Omelia del 3 ottobre
|XXVII Domenica del Tempo Ordinario/B – PRIMA IL “NOI” – GESU’ che educa i suoi, ci porta dentro il mistero grande del “progetto di Dio” sull’umanità. In queste pagine della Scrittura ci sono i fondamenti principali: DIO, l’UMANO, l’AMORE, la VITA, la FELICITA’, la FRAGILITA’, ecc…
Sono pagine fondamentali per la nostra FEDE, specie oggi, perché sempre di più abbiamo a che fare con “progetti” diversi (li respiriamo nei discorsi, li leggiamo nei giornali o nei social, li vediamo nei film e nei dibattiti televisivi, entrano nelle leggi dello Stato). Non si tratta di essere “contro” qualcosa o qualcuno, ci ricorda GESU’, ma di essere “per”, soprattutto di “per LUI” e non “per il MONDO”, credendo che la via migliore, la via della felicità nostra e del MONDO stesso, passa attraverso di LUI e la sua Volontà che è sempre “per il Bene”.
NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO esordisce DIO nella Genesi, ed è chiaro il sogno di DIO per noi. Non siamo fatti per la solitudine, ma per la compagnia, anzi di più, ci dirà GESU’, per la COMUNIONE. Non siamo individui che si mettono insieme. Nel maschile e nel femminile, opera di Dio, c’è tutta la radice della nostra umanità. Prima c’è il NOI, poi c’è l’IO. È un dono da accogliere e un compito da realizzare.
La creazione della DONNA (ma potremo invertire tranquillamente le parti, l’altro racconto al cap. 1, sta li a ricordarcelo) ci ricorda la reciproca dipendenza: appunto il “NOI” che viene prima dell’”IO”.
La COSTOLA tolta dice una “mancanza” insuperabile che ci appartiene e la necessità di cercare nell’altro ciò che ci manca.
PER LA DUREZZA DEL NOSTRO CUORE dirà GESU’, ci sono leggi (e ce ne saranno sempre di più) che in parte rompono o riducono questa chiamata all’AMORE, alla COMUNIONE che riguardano tutti, che appartengono a tutti.
E se da una parte, come ci ricorda il Papa, nell’ambito civile sono leggi necessarie (quando non diventano ideologiche però!), dall’altro noi cristiani non ci stancheremo di proporre a tutti un modo di vedere l’umano che non per noi non è solo nostro, ma ci è comune e tutti dovremo scoprirlo, realizzarlo, difenderlo, per il bene di tutti.
Non è questione di essere pro o contro: l’omosessualità, il divorzio, le unioni civili, le convivenze… che sono solo alcuni dei modi di intendere l’amore umano oggi, certamente diversi (per come di solito vengono intesi) dal progetto di Dio. È l’invito a stare dalla parte di DIO, credendo e sentendo profondamente che questa è la strada – non senza fatiche, ferite e sbagli – che porta al bene più grande, alla felicità più grande, sia singola, che di tutta l’umanità e GESU’ in croce sta li a ricordarcelo.
Non a caso GESU’ stesso riporta i discepoli che sta istruendo sulle “chiavi di lettura” fondamentali del suo Messaggio che sta per consegnargli, al PRINCIPIO, a quel “ALL’INIZIO DELLA CREAZIONE” dove “DIO LI FECE MASCHIO E FEMMINA” a cui anche noi siamo chiamati continuamente senza paura e senza timidezze. Ovviamente anche senza contrapposizioni e senza violenze o discriminazioni di nessun tipo, rispetto a coloro che invece pensano e vivono in modo diverso, tanto più se sono nostri figli. Siamo tutti fratelli e sorelle da amare sempre anche se la pensiamo o viviamo in modo diverso. Ma noi cristiani siamo profondamente convinti che il progetto principale dell’amore che da queste pagine emerge è quello che noi chiamiamo MATRIMONIO, anche se sappiamo che poi ci sono molteplici altre vie per vivere l’amore e, mentre rispettiamo tutti, noi cerchiamo sempre il discernimento per capire quali sono le forme più vicine al progetto di Dio, che vanno in quella direzione per seguirle, evitando quelle che vanno in direzioni diverse.
Il maschile e il femminile sono la prima chiamata all’amore per tutti, così pure il Battesimo è chiamata all’amore per tutti. Certo è il matrimonio la forma dell’amore fondamentale, ma accanto ad esso ci sono tante altre forme: alcune hanno bisogno di una consacrazione (il presbiterato, le consacrazioni religiose), ad altre basta il Battesimo. Probabilmente ce ne sono altre ancora che non abbiamo ancora indagato abbastanza, come pure ci sono anche tanti “cammini” di avvicinamento all’amore definitivo che ognuno poi cercherà di vivere nella sua esistenza terrena.
Concludo con i BAMBINI: loro sono comunque il modello. Fidarsi di Dio come loro si fidano di mamma e papà, solo così si entrerà nel REGNO DI DIO! Signore aiutaci ad amare come i bambini!