Omelia del 6 ottobre 2019
|XXVII Domenica del Tempo Ordinario/C – DALL’INQUIETUDINE ALLA GIOIA! (Ingresso del Vescovo Michele, Inizio Ottobre missionario straordinario e Sinodo Amazzonia) – Oggi la Parola ci invita a meditare attorno al tema della FEDE. Questione centrale per un credente. Non è un tema semplice e per certi versi nemmeno rassicurante.
Ma a cosa serve un vescovo (oggi arriva Michele), cos’è la missione (siamo entrati nel mese missionario, quest’anno straordinario!), a cosa serve un sinodo (oggi inizia quello Amazzonico), se non a suscitare, ravvivare, rinnovare la FEDE in un Dio che c’è e si prende cura di noi? E questo ci dona certo speranza, ma suscita anche inquietudine!
In tutte e 3 le letture motivi di INQUIETUDINE, certo sana, salutare, utile, a patto che non ci lasciamo travolgere da essa, ma piuttosto spronare, spingere ad andare oltre (che è esattamente ciò a cui serve un vescovo, la missione, un sinodo).
Nella prima lettura, ABACUC, un profeta: certamente ci provoca INQUIETUDINE, quando ci fa sapere che il credente IMPLORA AIUTO E IL SIGNORE – sembra – NON ASCOLTARE.
Nella seconda lettura, SAN PAOLO A TIMOTEO, anch’esso un poco INQUIETA quando dice che i DONI DI DIO non sono sufficienti, se hanno continuamente bisogno di essere RAVVIVATI.
In fine nel Vangelo secondo LUCA, pure INQUIETA nel dirci che alla richiesta dei discepoli di ACCRESCERE LA FEDE (presupponendo così di averne almeno un poca), GESU’ rispondendo SE AVESTE FEDE QUANTO UN GRANELLINO DI SENAPE, è come se dicesse: “nemmeno questa fede piccolissima avete!”.
Dunque INQUIETA e ci PREOCCUPA: Se la Bibbia, se i DISCEPOLI si trovano in queste condizioni, noi in che condizioni siamo? Difficile che stiamo meglio! Quanta fede ho? Che fine fanno le mie preghiere? E il mio impegno a ravvivare la fede?
A questo punto potremo essere presi dallo sconforto, potremo essere delusi e anche magari un po’ “depressi”, appunto inquieti e preoccupati: E a volte, come credenti possiamo essere proprio così.
Se poi continuiamo a leggere il Vangelo e arriviamo in fondo alla pagina, quel SERVI INUTILI sembra aggiungere “sale sulla ferita”!
Ma a questo punto dobbiamo reagire! Sappiamo bene che il Vangelo non ci vuole delusi, sconfortati, depressi, delusi, inquieti, preoccupati, anzi, ci vuole: pieni di speranza, di gioia, di coraggio e di iniziativa: è per questo che Dio ci dona sempre nuovi pastori, è questo ottimismo che ci spinge (o dovrebbe) alla missione, che ci porta a rileggere continuamente la fede con Concili e Sinodi per chiederci come dire GESU’ e dire la FEDE oggi!
E allora proprio quel SERVI INUTILI ci viene invece in aiuto. Perché certo, davanti a Dio e alle sue opere, noi e le nostre azioni – ne siamo certi – sono e resterebbero semplicemente inutili, perché nulla possono aggiungere di significativo a ciò che Dio è e fa. Ma non è così. Non è così perché Lui vuole così. Perché Lui, Dio stesso, in Gesù ci ha detto e ci ha mostrato che non è così.
Noi valiamo. Noi siamo importanti. Valiamo nonostante il peccato, siamo importanti nonostante le nostre continue cadute, i nostri vizi capitali, il nostro cedere al male.
Noi che dovremo solo tacere e servire da schiavi, sappiamo che Dio non ci vuole ne servi ne schiavi. Dio ci ha voluto figli! Dio stesso si è fatto servo nostro. In Gesù si è chinato a lavarci i piedi. Lui stesso ci dice che nel Regno dei cieli passerà a servire noi! Lui che si è fatto uomo in Gesù attraverso Maria ci dice con i fatti prima che con le parole che la nostra umanità vale. Lui che è vissuto in silenzio e nel nascondimento di NAZARET per 30 anni, ci dice attraverso questo essere immerso nell’umanità, che è il suo più importante insegnamento, che l’umanità vale. Le nostre preghiere valgono, il nostro impegno vale la pena. La nostra fede può sempre crescere!
Certo dobbiamo continuamente RAVVIVARE IL DONO RICEVUTO, primo fra tutti la FEDE: Un nuovo vescovo che arriva, come Michele per noi, ci viene donato per questo. Facciamolo! Un ottobre missionario che inizia, a 100 anni dalla riscoperta che ogni credente è missionario, ogni Chiesa deve inserirsi pienamente nel popolo e nella cultura che la ospita! Viviamolo! Un Sinodo sull’Amazzonia, mentre aiuta la Chiesa amazzonica fatta di poveri, aiuta anche tutta la Chiesa universale a fare i conti con i poveri, dove Gesù ha detto di essere presente. Seguiamolo!
Allora la nostra FEDE, liberata dall’inquietudine sarà GIOIA.