Omelia del 29 gennaio 2023
|4^ Domenica del Tempo Ordinario/A – FELICITA’: ANNUNCIO O SMENTITA? – Non è facile credere alle BEATITUDINI. GESU’ comincia, potremo dire, dalla fine, dalla CROCE.
Noi quando ci chiediamo come parlare di DIO agli altri, soprattutto ai giovani, la prima preoccupazione che abbiamo è di non perderli, per cui evitiamo i discorsi difficili, impegnativi, soprattutto quelli che domandano un rischio troppo alto.
GESU’ invece all’inizio del Suo ministero, siamo esattamente qui, nel Vangelo secondo Matteo, parte esattamente da qui, appunto, dalla fine, dalla Sua fine. Si perché in fin dei conti il primo che ha vissuto queste BEATITUDINI è proprio Lui. Il primo che ha rischiato così tanto per DIO è Lui.
Addirittura è il suo PROGRAMMA DI VITA, segnalato dal doppio gesto tipico del Maestro, di colui che sta per insegnare qualcosa di importante: SALI’ SUL MONTE e SI POSE A SEDERE.
Chi ha avuto la fortuna di andare in Terra Santa, certamente è passato per il luogo delle BEATITUDINI che, lungi dall’essere un MONTE alto e brullo, è invece un dolce, dolcissimo pendio che scende verso il lago di Tiberiade, quasi a suggerire la dolcezza che le parole insieme annunciano e smentiscono!
Si, annunciano e sementiscono, umanamente! Perché l’appello ripetuto 8 volte: BEATI! (9 con la ripetizione finale, a riassumerli e rafforzarli tutti) Sono numeri che già parlano, come accade spesso nella Bibbia: 8 = 7 + 1 una perfezione a cui si aggiunge la dimensione di Dio (cf 8° giorno) e 9 che è il risultato del 3 x 3 altro numero che si riferisce alla perfezione portata all’ennesima potenza.
BEATI che possiamo tradurre con il termine moderno di FELICI.
Certo è parola dolce e cara per tutti. Chi non desidera essere felice?
Dunque GESU’ è venuto per darci il PROGRAMMA della felicità, il suo segreto, la sua legge, la sua strategia. Ma quando sviluppa tale programma sembra quasi, appunto smentirlo.
Infatti ad essere BEATI non sono coloro che umanamente ci aspetteremo di trovare felici, tutt’altro.
1) I POVERI IN SPIRITO Sarà anche povertà spirituale, ma abbinare felicità/povertà ci suona sempre male.
2) QUELLI CHE SONO NEL PIANTO. Anche le lacrime sappiamo che possono dire gioia, ma ci viene più facile abbinarle al soffrire.
3) I MITI ci possono stare, sono persone gradevoli, ma non sfugge a nessuno che il mondo, così si dice, è fatto “per i furbi”.
4) QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA. Anche qui la giustizia sarà nobile, ma la fame e sete certo meno.
5) Per i MISERICORDIOSI, vale lo stesso discorso dei miti. A tutti piacciono, ma preferiamo che lo siano sempre gli altri…
6) I PURI DI CUORE: possiamo sdoppiare il discorso. Sulla purezza non si parla più; sul cuore, inteso come affetti, nessuno li educa più.
7) Gli OPEATORI DI PACE oggi decisamene sono in ribasso, tanto più con una guerra in corso, ma a dirla tutta li pensiamo come illusi.
8) In fine i PERSEGUITATI PER LA GIUSTIZIA: la giustizia è sempre, ma sulla persecuzione decisamente nessuno la vuole.
Cosa dunque ci propone GESU’? Cosa ci chiede? Come vive?
Dove sta quel RALLEGRATEVI ED ESULTATE? Non sembra proprio ci sia da festeggiare in quelle situazioni. Poi GRANDE E’ LA VOSTRA RICOMPENSA NEI CIELI! Anche su questo abbiamo da discutere: se la ricompensa è solo nei cieli, restiamo almeno perplessi oggi, se non addirittura la rifiutiamo, abituati ad avere tutto e subito!
E dunque? Il dunque sta proprio qui! Attorno a cosa ruota tutto l’insegnamento di GESU’? Tutta la sua vita, i suoi gesti, il suo stile? Lo sappiamo: nel comandamento dell’AMORE. Diceva don Tonino Bello: “amare, infinito del verbo essere”. Chi ama si mette dalla parte dei POVERI qualsiasi essi siano, senza paura, di chi PIANGE, di chi è MITE, di chi è AFFAMATO E ASSETATO di giustizia o di altro, di chi è MISERICORDIOSO, di chi è PURO DI CUORE, di chi OPERA PER LA PACE, di chi è PERSEGUITATO.
Se c’è l’AMORE non solo non hai paura di queste categorie, ma ti fai una di loro, diventi come loro per scelta, e la GIOIA, l’ESULTANZA, la RICOMPENSA cominciano… Il CIELO scende sulla TERRA… Avete mai guardato (o vi è mai capitato) di guardare il vostro o un bambino che dorme? E magari vi ha tenuto svegli? Certamente c’era un cuore colmo di gioia, di felicità, di dolcezza. Eppure chi è più povero, piangente, mite, affamato, puro, pacifico di un bambino? Forse non dimostra niente, ma è abbastanza per credere!