perché ne siamo certi!
Il Signore infatti, non come pensano certi profeti di sventura (molti si professano anche profondamente credenti), sempre semina il bene, la gioia, la luce, la Salvezza nella vita e nelle vicende umane. Non toglie sofferenze, prove o croci, ma le porta insieme con noi seminando il bene. Annunciando la risurrezione.
Dunque mi chiedo: Quando Dio si rivelato a me, dunque, quest’anno? Se penso alla parrocchia mi vengono in mente i tanti battesimi fatti, il percorso del catechismo comunque portato a compimento, le esperienze estive comunque realizzate: Grest, campi AC e Campi Scout, le celebrazioni portate avanti in sicurezza (a Natale molta più gente dello scorso anno), tanta carità fatta in tante forme, la riapertura dell’oratorio… Grazie Signore, molti angeli ci hanno visitato, molta luce abbiamo visto, molta gioia abbiamo vissuto, molte volte ti abbiamo incontrato come Salvatore.
2° PASSAGGIO: L’INCONTRO
Entriamo ora nel brano che abbiamo ascoltato. I PASTORI fanno l’esperienza, dopo aver risposto ANDANDO SENZA INDUGIO, di VEDERE IL BAMBINO ADAGIATO NELLA MANGIATOIA.
Per “vedere” occorre innanzitutto rispondere alla chiamata del Signore “senza indugio”. Allora possiamo chiederci certamente: quando abbiamo saputo rispondere “senza indugio” e “dove” abbiamo potuto vedere Gesù, cosa può essere per noi “mangiatoia”?.
Ognuno dovrà cercare nella sua esperienza, nel suo anno…
– Il “senza indugio”: quando abbiamo vissuto questo stile? Senza pensarci troppo, senza incertezze, con slancio, con immediatezza… è l’atteggiamento di chi si fida, di chi ha fatto l’esperienza che vale la pena, che il Signore non tradisce… Ritroviamo momenti così?
– Il “Dove”: Quale è stata la nostra mangiatoia? La quale suggerisce un luogo semplice, umile, piccolo, con poco valore. Quali i luoghi che per noi hanno generalo l’esperienza dell’incontro? La nascita di un figlio o di un nipote… sedersi a tavola in famiglia o con gli amici… un invito alla preghiera o anche solo una visita di un amico…
3° PASSAGGIO: LA MISSIONE
Il terzo passaggio dei PASTORI è il ripartire per RACCONTARE quello che avevano visto e quello che avevano raccontato. Un racconto che STUPISCE quanti ascoltano. E poi ancora GLORIFICARE, LODARE Dio.
Dunque anche qui una duplice direzione:
– raccontare agli altri
– glorificare/lodare Dio.
La doppia dinamica della fede: verso i fratelli, il prossimo e verso Dio riconosciuto come meritevole di glorificazione e di lode, non per Lui, ma per noi, per esprimere la gioia di un incontro.
Cos’è stato quest’anno meritevole di lode a Dio e di racconto appassionato ai fratelli del nostro vissuto, quello personale, quello della nostra famiglia, della nostra parrocchia?
Ultimi 2 cenni: Uno con Maria che aggiunge un atteggiamento tipicamente suo, ma valido anche per noi: CUSTODIRE E MEDITARE quanto accaduto e riconosciuto come dono di Dio, perché c’è un bene che si dischiude e si apre, un po’ alla volta, passo passo…
Uno con la CIRCONCISIONE e il NOME assegnato a GESU’ come predetto dall’ANGELO. La vita chiede segni e chiede nomi, porre segni concreti e dare il nome alle cose.
È così che possiamo fare e rifare, anno dopo anno, l’esperienza dei PASTORI e di MARIA: riconoscere Dio presente e per questo lodarlo e raccontarlo, raccontarlo e lodarlo… e meditarlo e ringraziarlo, ora e sempre!