Omelia del 27 settembre 2020
|26^ domenica del Tempo Ordinario/A – UN SI PER ESSERE FELICI – Domenica scorsa abbiamo votato per un referendum dove occorreva rispondere SI, oppure NO, in modo secco.
La vita cristiana spesso la possiamo immaginare così: un SI, oppure un NO da dire a Dio. Anzi potremo dire solo il SI, perché a Dio si dice solo SI, ma Lui ci lascia liberi di rispondere anche NO (e bisogna subito aggiungere però che Lui non si rassegna mai ai nostri NO e continua a cercarci, ad aprirci strade nuove, a proporci nuovi SI da dire e da riconfermare, ricordiamo gli OPERAI DI TUTTE LE ORE di domenica scorsa).
Ci sono SI (e NO) che ti cambiano la vita: quello vocazionale per primo (quando Dio ti chiama), quello dello stato di vita (quando la Chiesa è coinvolta: il battesimo per tutti, il matrimonio per molti –in calo-, l’ordine sacro e la vita consacrata religiosa o laicale).
Ci sono i SI (e i NO) che potremo dire “quotidiani”, dove siamo chiamati da una parte a confermare quelli fondamentali (il SI di tanti laici che fedeli al loro battesimo e negli impegni della vita ogni giorno, degli sposi a restarsi fedeli, i SI di noi consacrati, fedeli alla chiamata ricevuta).
Il Vangelo di oggi ci riporta accanto alla VIGNA bisognosa di lavoro, dove DIO chiede il nostro aiuto. Stavolta gli OPERAI sono addirittura FIGLI a sottolineare il rapporto di estrema vicinanza, d’affetto e d’amore che DIO vuole avere con ciascuno di noi.
In modo semplice, ma efficacissimo, anche stavolta GESU’ trasforma una situazione colorandola ed estremizzandola, ma forse nemmeno troppo, in una opportunità di riflessione e di verifica per noi.
Inevitabile infatti chiederci a quale dei DUE FIGLI assomigliamo. Quello che dice NO, ma poi si PENTE e VA’. Quello che dice SI, ma NON VA’.
Immediato anche il parallelo con l’altra grande parabola del FIGLIO PRODIGO così detta o meglio denominata come PADRE MISERICORDIOSO, dove pure i FIGLI sono DUE e assomigliano a questi anche nell’esito delle loro scelte.
Cosa dire?
Intanto vediamo gli INTERLOCUTORI: sono CAPI DEI SACERDOTI e ANZIANI DEL POPOLO. Potremo dire l’elitè religiosa, spesso oggetto delle provocazioni di GESU’ perché rivedano la loro pretesa di correttezza, spesso superba e arrogante, che invece di avvicinarli li allontana da DIO (oltre che a opprimere il resto del POPOLO anche solo dal punto di vista morale e religioso). GESU’ è preoccupato per loro e per le conseguenze negative del loro insegnamento. Inutile negare il fatto che noi siamo molto “vicini”. Lo sono io come prete, lo siamo noi qui presenti, certamente minoranza rispetto a chi a Messa non ci viene, che corre il rischio del pretendere di essere giusti (anche in Vaticano si corrono questi rischi!!!).
Poi c’è la DOMANDA di GESU’: CHI DEI DUE HA COMPIUTO LA VOLONTA’ DEL PADRE? Essa svela il suo obiettivo per gli interlocutori e per noi. FARE LA VOLONTA’ DEL PADRE, cosa che evidentemente essi non facevano e anche noi lo rischiamo.
Poi c’è il doppio scambio: il no che diventa si e il si che diventa no! E’ evidente che la semplice parola non basta. Lo sappiamo tutti. Dire un SI è relativamente facile, a parole, in quel momento. Occorre che la VITA, tutta la vita diventi un SI. Un SI a DIO, un SI alla nostra VOCAZIONE battesimale, matrimoniale, sacerdotale, di consacrazione. Un SI a cercare e da dire quando si è giovani, un SI alla fedeltà, da confermare ogni giorno, quando si è adulti e anziani. E non è facile e non è scontato.
Come stanno i nostri SI e i nostri NO? Quelli piccoli e quelli grandi? Quelli tra di noi e soprattutto quelli con DIO?
Si perché tutto si gioca anche per noi nel FARE o NON FARE la VOLONTA’ DEL PADRE. Qui c’è la vera felicità. Ma noi ci crediamo? Ci crediamo di facciata come i CAPI DEI SACERDOTI e gli ANZIANI dei tempi di GESU’, oppure davvero ci stiamo mettendo la vita?
I FATTI parlano. I fatti dove noi ci mettiamo davvero il VANGELO come nell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati, nella difesa del creato e della democrazia, nel cercare un’economia centrata sulle persone e non sul profitto, in una ricerca di fratellanza universale e non esclusiva, nel convivere o nello sposarsi, nel pianificare tutta la vita o nel lasciare spazio alla provvidenza…
Quali i nostri SI e quali i nostri NO?
Ci assilli sempre questa domanda e questa verifica… Così saremo come GESU’ ci vuole… e quindi felici, davvero!