Omelia del 5 aprile 2020

Domenica della Passione – Anno A – VITA PIENA DI VITA – Entriamo con Gesù a GERUSALEMME, entrando nella SETTIMANA SANTA. Come la Quaresima, anche questa Settimana sarà sotto il segno delle restrizioni sanitarie. E mentre collaboriamo tutti per custodire il bene prezioso, dono di Dio, della salute dei nostri corpi (siamo infatti chiamati tutti ad essere custodi di quel Creato di cui facciamo parte), dall’altra siamo invitati come credenti, come cristiani, a vedere e leggere dentro questa situazione la presenza di Dio che non ci lascia soli. Forse abbiamo fatto Quaresima di digiuno molto di più del solito e forse ci siamo resi conto di come tante cose scontate ci siano mancate nel cammino della fede. Speravamo di poter vivere questa Settimana diversamente, ma dobbiamo entrare nella Passione con la stessa spoliazione a cui fu soggetto GESU’, e anche la Pasqua ci viene chiesta di viverla in forma quasi nascosta, che assomiglia molto alla prima Pasqua, quella degli Ebrei in Egitto, chiusi in casa, e a quella dei Discepoli, chiusi nel Cenacolo con Maria.
Da questo punto di vista allora possiamo sentirci privilegiati. Possiamo davvero vivere, quest’anno, una Pasqua originale. Non tanto nel senso moderno del termine, dove si correva dietro all’effimero, quanto nel senso etimologico: la Pasqua delle origini. Tolti tutti i segni esteriori, pur utili, siamo chiamati a custodire il nucleo incandescente: CRISTO, IL FIGLIO DI DIO, INCARNATO PER NOI, HA PATITO davvero, PER NOI, E’ STATO TRADITO E CROCIFISSO, innocente, PER NOI, E’ MORTO IN CROCE PER NOI, ma soprattutto E’ RISORTO PER NOI: SI E’ RISORTO! Alla fine di questi 7 giorni ci attende una VITTORIA, quella della VITA SULLA MORTE. In questo tempo di coronavirus, dove la morte sembra farla da padrona, ci viene chiesto, testardamente, di prepararci a cantare la VITA, non la nostra fragile vita, quella che abbiamo riscoperto dopo tanti anni di “ubriacatura consumistica”, ma quella di CRISTO, una vita piena di vita, che passa indenne attraverso la morte, indenne, ma non meno tragica, per poi sbucare nel CIELO, nella CASA DEL PADRE, nella VITA VERA. E’ li che sta il traguardo. Il deserto è quasi finito, non siamo soli nel deserto, si vede la fine.
Con CRISTO, senza paura, ANDIAMO. Entriamo, coraggio.