Omelia del 27 gennaio 2019

3^ Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
ORECCHI E CUORE
Gesù che inizia il suo ministero conosce oggi la sua terza tappa e la ascoltiamo dal punto di vista di LUCA. Dopo il Giordano e dopo Cana di Galilea, GESU’ torna a NAZARET ed entra nella SINAGOGA.
E’ la PAROLA la protagonista di questo episodio importante: Lo è perché GESU’ apre la BIBBIA e la commenta. Lo è perché – per noi cristiani è così – Lui è la PAROLA, il Verbo di Dio fatto carne, diventato uno di noi, uno che parla la nostra lingua. Per questo quell’OGGI con cui si conclude il brano ci riguarda e ci coinvolge.

Se facciamo un passo indietro, che possiamo intuire nella prima lettura, sappiamo che quello ebraico, è un popolo che ASCOLTA e il suo e nostro Dio si presenta come Colui che parla! La sua storia con Dio inizia con la VOCE di Dio che si fa sentire ad ABRAMO e promette una discendenza e un’Alleanza. Quella VOCE che tornerà nel Sinai, con MOSE’ nel Roveto ardente e promette liberazione. E ancora nei PROFETI che chiedono conversione.
Oggi la ritroviamo con NEEMIA che insieme ad ESDRA, sta accompagnando il Popolo tornato a Gerusalemme dopo l’esilio babilonese dove a custodire il Popolo era stata la fedeltà alla LEGGE e al GIORNO DEL SIGNORE. Questa fedeltà, ricostruito il Tempio, non dovrà mai mancare.
Siamo circa 5 secoli prima di GESU’ e sarà questa la religiosità giudaica nella quale GESU’ si inserisce. Un Dio che parla, un uomo che ascolta. Un Dio che promette, un uomo che spera.
E siamo alla pagina di LUCA con GESU’ che entra in SINAGOGA a NAZARET, apre il libro di ISAIA e legge: LO SPIRITO DEL SIGNORE E’ SOPRA DI ME… MI HA CONSACRATO CON L’UNZINE, MI HA MANDATO A PORTARE AI POVERI IL LIETO ANNUNCIO, A I PRIGIONIERI LA LIBERAZIONE, AI CIECHI LA VISTA, AGLI OPPRESSI LA LIBERTA’, A PREDICARE LA GRAZIA DEL SIGNORE. E conclude GESU’: OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA…

Un Dio che parla, promette e mantiene. Un uomo che ascolta, spera e riceve i segni di questa benevola presenza.
Ti stavamo aspettando e sempre ti aspettiamo GESU’! Ne abbiamo bisogno, perché senza di Te, in tanti modi, noi restiamo POVERI, PRIGIONIERI, CIECHI, OPPRESSI.
Quell’OGGI di allora vale anche adesso per me, per noi.
– OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA.
– Oggi – anche se i nostri occhi non sempre riescono a vederlo – quella SCRITTURA continua a compiersi, perché continua e sempre continuerà ad esserci UMANITA’, tanta umanità, che ha bisogno.
Siamo qui per questo. Ogni DOMENICA, noi cristiani, come ogni sabato gli ebrei e ogni venerdì i musulmani, tutti ti cerchiamo, tutti abbiamo bisogno di Qualcuno che ci liberi, che ci illumini, che ci guarisca. E se i musulmani hanno tanta fede e gli ebrei tanta speranza, a noi cristiani, oltre alla fede e alla speranza, è data anche la carità come chiave per aprire la porta dei cuori e renderli capaci di ricevere i doni di Dio.
Siamo qui perché l’amore di Dio agisca nei nostri cuori OGGI e li renda capaci di essere anche noi come Lui, OGGI, per fare del nostro OGGI un PER SEMPRE.

ORECCHI e CUORE questo siamo noi cristiani. Orecchi per ascoltare la PAROLA e Cuore per lasciare che questa Parola ci renda capaci di amare Dio e il Prossimo come GESU’ che ama il Padre e viene per il povero, l’oppresso, il debole, il prigioniero, il bambino mai nato e il rifugiato, lo straniero e il mio compaesano, lo sconosciuto e il conosciuto. OGGI tutto questo si può compiere. E’ qui.

Quel CORPO di cui parla San Paolo ai Corinzi, e siamo noi, è fatto di orecchie e cuore. La PAROLA e l’AMORE ci sono perché le mette Lui, li mette Dio, in GESU’, essi, OGGI ci sono. Noi lo sappiamo.
Ma il nostro orecchio e il nostro cuore ci sono?
SAN LUCA ci ha messo del suo CERCANDO DI RACCONTARE CON ORDINE GLI AVVENIMENTI TRAMITE I TESTIMONI IN MODO CHE NOI POSSIAMO RENDERCI CONTO DELLA SOLIDITA’ DI TALI INSEGNAMENTI.
Ma noi ce ne stiamo rendendo conto? OGGI Gesù è qui e parla per me e a me. Sapremo ascoltarlo? Aiutami ad ascoltarti, aiutami ad amarti!