Omelia del 6 novembre 2022

XXXII Domenica del Tempo Ordinario/C – GIOIA ETERNA – Continua in questi testi la meditazione sulla morte e risurrezione che ci è venuta dalla doppia festa di SANTI E DEFUNTI.
Una meditazione che parte dal racconto drammatico della prima lettura, libro dei Maccabei, altro momento drammatico della vita di Israele che all’ennesima invasione straniera, stavolta i greci, si trova a fare i conti col tentativo di cancellare la fede dei Padri, con uno sparuto gruppo che resiste a prezzo della vita (Ci viene subito da pensare all’attualità dove, nonostante il progresso e la civiltà tanto sbandierati, torniamo sempre “indietro con l’orologio”, come ci ha ricordato il Presidente Mattarella, con guerre, violenze, ingiustizie).
Quei 7 ragazzi sono la “meglio gioventù” dell’epoca che confida in Dio oltre ogni speranza umana perché vede e legge la vita oltre la vita: SIAMO PRONTI A MORIRE PIUTTOSTO CHE TRASGREDIRE LE LEGGI DEI PADRI… TU CI ELIMINI DALLA VITA PRESENTE, MA IL RE DELL’UNIVERSO, DOPO CHE SAREMO MORTI… CI RISUSCITERA’… E’ PREFERIBILE MORIRE PER MANO DEGLI UOMINI, QUANDO DA DIO SI HA LA SPERANA DI ESSERE DA LUI DI NUOVO RISUSCITATI… Quale coraggio, quale forza, quale speranza.

È la stessa che ritroveremo in GESU’ e di cui c’è chiara traccia nel brano del Vangelo che abbiamo letto. GESU’ è ormai entrato a GERUSALEMME e vicino alla sua fine, GESU’ deve fare i conti con un “cerchio” che si sta chiudendo sempre di più.
Ora sono i SADDUCEI gruppo di sacerdoti che non crede alla risurrezione, che lo attacca con la storiella della DONNA DAI 7 MARITI che diventa l’occasione per GESU’ di aprire un’ulteriore squarcio sul futuro che attende Lui e soprattutto noi!
Il motivo dell’ipotetico caso è la “legge del levirato” (levir = cognato) secondo cui, in caso di morte di un uomo senza figli, il fratello doveva sposare la vedova per assicurare la discendenza.
Ed ecco, nella risposta di GESU’, quella “finestra” sull’oltre di cui si diceva: I FIGLI DI QUESTO MONDO PRENDONO MOGLIE E PRENDONO MARITO,MA QUELLI CH SONO GIUDICATI DEGNI DELLA VITA FUTURA E DELA RISURREZIONE DAI MORTI, NON PRNDONO NE’ MOGLIE NE’ MARITO.
E aggiunge: INFATTI NON POSSONO PIU’ MORIRE, PERCHE’ SONO UGUARLI AGLI ANGELI E, POICHE’ SONO FIGLI DELLA RISURREZIONE, SONO FIGLI DI DIO.
In fine la conclusione: CHE POI I MORTI RISORGANO, LO HA INDICATO ANCHE MOSE’ A PROPOSITO DEL ROVETO, QUANDO DICE: “IL SIGNORE E’ IL DIO DI ABRAMO, DIO DI ISACCO E DIO DI GIACOBBE?. DIO NON E’ DEI MORTI, MA DEI VIVENTI; PERCHE’ TUTTI VIVONO PER LUI.
GESU’ segnala una continuità e una differenza:
1) la certezza della continuità della vita. C’è vita oltre la morte: LA VITA FUTURA… DELLA RISURREZIONE DAI MORTI.
2) la constatazione della differenza tra questa e quella vita: NON PRENDONO MOGLIE E MARITO, NON POSSONO MORIRE, SONO UGUALI AGLI ANGELI… FIGLI DI DIO.
Tutto quello che viviamo in questa vita è “cammino”, è in cambiamento, continua evoluzione. Ci si innamora, si fa una scelta vocazionale, si fa una famiglia, si vive una consacrazione, si mettono al mondo figli, si celebrano sacramenti, la vita stessa della Chiesa, ma anche la vita del mondo, il lavoro, la natura… Tutto si muove, cambia, evolve… in questa vita. Nella vita risorta invece viene portato a compimento, arriva al massimo, arriva in vetta: non c’è più da camminare, c’è solo da contemplare (come, appunto, in cima a una vetta). Non ci saranno più relazioni nuove, ma relazioni piene. Tutti primi posti. Tutti avvolti dall’amore, non più parziale, ma totale. In Dio, amore, luce nella luce. Non distanti e sconosciuti, ma vicini, vicinissimi, in perfetta comunione gli uni con gli altri. Non più marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle, uomo e donna, consacrati e laici, ma pienamente inseriti nell’amore Trinitario che tutto porta a perfezione nella piena comunione delle differenze, le une perfettamente inserite nelle altre. Noi saremo noi, gli altri saranno gli altri, con tutto quello che abbiamo vissuto, senza perdere nulla di tutto quello che abbiamo vissuto nell’amore, ma sarà totale, compito, assoluto, eterno. Tutto quello che siamo, corpo compreso, non viene cancellato, ma diventa perfetto e non ci stancheremo di amarci.
Non sarà noia eterna, ma sarà gioia eterna.
In questo senso UGUALI AGLI ANGELI, veramente FIGLI DI DIO.
DIO, infatti, conclude GESU’, NON E’ DEI MORTI MA DEI VIVENTI dove TUTTI VIVONO con e PER LUI (Non vedo l’ora…)