Omelia del 31 luglio 2022
|XVIII domenica del Tempo Ordinario/C – TUTTO CIELO – Si susseguono pagine belle, importanti e significative in queste domeniche di torride estate. Rischiano di passare un po’ sottotono. Sono però – sempre – una utile provocazione.
Per noi che siamo a casa, ma anche per chi in questi giorni ha la possibilità di ascoltarle e meditarle al fresco (forse) della villeggiatura al mare, ai monti o vicino ad un lago.
Innanzitutto la VANITA’ di cui ci parla Qoelet, questo autore il cui testo appartiene al gruppo dei libri detti “sapienziali”. Sono testi che raccolgono molta sapienza umana, ma che a noi cristiani è dato di leggerla alla luce di GESU’ e del suo dono. Essi ci dicono comunque che tanta parte degli insegnamenti cristiani (e religiosi), hanno una matrice comune e condividibile. Quello che ci viene ricordato in “Fratelli tutti” la terza enciclica di Papa Francesco (2020) e la Dichiarazione sulla fratellanza umana firmata insieme al Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi (2019).
C’è una “VANITA’” insita nella vita umana che l’autore smaschera in modo anche molto crudo, che non dobbiamo dimenticare. Una VANITA’ da non dimenticare non tanto e non solo per una vita più castigata, quanto piuttosto per riuscire a riconoscere dentro le tante cose del mondo che passa e che passano, l’essenziale.
Un essenziale che solo riesce a riempire di senso, di bellezza, di gioia, di godimento, si anche di godimento, tutto il resto, anche tutto ciò che in sé chiamiamo “VANITA’”.
Le vacanze ad esempio: sono VANITA’ se vissute fini a se stesse, se invece occasione di gioia, condivisione, scoperta dei fratelli e, se possibile, di Dio, diventano DONO… E potremo così iniziare un lungo elenco fatto di natura, di arte, di viaggio… ma anche di cura dei poveri, dei fragili, di lavoro indispensabile anche durante le ferie, di ecologia, di risparmio idrico ed energetico in tempi difficili in termini geopolitica e metereologici… Metto insieme tante cose… che umanamente sono, tutte, VANITA’, se considerate in un orizzonte solo umano e ristretto, mentre se vissute alla luce della fede, acquistano senso, brillantezza, donano gioia e felicità…
Come riuscire a riconoscere tutto questo?
San Paolo ai Colossesi ci dà un aiuto interessante: CRISTO E’ TUTTO IN TUTTI. Vedere CRISTO ovunque, in ogni persona, in ogni cosa aiuta a superare quella barriera di senso e significato che l’autore della prima lettura chiama VANITA’.
Senza CRISTO tutto è VANITA’.
Con CRISTO tutto diventa carico di speranza, di senso, di gioia.
CERCARE LE COSE DI LASSU’ E NON QUELLE DELLA TERRA significa allora, non tanto dichiarare buone solo le cose del cielo e cattive quelle della terra (oggi questa distinzione è incomprensibile), ma rendersi conto che tutto è CIELO se lo vediamo con gli occhi di CRISTO, perché Lui è ovunque e dove c’è Lui c’è Dio e dove c’è Dio c’è CIELO!!!
Con CRISTO tutto è CIELO, cioè senso, bellezza, speranza.
Senza CRISTO tutto è TERRA, cioè peso, bruttezza, disperazione.
Diventa chiarissimo allora il Vangelo con quell’episodio e quella parabola provocatori che mettono insieme due situazioni che hanno in comune la RICCHEZZA, i SOLDI, la fonte primaria di ogni VANITA’ e di oggi “terrestrità”, intesa nel senso paolino…
Lo vediamo bene nella nostra esperienza:
– fratelli e parenti che lottano per l’eredità si avvelenano la vita.
– persone ricche o ricchissime, che si occupano solo dei loro beni diventano infelici…
Servono altre prove?
Forse si, forse no… Ognuno trarrà la sua conclusione.
Il vero TESORO E’ DIO. Cerchiamo sempre, ovunque, comunque Lui, non resteremo delusi e la nostra vita acquisterà sapore, colore, bellezza, senso, speranza, fascino, gioia…
Come cercare Dio?
Sempre, ovunque, comunque AMANDO QUALCUNO… chi vive così, sia che lavori sia che sia in villeggiatura, sia che sia giovane sia che sia anziano, sia che sia ricco sia che sia povero:
– troverà il TESORO della vita, oltre ogni VANITA’,
– troverà CRISTO, TESORO vero e unico, già ora e domani per sempre.