Omelia del 5 marzo 2023

2^ Domenica del Tempo di Quaresima/A – NUOVO INIZIO – Ci una immagine che mi è venuta in mente davanti a queste pagine della Parola che riascoltiamo sempre nella 2^ domenica di Quaresima: è il NUOVO INIZIO.
ABRAMO nella prima lettura, la Genesi, inizia una nuova vita. Possiamo dire che il suo è il “nuovo inizio” per antonomasia. Con lui, con quella chiamata inizia la Storia della Salvezza, inizia una relazione nuova tra Dio e l’umanità a partire da uno (ricordate la tensione uno/tutti di domenica scorsa nella seconda lettura, San Paolo ai Romani?), per coinvolgere poi tutti.
Così pure per i DISCEPOLI nel Vangelo che vivono l’ennesimo “nuovo inizio”, dopo aver conosciuto GESU’ e averlo seguito, dopo aver cominciato a sentire la sua profezia drammatica sulla CROCE, oggi dopo questo evento straordinario ripartono (anche se devono tacere), in attesa della vera e definitiva ripartenza, il vero “nuovo inizio” che GESU’ realizzerà con la sua PassioneMorteRisurrezione.
E mi viene subito da aggiungere un dato per noi: la FEDE, ogni fede, la nostra fede, è sempre un NUOVO INIZIO, è arte del ricominciare sempre e comunque. Si, perché DIO è sempre novità. È Colui che:
• Apre sempre nuovi orizzonti, là dove la vita li chiude.
• Fa ripartire continuamente coloro che si fidano di Lui.
• Ci mostra sempre una strada nuova da percorrere, oltre ogni ostacolo, anche oltre la morte.
ABRAMO era un pastore, probabilmente benestante, ricco, oggi diremo un uomo che era arrivato. Invece DIO irrompe nella sua vita e gli prospetta una NUOVA TERRA, un NUOVO VIAGGIO, una NUOVA VITA… certo più belli, ma non a buon mercato, non privi di fatiche e di lotte, un cammino difficile, ma con nelle orecchie qualcosa di incredibile, mai udito prima.
I TRE DISCEPOLI che pensavano di aver già capito tutto di GESU’ e più volte si erano dovuti ricredere, in realtà non hanno capito ancora nulla. E quando GESU’ si TRASFIGURA ed è la prima grande novità, ancora pensano che la risposta sia quella di RESTARE LI, FARE TRE CAPANNE, mentre invece la risposta esatta è esattamente il contrario: ALZARSI, ANDARE, scendere dal monte con lo stesso GESU’ di prima, ma con negli occhi e nel cuore qualcosa di grande.
La FEDE è così, la nostra fede è così. La vita è così, la nostra vita è così: Dio ci sorprende e se ci fidiamo continuerà a farlo…
Dice ancora San Paolo, stavolta scrivendo a Timoteo: SOFFRI CON ME PER IL VANGELO, si, ma CON LA FORZA DI DIO, il quale CI HA SALVATI, CI HA CHIAMATI, ci ha dato una VOCAZIONE SANTA… Tutto riceviamo da Lui, ma non dobbiamo sentirci arrivati, bensì sentirci di avere a disposizione la forze, il coraggio, la speranza di RICOMINCIARE SEMRE, senza timore.
Anche quando – e capita sempre così – non possiamo dire niente a nessuno, perché le esperienze della fede a volte non si possono raccontare, perché sono sempre esperienze di uniche, irripetibili, impossibili da descrivere perché troppo grandi, troppo fuori dei nostri linguaggi. Eppure li DIO c’è e c’è per me. Come fu per ABRAMO, come fu per i DISCEPOLI.
Su quel MONTE ALTO, dove vanno ALCUNI DISCEPOLI (ancora pochi per molti) GESU’ fa fare un’esperienza unica, impossibile da raccontare davvero, ma sufficiente per dire a loro e per dire a noi: RIPARTIAMO, vale la pena sempre e comunque ripartire.
Ogni giorno, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni epoca.
Noi, tentati di dire con tutti: “va sempre peggio”, “il mondo non è mai andato così male” (sintomo di vecchiaia negativa), come credenti in CRISTO, siamo chiamati a dire sempre: c’è speranza, c’è sempre un bene che germoglia, c’è una bellezza nascosta dietro ogni volto, c’è possibilità di trasfigurazione per ogni uomo e ogni donna, per ogni paese e ogni nazione. Non rassegniamoci. Né alla guerra, né alle tragedie, come i terremoti e la strage dei migranti, né ai nostri peccati e piccoli e grandi egoismi.
• Non fermeremo subito la guerra, ma possiamo e dobbiamo provarci sempre e ripartire sempre.
• Non fermeremo i terremoti o le tragedie in mare, ma possiamo umanizzare il dolore, mostrare una luce se sapremo prenderci cura, se vorremo fare qualcosa, se non resteremo indifferenti.
E così, trasfigurazione dopo trasfigurazione, Pasqua dopo Pasqua, nel mondo che tende al buio, una luce, anche se piccola risplenderà sempre, una per pochi, certo, ma farà luce per molti, tutti!