Omelia del 6 settembre 2020

23^ domenica del Tempo Ordinario Anno A – SENTINELLE – Ezechiele parla di SENTINELLE. Anzi parla di UNA SENTINELLA, il FIGLIO DELL’UOMO che possiamo intendere come il profeta stesso (IO TI HO POSTO COME SENTINELLA PER LA CASA D’ISRAELE), ma possiamo intenderlo anche come annuncio del Messia che sarà come una SENTINELLA.

Chi è e cosa fa la sentinella? Vigila! Vigila perché il nemico non possa arrivare di sorpresa e vincere.

Quale è il nemico? È il male. Il male personificato in Satana e quel male che nasce nel nostro cuore frutto della nostra volontà fragile, che spesso desidera il bene, come dice San Paolo, ma fa il male.

Certo è GESU’ la grande SENITNELLA DEL MONDO e ha chiamato la CHIESA, noi cristiani, tutti, anche se con compiti e in modi diversi ad essere sentinelle! E poi c’è quella sentinella speciale che è o dovrebbe essere la nostra COSCIENZA. Una coscienza che però deve essere “sveglia”, preparata, allenata, si dice formata.

Se la grande SENTINELLA è GESU’ e questo ci rincuora, non di meno è necessario che noi siamo SENTINELLE gli uni per gli altri (ed ecco la pagina del Vangelo, la impegnativa “correzione fraterna”, l’aiuto reciproco fondato sulla comune fratellanza che ci deve contraddistinguere). Ed in fine la SENTINELLA interiore che ognuno deve essere a se stesso con la sua coscienza.

Allora il MALVAGIO (che resta fratello) potrà NON MORIRE, se sarà AVVERTITO PERCHE’ POSSA CONVERTIRSI, se vorrà ovviamente convertirsi.

E anche qui è chiaro che i MALVAGI, cioè coloro che si lasciano abitare dal male, lo siamo tutti. Abbiamo tutti bisogno di GESU’, di FRATELLI che si prendono cura di noi, di una COSCIENZA vigile che ci avverta. Poi ognuno di noi, davanti a DIO e alla sua COSCIENZA dovrà fare il salto, dire il suo si, abbassare la testa e umilmente dire “ho peccato”, “ho fatto il male”, “chiedo perdono”.

Quanto consolante è allora la possibilità non solo di poterlo fare con DIO, sempre e comunque (ricordate il Papa che ce lo ha ricordato per il tempo del lockdown, dove nemmeno a Pasqua abbiamo potuto confessarci), ma ancora di più consolante è sapere che c’è un posto, concreto, fisico, dove io posso andare ed avere la certezza, capiti quello che capiti, di essere perdonato! Si, è il SACRAMENTO del PERDONO, della CONFESSIONE o RICONCILIAZIONE. Decidere di andare davanti a un sacerdote, mettermi in ginocchio, prendermi la mia responsabilità e, in coscienza, dire “ho peccato” e avendo certezza assoluta sentirmi dire “io ti assolvo… va in pace”.

Quel posto c’è: Ma noi dove siamo?

 

Ecco allora illuminata la pagina del Vangelo dove GESU’ ci fornisce un modo concreto di operare e apre la strada al sacramento, mi pare.

Da un lato infatti c’è il cammino chiamato della CORREZIONE FRATERNA. SE TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA:

  1. AMMONISCILO FRA TE E LUI SOLO…
  2. PRENDI CON TE UNA O DUE PERSONE
  3. DILLO ALLA COMUNITA’.
  4. Solo alla fine, SIA COME UN PAGANO.

È un cammino impegnativo. Occorre prendersi a cuore il FRATELLO. Sono le SENTINELLE che abbiamo cercato di attivare (con poco successo finora) come Caritas per i bisogni materiali. Ma ancora di più avremo bisogno di SENTINELLE spirituali. Ne saremo capaci? Mi pare che uno dei successi più grandi del Tentatore è convincerci che “non dobbiamo occuparci degli altri” e portarci ad applicare la “privacy” non solo nei rapporti civili, ma anche in quelli spirituali!! Che grande perdita/sconfitta.

È un dovere di FRATERNITA’ la correzione fraterna.

Ma è anche un dovere personale, e qui c’è il SACRAMENTO DELLA RICONCILIZIONE, perché quando GESU’ conclude, dopo aver detto TUTTO QUELLO CHE SCIOGLIERETE SULLA TERRA SARA’ SCIOLTO IN CIELO, dice in fine: DOVE SONO DUE (O TRE) RIUNITI NEL MIO NOME IO SONO IN MEZZO A LORO, mi sembra proprio che ci stia dicendo: quando andrete dal SACERDOTE, io ci sarò e vi assicurerò la vittoria sul male, il suo superamento, la vittoria della misericordia sul peccato, la PIENEZZA DELLA CARITA’ SULLA LEGGE, come ricorda San Paolo.

Che grande opportunità essere SENTINELLE: come GESU’, per gli altri, ma anche per noi stessi.