Omelia del 30 giugno 2019

13^ domenica del Tempo Ordinario – Anno C – CAMMINIAMO DECISI A GERUSALEMME! – Quest’anno la festa dei nostri patroni PIETRO e PAOLO, segnala il passaggio della liturgia, dal tempo post pasquale, con le ultime 2 feste ad esso collegate, Trinità e Corpus Domini, al tempo Ordinario. Ogni anno, ce lo ricordiamo sempre, come i ritmi della vita – il respiro, il battito del nostro cuore, l’alternanza dei passi del nostro camminare – alterna i tempi forti e il tempo ordinario e questo ci fa crescere nella fede e fa crescere la fede.
Anche il testo del Vangelo ci porta dentro una “svolta” del cammino di Gesù! Inizia il “viaggio” decisivo di GESU’: PRESE LA FERMA DECISIONE DI METTERSI IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME.
GERUSALEMME è la città simbolo della fede da sempre. Rimane tale anche oggi per le 3 grandi religioni monoteiste: lo è sia nel grande sogno di una grande sintonia e rispetto reciproco che essa propone (e questo ci ricorda che solo Dio lo fa), sia nelle sue contraddizioni per cui tale sogno rimane tale e non si realizza mai per mani d’uomo.

Possiamo comunque già ricavare una indicazione per noi e per la nostra fede: essa è anche per noi o dovrebbe essere, un CAMMINO DECISO VERSO GERUSALEMME.
Che sia un CAMMINO ci dice almeno due cose:
– non è mai finita, non è mai completa, non è mai conclusa, su questa terra, è necessario sempre crescere, formarsi, darsi da fare. Ecco allora che il tempo estivo sia si tempo di riposo, ma anche di crescita nella fede. Siamo abituati a pensare che i ragazzi e i giovani debbano fare esperienze forti, ed è vero; ma anche gli adulti e gli anziani non devono mai pensare di essere arrivati nella fede. Ai giovani, agli adulti e agli anziani dico: non sprechiamo l’estate solo pensando al riposo del corpo e al divertimento, ma riempiamola anche di perle preziose per la fede: magari una Messa più tranquilla e fedele, una confessione più preparata e seria, un buon libro e un Vangelo, una preghiera migliore, magari davanti a un tramonto al mare o ai monti.
– È graduale, fatta di passi, uno dopo l’altro. Non possiamo avere tutto e subito. Spesso abbiamo interpretato la fede così, tutto e subito. Ma non per tutti è uguale, non per tutti è allo stesso momento. L’idea della fede come un cammino mi pare dia spazio a tutti. Anche a chi si sente meno preparato, anche a chi è stato ferito dalla vita, anche a che a fatto sbagli nella fede (e chi è senza sbagli) e si sente escluso. C’è posto per tutti nella carovana della fede: sia per chi è più avanti, sia per chi è più indietro.

Poi il Vangelo ci ricorda che quello di GESU, e quindi quello della FEDE è un cammino DECISO. Mi viene in mente la SCELTA SINODALE che la nostra COLLABORAZIONE PASTORALE ha fatto nelle scorse settimane: INCORAGGIARE STILI DI VITA VERAMENTE EVANGELICI. La fede chiede una decisione coraggiosa e coerente. Chiede di affrontare la vita senza tentennamenti, come GESU’ chiede ai suoi vari interlocutori. Il che non significa (il Vangelo va sempre preso tutto) che non c’è spazio per chi sbaglia, che è più lento, chi ha bisogno di più tempo. Ma serve però sempre il puntare diritto alla meta. Avere una meta. Poi si affronteranno discese e salite, quelle che servono, ma verso la meta.
D’estate abbiamo tante opportunità, nel bene o nel male. Verifichiamole e teniamo quelle buone e gettiamo le cattive:
– Pensiamo ai sensi (vista, udito, odorato, gusto, tatto): non tutto fa bene..
– Pensiamo alle nostre relazioni: non tutti cercano il bene…
– Pensiamo alle nostre mete: non tutte sono buone…
Dire sani “si” e sani “no” secondo il Vangelo: questo è dare alla vita uno stile secondo Gesù.

In fine GESU’ va verso GERUSALEMME, dove sa che ad attenderlo ci saranno persecuzioni, sofferenze, morte. Eppure la sua meta rimane quella. La CROCE non si può evitare. Non la decidiamo o cerchiamo noi, ma se arriva, la accettiamo, come Gesù e con Gesù.
E allora?
– se non posso fare tutti i viaggi che voglio…
– se non posso vedere tutte le cose che voglio…
– se non posso stare con tutte le persone che voglio…
Non mi preoccupo. Penso a chi non può scegliere ad esempio (per malattia, per povertà, per altri motivi) e mi sento più solidale e mi dico: questa sia la mia GERUSALEMME… con Gesù, per Gesù!