Omelia del 28 giugno 2020
|13^ domenica del Tempo Ordinario – Anno A – FRECCE PUNTATE AL CIELO – Poche righe di VANGELO che, come spesso accade, racchiudono tanti insegnamenti, anzi una specie di sintesi del Vangelo stesso.
Iniziamo con 3 AMORI che sono alla base della vita, di ogni vita: AMARE I GENITORI/AMARE I FIGLI/AMARE LA VITA.
Cosa c’è di più importante di questo! Il primo e il terzo sono addirittura esplicitati in 2 comandamenti, il 4° e il 5° (Ama il padre e la madre e Non uccidere). Eppure c’è qualcosa che viene prima!
È GESU’ che io devo amare per primo!
Non è una contraddizione ai comandamenti, bensì la loro condizione, la premessa che rende veri i comandamenti.
La condizione perché ci sia VERO AMORE.
È come se Gesù ci dicesse chiaramente: Vuoi amare davvero? Anche i tuoi genitori, i tuoi figli, la tua vita? Allora ama Me, ama Dio, metti Dio al primo posto! Quel Dio che lui ci ha fatto conoscere appunto come AMORE (cf San Giovanni: Dio è amore), rende veri tutti gli altri amori, impedisce che gli amori umani, anche quelli più alti e preziosi (appunto: genitori, figli, la propria vita), “scivolino” sul piano inclinato della nostra fragilità e diventino contrari a se stessi, incapaci di esprimere ciò che vorrebbero davvero. Quale PECCATO che chiamiamo “ORIGINALE” che tutti ci segna è esattamente qui. E se le sue conseguenze sono mitigate dal Battesimo che ha aperto una “porta di risalita”, in realtà lascia cicatrici, conseguenze, tali per cui la nostra LIBERTA’, limitata, è incapace da sola a risalire e restare ad alta quota.
Si perché l’amore esige sempre un’ALTA QUOTA altrimenti sprofonda nel fango dell’egoismo e del peccato. E non c’è GENITORE che tenga (vedi i litigi per le eredità, solo per citare un caso). E non c’è FIGLIO che tenga (vedi l’aborto o le separazioni sulla pelle dei figli appunto). E non c’è nemmeno la nostra VITA che tenga (sembra impossibile, ma quante volte ci facciamo del male: pensiamo al fumo, all’alcool, alla droga, alla velocità in macchina, ecc…).
Solo un cuore attaccato a Dio, che appunto, ama Dio, è attaccato a un “chiodo” sufficientemente forte da vincere quella forza di gravità irresistibile, come un “buco nero” che trascina verso l’egoismo, il peccato, il male.
Dovremo dedicare molto più tempo e molte più energie, come singoli, come gruppi e come parrocchia, ad AMARE DIO, coltivare la FEDE IN DIO, tenere il cuore ATTACCATO A DIO. Solo così gli altri “amori” “funzionano”: quelli delle nostre famiglie, quelli dei nostri itinerari, quelli dei nostri gruppi, delle nostre associazioni, delle nostre iniziative.
Ed è qui che trova significato e senso la VITA RELIGIOSA/CONSA-CRATA: mostrare e dimostrare che ciò che vale e rende vera la vita e gli amori della vita è solo ed esclusivamente l’AMORE A DIO! A cosa servono i religiosi, se non a dirci che dobbiamo amare Dio, vivere di Dio. In questo senso, mentre ci prepariamo a SALUTARE LE NOSTRE SUORE “DELL’ASILO” ricordando le tante opere di carità che in 155 anni hanno fatto, in realtà non dobbiamo dimenticare il motore di tutto questo. E se è vero che oggi essi, per il numero di vocazioni e l’età che hanno, non erano più in grado di garantire le tante opere di carità (i tanti BICCHIERI D’ACQUA dati ai Camposampieresi in 155 anni!!!), è pur vero che il loro compito migliore lo stanno ancora dando e lo daranno sempre: ESSERCI!
Ci sarà da preoccuparci quando non ci saranno più suore e consacrate. Non solo nella nostra parrocchia, non solo negli asili. Non semplicemente per le opere che non faranno più (oggi infatti tante delle loro opere sono svolte da altri: probabilmente anche grazie al fatto che le hanno svolte loro in altre epoche! Grazie!), ma soprattutto perché rischierà di non esserci più quella “freccia puntata al cielo” che ogni suora, ogni religioso, ogni consacrato è per tutti gli altri battezzati, preti compresi, per tutta l’umanità. Preghiamo perché il Signore susciti e certo lo sta facendo vocazioni religiose nuove.
Gente così. Come le nostre suore. Che hanno amato DIO prima dei loro genitori, prima di possibili figli, prima della loro stessa vita. In modo tale che spesso è apparso incomprensibile ai più. Ma limpidissimo a Dio, e chiarissimo se letto con gli occhiali dell’amore!
CHI ACCOGLIE VOI ACCOGLIE ME. Chi ha accolto e amato le suore (quante famiglie), ha accolto Dio!
CHI DA ANCHE SOLO UN BICCHIERE D’ACQUA FRESCA (notare il particolare), A UNO DI QUESTI PICCOLI… NON PERDERA’ LA SUA RICOMPENSA. Quanti bicchieri d’acqua hanno dato quelle mani vestite di bianco ai tanti piccoli: alla scuola elementare, in ospedale, in asilo, in casa di riposo, in parrocchia. Quanta ricompensa troveranno. Possa essere cosi anche per noi!