Omelia del 6 gennaio 2023

EPIFANIA – NEL TEMPO E FUORI DEL TEMPO – Anche se l’EPIFANIA “tutte le feste porta via”, e quindi porta con se un po’ di velata tristezza, umanamente parlando, bisogna riconoscere che dal punto di vista più cristiano è davvero un momento bello e affascinante.
Tanti i motivi, me ne vengono in mente almeno tre: 1) Allarga il gusto del Natale, perché è come tornare a Betlemme davanti alla culla con i MAGI. 2) Allarga l’orizzonte del Natale perché vengono coinvolti molti altri personaggi. 3) Allarga il tempo del Natale perché da qui idealmente inizia l’annuncio cristiano per gli uomini di ogni tempo.

Già ne troviamo tracce e anticipi nelle due letture che preparano.
Il profeta Isaia con quel suo poetico racconto che fa riferimento alle GENTI CHE CAMMINERANNO ALLA LUCE DEL SIGNORE, a TUTTI COLORO CHE SI SONO RADUNATI E VENGONO A DIO, AL CUORE CHE PALPITA, allo STUOLO DI CAMMELLI E DROMEDARI CHE PORTANO DONI… È l’orizzonte che si amplia.
Paolo agli Efesini invece richiama a quella potente spinta missionaria che abita nel cuore dei cristiani fin dai primi passi della fede, parlando del suo MINISTERO DELLA GRAZIA DI DIO e prima di lui AI SANTI APOSTOLI E PROFETI PER MEZZO DELLO SPIRITO, per un unico scopo: CHE LE GENTI SIANO CHIAMATE IN CRISTO A CONDIVIDERE LA STESSA EREDITA’, A FORMARE LO STESSO CORPO E AD ESSERE PARTECIPI DELLA STESSA PROMEZZA… È la missione cristiana che si dilata nel tempo…

Ma non c’è dubbio che è nel Vangelo il grande racconto dei MAGI, l’Epifania per eccellenza che attira, incuriosisce, alimenta, sprona, provoca, incoraggia… e potremo continuare… la nostra fede.
Senza addentrarci nei particolari storici o astronomici che il racconto contiene, come presi per mano dall’Evangelista e da questi misteriosi personaggi, entriamo in un racconto che ha il sapore universale, che, pur attraverso persone e segni orientali, parla a tutti, che pur collocato nel tempo è fuori del tempo.
Vediamo alcune provocazioni che ci possono stimolare quest’anno!
DOV’E’ COLUI CHE E’ NATO? È la domanda fondamentale, esprime la ricerca, la consapevolezza di qualcosa di nuovo c’è sulla terra per il quale vale la pena mettersi in cammino, affrontare rischi, scrutare il cielo, studiare gli astri… È la partenza e la spinta del credente, di ogni credente, in particolare del credente cristiano che si ritrova a fare i conti con un BAMBINO e già qui c’è tanto della Buona Notizia. Un Dio così, un Dio che si fa così, per certi versi nascosto che però chiede di essere trovato, da noi! E i MAGI sono il segno dell’umanità che cerca, che rischia, che si mette in cammino, che si scomoda. ERODE invece sarà il segno dell’umanità che non vuole rischiare, che non si mette in moto, che resta ferma, non cerca.
Noi da che parte stiamo?
CHIAMATI SEGRETAMENTE I MAGI. È l’atteggiamento di ERODE che nasconde le sue paure e che rivela a noi la sua intenzione di non rischiare. Incontrare e lasciarsi incontrare da Dio è rischioso. Ti cambia, e ERODE non vuole rischiare nulla. E così perde l’occasione della sua vita, di cambiare la sua vita. Lui resta fermo e manda gli altri: ANDATE E INFORMATEVI, a fare il lavoro al posto so! Ma con Dio non funziona così, non c’è la fede per procura. Ognuno deve fare il suo cammino. I MAGI rischiano, si muovono, cercano in prima persona, accettano di uscire dalle loro comodità (dai loro divani direbbe Papa Francesco)… saranno aiutati (la STELLA), e troveranno (il BAMBINO). ERODE con tutti i suoi CAPI, SACERDOTI, SCRIVI non riceverà l’aiuto sufficiente a mettersi in modo.
Questo Natale ci ha messo, almeno un poco, in moto?
ENTRATI NELLA CASA. Ecco un altro particolare bello. Non è nei palazzi e nelle regge che si trova Dio, ma nella semplicità e nella normalità di una casa. ERODE non esce dalle sue comodità e non troverà Dio, lo sentirà addirittura come un nemico (e noi?). I MAGI invece lasciano le loro dimore, certamente più comode e agevoli di un lungo viaggio e accettano di entrare in una casa che sappiamo povera e umile, non si scandalizzano, si fidano fino in fondo, non fanno gli schizzinosi… E trovano, e incontrano, e provano una GIOIA GRANDISSIMA, mi è sempre piaciuto questo aggettivo superlativo.
Dio lo trovi in basso, scendendo, in casa: e noi da che parte andiamo?
Buona EPIFANIA. Per tutti ci siano domande, ricerche vere e trasparenti, il coraggio di cercare il Grande nel piccolo… Sempre!