Omelia del 25 novembre 2018

XXXIV/TO-B – UN SI POSSIBILE – E’ una strana festa, lo sappiamo, quella di oggi. O meglio mi suona sempre un po’ strano parlare di RE, pensando a Gesù. So bene la sua derivazione biblica, tutto il grande tema del REGNO e della REGALITA’, ma continua a suonarmi strano. Perché ovviamente è una parola che trascina con se le immagini di oggi, e quante sono, dei re di questo mondo, soprattutto i re di oggi, francamente abbastanza a me antipatici. Non sempre perché capricciosi e oggetto di quella curiosità a me particolarmente da fastidio, dei media, del gossip, spesso meritata perché caratterizzati da stili di vita decisamente criticabili, oppure subita, ma anche per tutto l’apparato esteriore, di sfarzo, di estetica, di simboli che non mi appartengono.
Mi consola pensare che GESU’ comunque è un RE DIVERSO. Basta alzare gli occhi a un CROCIFISSO per ricordarcelo. Basta pensare alla scena davanti a PILATO che abbiamo appena letto, magari aiutati da qualche ricostruzione cinematografica seria, per tirare da una parte un sospiro di sollievo. E’ proprio un RE DIVERSO. Ma si trascina dietro tutta una serie di domande che sono toste. MA ALLORA CHE RE E’? Alla luce soprattutto della sua pretesa DIVINITA’, anzi proprio a partire da questa pretesa che è il cuore della sua proposta.
SI SONO RE risponde GESU’ e intende qualcosa di ben diverso da come lo intende PILATO. Sono il Signore dell’Universo, come lo ricordiamo oggi. Sono espressione di quel Dio creatore di tutto e di tutti. In Lui Dio stesso si rende presente in un modo assolutamente nuovo, unico e definitivo perché totalizzante. In GESU’ C’E’ TUTTO DI DIO, in questo senso è RE.

Capiamo subito il riferimento che fa il Profeta Daniele che dice, e sta parlando del MESSIA, non lo sa, ma sta parlando del CRISTO, al quale FURONO DATI POTERE, GLORIA E REGNO. TUTTI I POPOLI, NAZIONI E LINGUE LO SERVIVANO. IL SUO POTERE E’ ETERNO. IL SUO REGNO NON SARA’ DISTRUTTO.
C’è il fondamento della nostra fede. In quel FIGLIO D’UOMO, stranamente “figlio d’uomo”, ma noi sappiamo cosa significa, lo sappiamo a partire dal NATALE, da quel Natale che tra poco torneremo a celebrare, proprio in quell’umanità unica di GESU’ si rivela, si rende presente un TUTTO, si rende presente esattamente Colui che tutto ha generato e tutto sostiene e a cui tutto sta andando.
Proprio la REGALITA’ DI GESU’ se da un lato mi provoca alla responsabilità per il mondo, il creato, l’ecologia, la storia, i poveri, gli indifesi, i fragili, gli emarginati, dall’altro mi da grande fiducia e grande certezza che nulla e nessuno sarà abbandonato.
Viviamo tempi dove tornano paure. Ma a noi cristiani non deve essere dato di aver paura (o troppa paura).
Noi sappiamo – lo crediamo e preghiamo perché Lui stesso ci aiuti a crederlo e a saperlo – che GESU’ CRISTO E’ IL TESTIMONE FEDELE come ci ricorda San Giovanni nell’Apocalisse, la seconda lettura che abbiamo letto.
Non c’è TRUMP che tenga, non c’è SPREAD che mi angosci, non c’è TERRORISMO che mi spaventi. Io so che CRISTO RESTA FEDELE, E’ LUI IL MIO RE e questo mi basta.
So che CI AMA, CI HA LIBERATI CON IL SUO SANGUE, CI HA RESI SUO REGNO. Io so che EGLI VIENE e OGNI OCCHIO LO VEDRA’. Questo io so e credo. ANCHE QUELLI CHE LO TRAFISSERO LO VEDRANNO. Anche PILATO lo vedrà. Anche i re o i dittatori, ma anche i governanti infedeli di questo mondo, i potenti che sembrano sempre impuniti lo vedranno.
IL SUO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO: Per questo per ora non lo vediamo a pieno, non ne vediamo l’efficacia finale. Ma sappiamo e crediamo.
C’è una formula teologica che a me piace tanto: GIA’ E NON ANCORA. Mi aiuta a capire la fede, ad accettare questo tempo, ogni tempo con tutte le loro sconfitte e incertezze. Lui è già qui, ma non ancora pienamente. E’ già re, ma non ancora pienamente visibile, pienamente occupante il mio cuore. E’ nel mio cuore, nella mia storia, nel mio cammino, manca il mio si definitivo, il NON ANCORA, frutto non di un Suo limite, ma del mio, non di una Sua mancanza, ma della Sua Pazienza, non della Sua incompetenza, ma del Suo Amore per me. Mi da tempo. Mi lascia tempo. Mi chiede un SI POSSIBILE.
Aiutami, aiutaci a dire il nostro SI POSSIBILE, per un RE DIVERSO, ma possibile. Allora vale la pena. Allora sono disponibile. Allora ci credo e ci provo. Ma Tu aiutami.