Omelia del 7 ottobre 2018
|XXVII TO/B – AMARE E COLLABORARE – E’ sempre un racconto potente quello della Creazione dell’uomo e della donna del libro della Genesi. Sappiamo che sono due i racconti della creazione della coppia umana nei primi 2 capitoli. Il 1° dice la pari dignità (maschio e femmina li creò, immagine di Dio), il 2° sottolinea la differenza. Certamente debitore del contesto maschile, che fatica a cogliere l’unica dignità, peraltro ancora oggi presente, contiene delle verità importanti per ogni epoca e per ogni persona.
Innanzitutto la solitudine di ADAMO che NON TROVO’ UN AIUTO CHE GLI CORRISPONDESSE, ci parla della solitudine che ognuno di noi prova nella vita e che sentiamo profondamente contraria alla nostra natura. Siamo fatti per essere insieme. Dio ci vuole insieme.
Poi il tema del mistero che l’uomo e la donna sono l’uno rispetto all’altro che possiamo ricavare dal TORPORE che scende sull’uomo. Ne lui sa da dove viene la donna, e nemmeno lei sa da dove viene lui, o meglio, è chiaro per entrambi che vengono da Dio, sono mistero dell’amore di Dio.
Un terzo tema è quello della somiglianza reciproca, OSSO DELLE MIE OSSA E CARNE DELLA MIA CARNE, fatti della stessa materia, diversi, ma anche uguali l’uno rispetto all’altro.
Un quarto elemento è quello che possiamo chiamare della libertà dei figli rispetto ai genitori, L’UOMO LASCERA’ SUO PADRE E SUA MADRE, che descrive la bellezza della nuova famiglia che ognuno è chiamato a mettere in atto.
In fine un quinto elemento è la sessualità, descritta in modo delicato e affascinante, L’UOMO SI UNIRA’ A SUA MOGLIE E I DUE SARANNO UNA CARNE SOLA, dove c’è tutta la grandezza dell’unione dei corpi, che fin dall’inizio è volontà di Dio.
Tutto questo ci dà la misura, grande, del tesoro che ognuno di noi è ed è chiamato ad essere. Una parola che risuonerà spesso a Roma in queste settimane, è iniziato infatti il SINODO DEI VESCOVI SUI GIOVANI, sarà proprio VOCAZIONE che contiene tutti questi elementi che da questi pochi versetti abbiamo potuto ricavare e che rappresentano un tesoro prezioso per noi che viene da Dio. Ogni uomo e ogni donna, ogni ragazzo e ogni ragazza sono “VOCAZIONE” chiamati alla vita da Dio per amare e donare amore e vita insieme.
Un amore così grande che supera anche l’amore dei genitori. E come non si divorzia dai genitori, nemmeno l’amore tra l’uomo e la donna è destinato al divorzio. E’ sempre una sconfitta, possibile purtroppo, e se capita da non colpevolizzare, ma da vivere nel modo più responsabile possibile, perché la meta che deve sempre caratterizzare l’amore umano non può che essere l’eternità dell’amore. Siamo fatti così e per questo. Ma non per magia, ma per chiamata.
Qui si inserisce anche il Vangelo con la diatriba tra GESU’ e i FARISEI che cercavano pretesti e non si curavano minimamente del bene delle persone. L’UOMO NON DIVIDA QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO, non per un capriccio di Dio, ma per il bene dell’uomo e della donna ovviamente. Solo la fedeltà fa grande l’amore e la fedeltà chiede fiducia incondizionata in Dio (come i BAMBINI) e nella persona amata che Lui mi ha messo accanto.
Ed è proprio questo passaggio attraverso Dio che rende possibile ogni amore, che apre le porte anche a quell’amore comunque sponsale, che è anche l’amore a cui siamo chiamati noi consacrati, celibi per il Regno dei cieli. La radice è la stessa e il compito è lo stesso, il modo è diverso. Amare per essere amati, amare per rispondere a Dio, amare per generare vita. Amare per essere nella gioia più grande.
E qui aggiungo un ultimo tema che sembra di altra natura, ma trova la stessa identica radice. E’ il tema della COLLABORAZIONE PASTORALE. Anche qui Dio ci chiede di lasciare, per una unità che ci farà migliori. E’ la logica dell’amore che cresce e riempie i cuori e le comunità tanto più noi siamo disposti a lasciare, svuotare i nostri cuori, metterli nelle mani degli altri.
In un contesto in cui la fede sta diminuendo, i preti stanno diminuendo, le famiglie cristiane stanno diminuendo, il Signore ci chiama ad essere testimoni nei fatti che non si vive da soli, ma insieme, come persone e come comunità. E’ un dono che viene da Dio per opera del suo Spirito. E’ invito ad uscire e a lasciare per scoprire un centuplo che i bambini sono capaci di intuire prima.
Aiutaci ad amare Signore e aiutaci a Collaborare, tutti, sempre. Grazie.