Omelia del 22 settembre 2019
|XXV Domenica del Tempo Ordinario/C – 3 QUESTIONI – Potremo legare le 3 letture a 3 grandi questioni che riguardano la vita di tutti: la prima lettura (il profeta Amos): l’ECONOMIA; la seconda lettura (San Paolo a Timoteo): la POLITICA e il Vangelo (secondo Luca): le RELAZIONI.
Siamo dentro 3 questioni enormi e fondamentali per la vita di ognuno di noi, in ogni tempo. Anche se in ogni tempo esse cambiano, si evolvono e noi con loro. In ognuna di loro la Parola di Dio diventa SPECCHIO con il quale verificare quanto Vangelo c’è nella nostra vita, oppure, se preferiamo, quanto Vangelo ancora manca alla nostra vita per poterci dire “abbastanza” cristiani, veri, adulti…
E qui vale con forza un altro detto di Gesù, molto diretto e molto chiaro, se qualcuno avesse dei dubbi: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Si perché, anche se è uno degli sport preferiti, dicono soprattutto in Italia, ma non solo, quello di dare la colpa agli altri, noi cristiani dovremo avere, o cercare di avere, sempre il coraggio di guardare prima a casa e nella vita nostra, rispetto a quella degli altri.
Non c’è dubbio che il profeta Amos stia parlando di ECONOMIA, ma lo fa, come è compito della BIBBIA, non per spiegarci come deve giare, questo è compito dell’intelligenza umana, ma per chiederci uno STILE, l’unico possibile per un vero credente, lo stile dell’ONESTA’. Già la breve descrizione del profeta è rivoltante, quando ci descrive venditori, commercianti, imprenditori di un’epoca lontana che agiscono in modo disonesto a scapito dei POVERI e degli UMILI. E ci rendiamo conto che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”, tanto per citare ancora la Bibbia. Sono sotto i nostri occhi tanti esempi, vicini e lontani, che fanno lo stesso. Al credente è chiesto di prendere sul serio l’affermazione finale del Signore: NON DIMENTICHERO’! E, a partire da se stesso e poi, per quello che può, cercare di cambiare stile alla società, cambiare le sue strutture di ingiustizia, percorrere una via di ONESTA’, appunto, possibile proprio per la certezza di un DIO CHE NON DIMENTICA! Ci aiuti il Signore a non essere noi che dimentichiamo, o, peggio, che agiamo in questo modo.
Se passiamo poi alla seconda lettura, San Paolo a Timoteo, dove troviamo, tra gli altri, un argomento sempre scomodo: la POLITICA.
E forse ci viene da sorridere per l’ingenua pretesa di Paolo di chiedere PREGHIERE per i RE e tutti quelli che stanno al POTERE, perché, dice, POSSANO CONDURRE UNA VITA CALMA E TRANQUILLA, DIGNITOSA E DEDICATA A DIO. Ci verrebbe da dire: “ma dove vivi Paolo?” Eppure San Paolo non era né sprovveduto, né uno che le mandava a dire, né tanto meno uno che non abbia pagato di persona per il coraggio delle sue idee, anche e soprattutto verso il potere, quello che oggi chiamiamo la POLITICA.
Ma anche qui è l’obiettivo finale che conta: DIO VUOLE CHE TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI. Per questo, ebbene si, è possibile e doveroso pregare per la politica. Per almeno 2 motivi: primo perché anche i politici devono salvarsi (e forse rischiano di più), secondo perché è la politica che si deve occupare del bene, possibile, di tutti, è quindi come un anticipo di salvezza di cui abbiamo bisogno, sempre. E allora, per noi e per i politici diciamo: salvaci o Signore.
Concludiamo con il Vangelo, dove troviamo quella parabola apparentemente imbarazzante, dove Gesù apprezza la DISONESTA RICCHEZZA. Non è un elogio della disonestà, evidentemente, ma un invito a cercare RELAZIONI BUONE con gli altri, come via per costruire un mondo migliore, un mondo capace di parlare di speranza, di proporre la speranza, di anticipare, appunto una salvezza, possibile solo in Dio, ma necessariamente bisognosa di un anticipo, di una promessa. E la salvezza che viene solo da Dio, la possiamo sentire in anticipo, come una promessa possibile, solo attraverso relazioni buone, generose, capaci di perdono e non relazioni predatorie, egoiste, vendicative, quelle del “prima noi” che oggi sembrano così di moda. Mi sembra che dobbiamo leggere così questa pagina. Come un invito a pensare agli altri per stare bene noi e sentire poi in quel bene, frutto di condivisione un anticipo di paradiso di cui abbiamo tutti, disperatamente bisogno.
NON POTETE SERVIRE DUE PADRONI conclude Gesù. Il nostro IO, il nostro egoismo, la mia RICCHEZZA, e DIO.
Qualcuno un giorno, sentendo cose simili abbandonò GESU’. E noi?