Omelia del 25 settembre 2022
|XXVI Domenica del Tempo Ordinario/C – L’ALTRO TEMPO E L’ALTRO MONDO – Giornata del Migrante e Rifugiato – GESU’ ama le provocazioni, lo sappiamo. Oggi ne abbiamo un altro esempio. E subito mi chiedo: io da che parte sto? Quanto LAZZARO c’è in me (mi viene subito da rispondere “poco”) e quanto di quell’UOMO RICCO c’è in me (e mi viene subito da rispondere “purtroppo tanto”).
E mi chiedo quanto pesa nel mio cuore quello che viene chiamato “ego” che ha dato origine alla parola “egoismo”, che vuol dire “cercare sicurezze per se stessi” e che ha come conseguenza immediata quella di “non vedere l’altro”.
La prima parte della parabola è chiara.
Quell’UOMO RICCO di cui non si dice nemmeno il nome, viene definito dai suoi VESTITI e dal suo CIBO. La ricchezza contro cui metteva in guardia GESU’ domenica scorsa, lo definisce. Quell’uomo non ha più identità, non ha cuore, e non ha occhi: è ciò che veste e ciò che mangia. Non è più un uomo. E infatti non vede il POVERO LAZZARO, non si degna di uno sguardo.
Mi chiedo quanti VESTITI ho nel mio armadio e nel mio cuore e devo rispondere: tanti!
Mi chiedo quanto CIBO ho nel mio frigorifero e nel mio stomaco e devo rispondere: tanto!
Mi chiedo quanti POVERI ho alla mia porta che non vedo, che non degno di una BRICIOLA e devo rispondere: tanti! Possiamo subito aprire la discussione, ma quello è veramente un povero oppure no? Ma ci sono tanti modi per capire e per distinguere (abbiamo un Centro di Ascolto ogni martedì pomeriggio che fa esattamente questo! Lo sappiamo? Lo usiamo?). Abbiamo vestiti, cibo, case (quante case vuote e chiuse) e facciamo fatica a condividerli.
E così ci ammaliamo sempre di più di “egoismo”…
La prossima settimana riprende il progetto Caritas “Dono una spesa”, almeno abbiamo l’opportunità di dare noi la BRICIOLA e forse un po’ di più (o di meno!) che LAZZARO cerca.
Apriamo gli occhi sui tanti LAZZARO che ci circondano. A volte siamo anche noi, sono i nostri parenti, ma certo lo sono i tanti Rifugiati o Migranti di cui oggi si celebra la Giornata mondiale.
Apriamo gli occhi finché siamo in tempo, perché il tempo finisce, questo tempo finisce e inizia l’Altro tempo. E siamo nella seconda parte della parabola!
Noi crediamo che l’Altro tempo c’è. E se anche non sappiamo bene come possa essere e GESU’ non si preoccupa di dirci molto, ma che ci sia è fuori di dubbio per la fede!
Nell’Altro tempo LAZZARO e l’UOMO RICCO sono ancora distanti, ci ricorda Ermes Ronchi, ma a parti invertite.
Ora è LAZZARO seduto in tavola, mentre l’UOMO RICCO è “fuori”, privato di tutto, a parte la sua coscienza. Ora vede, ora sa, ma è “troppo tardi”. Quel “troppo tardi” ci deve santamente inquietare.
Abbiamo un tempo, ma è limitato per aprire gli occhi e cercare DIO nei tanti LAZZARO che ci sono inviati.
Si, perché è LAZZARO il messaggero di Dio per gli UOMINI RICCHI che pensano di farne a meno.
Dice ancora Ronchi: forse anche pregava quell’uomo ricco durante la sua vita (infatti ad ABRAMO fa una supplica), ma era una preghiera senza umanità e DIO non la capisce la preghiera senza umanità, perché è esattamente nell’umano, quello più basso e povero che Lui si è nascosto e vuole farsi trovare!
Ora l’UOMO RICCO si ricorda che ha dei FRATELLI, con i quali magari ha anche litigato per l’eredità (prima non erano nominati, nemmeno loro esistevano). Nulla e nessuno verrà dimenticato nell’Altro tempo, nell’Altro mondo.
Ora l’UOMO RICCO cerca un poco di ACQUA, ma non c’è acqua, è stata tutta sprecata nell’al di qua. Vorrebbe dire una parola ai fratelli, ma sono state sprecate anche le parole nell’al di qua e forse anche tagliati tutti i ponti. Nemmeno SE UNO RISORGESSE DAI MORTI li farà cambiare idea, non c’è miracolo o apparizione che porti alla salvezza. Ci sono i PROFETI, c’è la SCRITTURA, c’è il VANGELO e la CHIESA, ma soprattutto ci sono i POVERI per vedere, per condividere, per ritrovare dell’acqua, per svuotare armadi e frigoriferi, per accorgersi e per spostarsi dalla parte giusta…