Omelia del 5 luglio 2020

14^ domenica del Tempo Ordinario/A – PICCOLI E UMILI – Venerdì abbiamo celebrato la Prima Comunione con 40 bambini del 4° anno del catechismo (9 a settembre), bambini di 10 anni. Fu Papa Pio X che volle anticipare l’età della prima Eucaristia, perché anche i più PICCOLI potessero ricevere Gesù nel Pane consacrato. Per cui quello che prima oscillava tra gli 11 e i 14 anni, venne anticipato ai 6/7 anni, a partire dal momento in cui, ragionevolmente si poteva supporre che il bambino potesse capire la differenza tra il pane normale e il pane consacrato. Questo accadeva più di 100 anni fa, esattamente il 1910.

Ricordo questi due particolari per cogliere una delle conseguenze di questo principio fondamentale che ci viene consegnato dalla Scrittura in questa domenica: la PICCOLEZZA.

 

Chi che è PICCOLO è vicino al REGNO DEI CIELI, chi è PICCOLO è colui che può comprendere meglio la RIVELAZIONE che Dio fa di sé. Gesù dice chiaramente: TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHE’ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.

È questa la condizione prima che ci può permettere di entrare più facilmente in contatto con il SIGNORE, con il suo pensiero, con i suoi desideri, con i suoi doni, con la sua volontà.

Lo fa Lui stesso con il FIGLIO, quando intraprende questa strada, quella dell’ESSERE MITE E UMILE DI CUORE, via maestra per trovare RISTORO contro ogni STANCHEZZA E OPPRESSIONE:

  • Lui l’Onnipotente, il Creatore di ogni cosa che si fa PICCOLO, uno di noi, che accetta l’UMILIAZIONE della Passione e Morte.
  • Lui che rimane con noi attraverso una CHIESA fatta di uomini e donne mediocri, essi pure piccoli, così tanto da essere spesso cattivi testimoni, poco trasparenti, poco efficaci.
  • Lui che si fa vicino con i SACRAMENTI, segni piccoli, semplici, umili, così come appare in modo evidente e chiaro nel PANE, cosa c’è di più semplice e umile, che diventa il suo CORPO dato per noi.
  • Lui che, in fine, si fa presente nei POVERI (qualcuno li chiama: ottavo sacramento), segno della sua presenza piccoli e umili per eccellenza con i quali GESU’ si è identificato e fatto presente.

 

Gesù dice VENITE A ME dice e potremo aggiungere: VENITE A ME “COSÌ” con questo stile di piccolezza e umiltà. Come hanno fatto venerdì quei 40 bambini, come fanno sempre i bambini nei confronti con il Signore. C’è un “privilegio” che noi parroci abbiamo quando diamo per la prima volta l’Eucaristia, avere davanti a noi gli occhi dei bambini. Sono un privilegio grande. Anche i più spavaldi e distratti, nei loro occhi tradiscono quel fascino per il dono grande che sta davanti a loro, quell’emozione sincera per qualcosa di grande, quel loro contemplare in modo unico e irripetibile l’infinito che a noi adulti spesso è nascosto e possiamo scoprire con tanto sforzo (e non basterebbe) o attraverso un dono eccezionale tipico solo dei santi (ma c’è per tutti).

 

E cos’è d’altronde quella profezia di Ezechiele, nella prima lettura, se non la promessa di qualcosa che va oltre le nostre forze e capacità. Cos’è questo annuncio di PACE, fatto di UMILTA’, di strumenti di guerra SPEZZATI, decisamente smentito dalla storia, se non annuncio di qualcosa che:

  • è una favola (come ebbero a dire i famosi “maestri del sospetto”) per tenere buone le masse;
  • oppure è un annuncio di qualcosa di diverso, di piccolo, appunto, di invisibile agli occhi (come ebbe a dire un famoso autore), che in realtà salva il mondo?

Tra le due ognuno deve fare la sua scelta (è la scommessa di Pascal).

 

San Paolo, la seconda lettura, riprende questo dualismo con la contrapposizione diventata famosa (e per certi versi un po’ fuorviante), della CARNE e dello SPIRITO che noi, gente di poca intelligenza abbiamo interpretato solo come contrapposizione tra corpo e anima, e separazione tra mondo dell’uomo e mondo di Dio, ma non è innanzitutto così. È piuttosto la contrapposizione tra il peccato e il bene, tra le realtà piccole che si credono grandi e le realtà grandi che si mostrano piccole. È quella distinzione, questo si, tra la realtà dell’uomo e quella di Dio che non è separazione, dove Dio non sta altrove, ma sta dentro! Non sta lontano, ma sta vicino! Non vuole dominare, ma amare!

 

E così torniamo ai PICCOLI, UMILI, MITI di Gesù. Lui per primo si è fatto così! Solo così si entra nel Suo Regno. Solo così si fa esperienza del cielo sulla terra. Solo così c’è vera gioia. Solo così. Scommettiamo su di Lui. Solo così si vince.