Omelia del 3 gennaio 2020

2^ Domenica del Tempo di Natale – TENDA, TESORO E CARNE – In questa domenica “intermedia” che sta tra il 1° dell’anno dedicato a MARIA e l’EPIFANIA, è come se la liturgia ci proponesse una sintesi del NATALE prima del “big bang”, perché l’EPIFANIA la possiamo immaginare un po’ così, come il momento in cui tutta l’energia del NATALE, l’energia di Dio concentrata sul NATALE, “esplodesse”, venisse come spinta fuori, con i MAGI, verso tutta l’umanità.
È come l’attimo prima del “big bang” della fede cristiana, il respiro trattenuto prima dell’altro grande evento.
Sono immagini, per dire il MISTERO GRANDE.
Come immagini ci vengono presentate dalle 3 letture proposte:
La TENDA con il SIRACIDE, la prima lettura.
Il TESORO con SAN PAOLO AGLI EFESINI, la seconda lettura.
La CARNE col VANGELO DI GIOVANNI e il suo Prologo già ascoltato il giorno di NATALE stesso.
Sono riflessi sempre nuovi per dire sempre l’unica e identica realtà del NATALE, del DIO-fatto-bambino e Colui-che-è-nato-dalla-Vergine.
Ognuno dice qualcosa e ci premette di entrare sempre di più nella bellezza del MISTERO che illumina la nostra vita, le dona speranza, le dona l’orizzonte grande e il sentiero per andargli in contro.
Vediamole.
Innanzitutto la TENDA, nella prima lettura, il libro del SIRACIDE [ultimo della serie presente nella BIBBIA e chiamata “I libri sapienziali” (Giobbe, Proverbi, Qoelet, Siracide e Sapienza), espressione di una corrente di pensiero che raccoglie letteratura e modi di dire tipici di tutto l’Oriente antico] che dice: ALLORA IL CREATORE MI DIEDE UN ORDINE… MI FECE PIANTARE LA TENDA IN GIACOBBE.
La tenda, immagine familiare per quel mondo antico, fatto spesso di allevatori nomadi che si spostavano con le tende seguendo le greggi nelle antiche transumanze. Tende che diventano dimora del Popolo di Dio nel deserto durante la fuga dall’Egitto e di DIO stesso nella famosa ARCA DELL’ALLEANZA. Esperienza che rimane impressa nella religiosità ebraica con la FESTA DELLE CAPANNE (Sukkot) che ricorda proprio il periodo del deserto. Dice provvisorietà, dice fragilità, dice debolezza, ma anche leggerezza, dinamicità, cammino. La TENDA esprime bene la nostra condizione umana a cui DIO si adegua, facendosi Lui stesso con noi viaggiatore, provvisorietà, cammino. Un Dio che abita con noi e come noi. È anche un invito a non abbandonare la provvisorietà, almeno la sua consapevolezza. Siamo di passaggio in questo mondo. La pandemia ce lo ha tragicamente ricordato. Solo DIO è stabilità. Questo lo rende lontano. Per questo LUI, di sua iniziativa si è fatto una TENDA con noi e come noi. Per questo gli ebrei continuano a costruirle a settembre le Sukkot, le capanne, per ricordare questo DIO che cammina con noi!

Veniamo poi al TESORO. Siamo nella seconda lettura, dove SAN PAOLO, parlando agli EFESINI, affronta temi forti e significativi: la BENEDIZIONE, la CREAZIONE, la PREDESTINAZIONE, l’ADOZIONE. Tutti aspetti preziosi della nostra fede per i quali PAOLO: RENDE GRAZIE, PREGA, e invita i suoi interlocutori a CONOSCERE, ILLUMINARE, PER, dice, COMPRENDERE A QUALE SPERANZA VI HA CHIAMATI, QUALE TESORO, eccolo, DI GLORIA RACCHIUDE LA SUA EREDITA’ FRA I SANTI. Dunque la fede con tutti i suoi riflessi e conseguenze, è come un TESORO prezioso, una EREDITA’ che riceveremo e, dunque, ci farà ricchi, non con oro e pietre preziose, ma ricchi di quella Vita e Speranza grandi che il Signore è venuto a portarci.

In fine la CARNE, nel Vangelo di Giovanni, il PROLOGO già ascoltato a NATALE. Quell’introduzione poetica e profondissima al Quarto Vangelo, che ci fa scoprire continuamente come, il TESORO, la SAPIENZA che è DIO, sia stato scritto, inserito, trapiantato, mescolato dentro la nostra CARNE. È una immagine forte. Tiene insieme la consapevolezza concretissima e profonda di chi noi siamo (siamo il nostro corpo) e della nostra strutturale fragilità e debolezza (cosa c’è di più fragile del nostro corpo), come una TENDA appunto. Ma proprio qui LUI si è inserito, il VERBO SI E’ FATTO CARNE per guarire, per salvare, per risorgere, per rendere immortale.

Ci è stato dato un grande, grandissimo TESORO. Non dimentichiamolo. Anzi, come tutti i tesori di DIO, a partire dall’amore, l’unico modo di non perderlo è DONARLO. Proprio ciò che faranno i MAGI che incontreremo tra pochi giorni.