Omelia del 7 aprile 2019

5^ Domenica del Tempo di Quaresima/C – STRADE NUOVE – E’ molto bella l’immagine del profeta ISAIA, che parla di una NOVITA’ che Dio propone nella vita del suo popolo e la presenta come una COSA NUOVA CHE GERMOGLIA e una STRADA NEL MARE. Dio vuole prendersi cura di noi, suo popolo, la cui vita spesso assomiglia a un DESERTO, pieno di nemici, di pericoli, di morte. Il riferimento è chiaramente all’esperienza dell’ESODO, ma diventa subito universale.
• Una STRADA NEL MARE ha il sapore del movimento, dello spostarsi, del cammino. Il MARE e le ACQUE POSSENTI fanno riferimento al Mar Rosso, all’ESODO e alla liberazione.
• Il GERMOGLIARE invece ha il sapore della vita, delle piante, che crescono, che sono preziose e delicate, che hanno bisogno di cure e protezione.
Sono immagini che ci preparano alla PASQUA ormai alle porte. Pasqua dove GESU’ mostra come questa NOVITA’ diventi una storia possibile e riguardi la vita delle persone, che spesso il peccato rende come un deserto, si perché i peccati hanno sapore di morte, di fallimento, di male, di rovina, di solitudine e di abbandono perché sono scelte di male, di egoismo e di chiusura.
E così scopriamo oggi nel VANGELO un GESU’ preoccupato soprattutto di “salvare a tutti i costi qualcuno” e anche preoccupato di “salvare tutti ad ogni costo”.
Sia la DONNA ADULTERA, che quegli UOMINI GIUDICANTI (SCRIBI E FARISEI) sono prigionieri dei loro peccati. Anche se in entrambi Gesù intravede una sete di bene (Il peccato raramente è cercato per se stesso, ma è la conseguenza di un bene cercato male).
• Così quella DONNA cercava amore, ma nell’adulterio.
• Quegli UOMINI cercavano giustizia, ma per altri fini.
Lei cercava l’amore senza responsabilità, oltre il recinto della sua relazione legittima. Loro cercavano giustizia senza carità, senza curarsi della persona.
E così GESU’ cerca di liberare entrambi dai loro limiti e peccati che li bloccano e li schiacciano, condannandoli entrambi a produrre morte per LAPIDAZIONE: lei subendola, loro infliggendola, ma sempre morte resta. Quanta morte circola anche oggi, quante “pietre”, magari anche solo digitali andiamo scagliando contro gli altri e quanta morte andiamo invocando con un atteggiamento “giustizialista” che sembra così prepotentemente tornato di moda.
GESU’ invece prima TACE e SCRIVE PER TERRA, prende tempo, pensa. Non vuole giudicare, non vuole condannare, ma nemmeno giustificare. Oggi invece subito rispondiamo, subito alziamo la voce, subito prendiamo il telefonino e scriviamo, vomitando sentenze, spesso di morte per gli altri.
GESU’ invece SI ALZA per ben due volte, per entrambi:
• Per parlare a quegli UOMINI malvagi, per aiutarli a rendersi conto del male che fanno.: CHI E’ SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA. E tutti saggiamente se ne vanno.
• Per parlare alla DONNA non per giudicarla, ma per aiutarla a rendersi conto della salvezza ottenuta che però chiede di cambiare vita, cambiare amore: NESSUNO TI HA CONDANNATA, VA E NON PECCARE PIU’.

A questo punto chi resta? Restiamo noi. E dove siamo?
• Non siamo lontani da quella donna. Quanti amori sbagliati viviamo. Adulterio non è solo cercare un’altra donna o un altro uomo, è anche vivere male, egoisticamente l’amore che ho, viverlo disordinatamente. Oppure non viverlo, rinunciare per paura o per interesse.
• Non siamo lontani nemmeno da quegli uomini: quante volte siamo tentati anche noi di giudicare, di condannare, di lapidare, magari con gesti, con silenzi, con parole.
Anche noi abbiamo bisogno di essere perdonati e salvati. Anche per noi valgono le parole di Gesù: “Non ti condanno, ma tu non peccare. Non sei senza peccato, non scagliare pietre”.
Trattieni i nostri cuori dagli amore senza responsabilità che ci condannano alla tristezza. Trattieni le nostre mani e la nostra lingua da lanciare pietre che uccidono prima noi che gli altri.

In fine un appello per noi uomini, del mondo e della chiesa: siamo in debito con le donne! Riconosciamolo! Troppo spesso ci siamo assolti dai nostri peccati e li abbiamo fatti pagare alle donne: Basta maschilismo, basta differenze, basta violenze. Diversi per natura, ma uguali per dignità. Apri tu GESU’ strade nuove anche per noi, oggi!