Omelia del 28 ottobre 2018
|XXX TO/B – SIGNORE FA CHE IO VEDA! – La promessa che Dio fa al suo Popolo tramite il profeta GEREMIA (prima lettura): IL SIGNORE HA SALVATO IL SUO POPOLO…FRA LORO SONO IL CIECO E LO ZOPPO, LA DONNA INCINTA E LA PARTORIENTE… con il VANGELO trova la sua realizzazione.
GESU’ che GUARISCE il CIECO BARTIMEO è il Messa atteso che è venuto per SALVARE IL POPOLO.
E ciechi, lo sappiamo bene, siamo tutti!
Chi di noi vede? Chi di noi sa da dove viene e dove va? Chi di noi può dire: io vedo dove sto camminando, dove metto i piedi della mia vita? Se siamo onesti, sappiamo bene, anche se magari non ce lo diciamo con chiarezza, che siamo ciechi. Siamo ciechi nella vita. Questa vita, da sola, in questa vita da soli, non abbiamo abbastanza luce. La cerchiamo, questo si. La vorremo, questo si. Ma non riusciamo ad averne mai a sufficienza.
BARTIMEO siamo noi!
Come quel CIECO, che ha un nome e una famiglia, sembra abbia tutto il necessario, ma gli manca qualcosa di fondamentale, la vista!
E così è LUNGO LA STRADA A MENDICARE. Invece di vivere la vita da protagonista, è mendicante!
E non siamo così anche noi, quando rinunciamo a lottare, rinunciamo a cercare, a migliorare e ci lasciamo prendere dalla rinuncia, dallo sconforto e magari, come oggi troppo spesso e troppo facilmente facciamo, insultiamo gli altri (che tristezza certe parole scritte sui social), accusiamo gli altri delle nostre mancanze (vedi stranieri, politici, multinazionali), invece che ALZARCI IN PIEDI E GRIDARE.
Ecco il primo miracolo di BARTIMEO.
Non resta passivo. Non restiamo passivi per favore. In parrocchia, in famiglia, nella società. Lui grida: GESU’ FIGLIO DI DAVIDE ABBI PIETA’ DI ME e lo fa due volte.
– Non è passivo perché conosce GESU’.
– Non è passivo perché lo riconosce FIGLIO DI DAVIDE.
– Non è passivo per ammette il suo bisogno e chiede aiuto: ABBI PIETA’ DI ME.
Tre passi che sono fondamentali. I tre passi che fanno della sua vita apparentemente fallita, un miracolo, il suo.
Sono i passi che, pur segnati dal mistero, restano sempre a nostra disposizione:
– Conoscere Gesù: qui c’è l’impegno alla nostra portata, sempre.
– Riconoscerlo Messia: qui c’è il rischio, il salto della fede.
– Ammettere di aver bisogno: qui c’è l’umiltà, fondamentale.
Subito si scatena la reazione. Quando qualcuno cerca di uscire dal coro, dal consueto, dai binari, subito la reazione. La FOLLA e anche i DISCEPOLI sono mescolati con essa, tende a bloccare, a impedire di uscire. Quante volte siamo “FOLLA”, tendiamo a bloccare, impedire di uscire, perché è più comodo, perché non c’è rischio, perché sembra più facile. Quante volte anche oggi agisce questa forza “contro”. Contro il bene, contro il cambiamento, contro l’uomo e contro Dio.
E GESU’, come sempre, si accorge: SI FERMO’ E DISSE CHIAMATELO. Gesù ci vede, ci sente, ci chiama. Quanto ne abbiamo bisogno, quanto lo vogliamo, quanto ci serve.
Io ricordo bene cosa successe nel mio cuore quel giorno in cui mi sono accorto che chiamava me e ho avuto il coraggio di BARTIMEO di lasciare MANTELLI, cioè le false sicurezze, e la posizione comoda a bordo strada, per diventare protagonista. So bene quando 5 agosto 1987 e so bene dove, in un camposcuola, e so bene con chi, un prete.
Li GESU’ mi ha visto, mi ha sentito e mi ha chiamato. E il mio cuore si è riempito di gioia e di vita. I miei occhi hanno cominciato a vedere. E anche io ho cominciato a SEGUIRLO.
E ora aiuto alti a vedere, sentire e rispondere a GESU’.
Non c’è miracolo più grande. Non c’è desiderio più grande. Non c’è risposta migliore se non quelli di vedere, sentire e rispondere a GESU’. E farlo sempre. Ogni giorno. Da quel giorno non ho mai smesso di rispondere e Lui non ha mia smesso di chiamarmi. Anche se con toni e modi sempre diversi e nuovi. E non ha mai smesso di darmi luce sufficiente, gioia sufficiente, forza sufficiente.
Il SIGNORE lo faccia con voi.
Lo fa con te, se tu lo vuoi. Cerca di volerlo, non ti deluderà e cerca di aiutare altri a volerlo, sarà il regalo più grande.