omelia del 23 agosto 2020
|21^ domenica del Tempo Ordinario – Anno A – DOMANDE – Oggi protagonista nel Vangelo è una DOMANDA. Una domanda di Gesù, anzi una doppia domanda ai suoi DISCEPOLI: LA GENTE CHI DICE CHE SIA IL FIGLIO DELL’UOMO? E poi: MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?
Se a una prima considerazione siamo portati a pensare che chi fa domande sia persona che non sa e quindi in qualche modo che vale meno, ad una più attenta riflessione dobbiamo riconoscere che è esattamente il contrario: proprio chi fa domande si dimostra più intelligente, più attento, più profondo. Lo dicono i filosofi e lo dice anche la scienza. Spesso sono le domande ad essere ben più importanti delle risposte.
GESU’ è ormai all’apice del suo successo, miracoli, predicazioni… e invidie. Ma soprattutto è alla vigilia della svolta: il suo “primo annuncio della Passione” (lo ascolteremo domenica prossima).
Lui conosce bene la risposta e conosce bene le illusioni che lui sta generando nel cuore di tanti, illusioni legate all’idea sbagliata di un Dio potente dal punto di vita umano, uno che fa miracoli e magicamente ti risolve i problemi. Non è questa la sua strada.
Considerando la prima lettura, ISAIA, e la sua profezia su SEBNA, MAGGIORDOMO DI PALAZZO (cioè primo ministro), abbiamo un indizio. Sarà sostituito da ELIAKIM portatore di uno stile nuovo, lo stile di Dio, uno stile di PADRE PER GERUSALEMME, un PIOLO SOLIDO perché reso saldo e forte da Dio e non dal potere degli uomini.
Così pure nella seconda lettura, PAOLO ai ROMANI, dove si esalta una SAPIENZA E CONOSCENZA DI DIO diverse, INACCESSIBILI alla nostra intelligenza.
GESU’ dunque è alla svolta della sua vita, della sua rivelazione, del suo messaggio. Una svolta impegnativa che chiede ai suoi interlocutori una FEDE vera, vera perché rischiosa, perché non legata più ai risultati accomodanti, ma anche deformanti dei nostri desideri superficiali, immediati, ma vuole rispondere ai desideri profondi e ben più veri, che spesso nemmeno sappiamo di avere.
Per cui spesso ci accontentiamo di una felicità superficiale (mangiare, bere, divertirci, ecc…) senza renderci conto che queste cose, da sole ci lasciano sempre l’amaro in bocca. E non andiamo mai in profondità a considerare la felicità profonda e vera (che ha a che fare con il senso, la salvezza, l’eternità), ma che richiede più sforzo e soprattutto chiede pazienza, chiede attesa, chiede quel tanto di sacrificio che invece spesso ci scoraggia, la sola che soddisfa veramente.
C’è tutto questo in quelle DOMANDE di GESU’. Non gli interessa quello che pensa la gente. Non ha bisogno di sapere dagli altri qualcosa su di sé. Lui conosce i pensieri degli uomini, Lui conosce se stesso a sufficienza: Gli interessiamo noi!
Gli interessano i suoi amici, i suoi DISCEPOLI. La domanda serve ad aiutare loro a chiarirsi le idee, ad andare più in profondità, a capire meglio ciò che cercano, a non accontentarsi della superficie, alla quale rischiano di consegnarli i miracoli: pancia piena, successo e potere. GESU’ non vuole questo per loro, sa che sarebbe una vittoria ben fragile, poco durevole, illusoria. Vuole portarli oltre.
E con loro noi.
PIETRO risponde correttamente, ma in realtà non vive di quella risposta, non ne è ancora convinto. Anche perché la risposta vera è la vita e nella vita, e la vita per essere risposta, va vissuta!
Solo vivendo PIETRO capirà. Vivendo prenderà forma da lui la CHIESA, dove sarà chiamato ad esercitare una grande responsabilità, quella detta “DELLE CHIAVI”, oggi potremo dire “del discernimento e della sua autenticazione”, il compito del Papa, unito ai Vescovi in comunione con tutto il popolo di Dio!
Quello che conta per lui (e per noi), non sarà tanto la risposta immediata, il tipo di strada/vita che saremo chiamati a percorrere/vivere, quanto il fatto di andare, cioè di FIDARCI.
GESU’ dice a PIETRO: fidati! Fidati ora che vedi i miracoli, fidati soprattutto domani che vedrai la CROCE. E lo dice a noi!
Fidiamoci di GESU’, della sua CHIESA, della sua CROCE, soprattutto dello SPIRITO e del PADRE.
E così la nostra vita sarà RISPOSTA, sarà AMORE, sarà vera, profonda, durevole… FELICITA’.