Omelia del 22 maggio 2022
|6^ domenica del tempo di Pasqua/C – LA PASQUA, L’AMORE E LA PACE – Ci stiamo avvicinando alla PENTECOSTE, che possiamo definire la PASQUA “diffusa”, “seminata”, “sparpagliata”… Diffusa, seminata, sparpagliata dove? Nei cuori di tutti i credenti sparsi nel mondo e nella storia. Diffusa, seminata e sparpagliata da chi? Dallo Spirito e dagli apostoli. La PASQUA “storica”, quella di GESU’ accaduta 2000 anni fa, che un poco alla volta, anno dopo anno, secolo dopo secolo, va verso la pienezza nel senso di coinvolgimento di ogni uomo e ogni donna fino a che sarà completa in tutto e in tutti.
Traccia di questo doppio movimento pasquale che si realizza con la PENTECOSTE, che diffonde, semina e sparpaglia la PASQUA nella geografia/storia, nello spazio/tempo, nei paesi/popoli, nella vita/cuori, la troviamo nelle 2 letture che hanno preceduto il Vangelo:
La prima lettura, dagli Atti degli Apostoli, ci porta al Primo Concilio, quando cioè la diffusione della fede nei tanti paesi conosciuti allora porta anche ai primi contrasti e prime necessarie interpretazioni. La domanda era questa: i convertiti alla fede cristiana provenienti dal paganesimo, che cioè non erano ebrei, prima dovevano farsi ebrei si o no? E subito ci si era divisi in 3 linee: quella di PAOLO, molto aperta, quella di PIETRO più prudente, quella di GIACOMO quella tendenzialmente più conservatrice. Alla fine, dopo un tempo di ascolto reciproco e di preghiera (oggi diremo un momento sinodale!), ecco la soluzione: non serve diventare prima ebrei per diventare poi cristiani, ma ci sono alcune regole che possono essere utili per evitare soprattutto di creare confusione negli ebrei più semplici e fragili. La Pasqua di GESU’ che diventa PENTECOSTE, entra nei paesi diversi, popoli diversi, cuori/sensibilità diverse e trova sintesi nuove, si diffonde, viene seminata, si sparpaglia.
Nella seconda lettura, e siamo nell’Apocalisse di San Giovanni apostolo, abbiamo invece una delle grandi visioni di Giovanni, che rileggono il Vangelo in una doppia chiave: attuale e futura, terrena e celeste, nel tempo e nell’eternità, tra il cammino e il compimento.
Se da un lato la CITTA’ parla dell’oggi, del qui, del cammino sempre da fare, è il luogo dove gli uomini nascono, vivono, crescono, si convertono, muoiono, dall’altro essa parla anche del compimento.
Infatti RISPLENDE, ma grazie alla GLORIA DI DIO, viene paragonata a una GEMMA PREZIOSISSIMA, per indicare un compimento bellissimo, eccezionale, appunto non umano. Per contrasto vengono in mente le nostre città, sempre caotiche e grigie, per non parlare di quelle devastate da guerre e calamità. Dio porta invece a compimento la casa dell’uomo. È sempre una città, ma è arrivata al suo destino, al suo compimento, alla sua pienezza.
MURA e PORTE dicono protezione, nulla la distruggerà, ma anche possibilità di ingresso, apertura, accoglienza.
Il numero DODICI ci mette in connessione con la storia ebraica (12 TRIBU D’ISRAELE), che non viene cancellata, ma anche la storia della Chiesa (12 APOSTOLI) che ne esprime una ideale continuità e compimento.
L’AGNELLO è centrale, ed è GESU’, il RISORTO, trionfatore con la mitezza, il dono di sé. È lui il TEMPIO, il luogo dove abita DIO, non più un edificio, ma una persona, il CRISTO che è anche LUCE, cioè una relazione.
Davvero una PASQUA che si diffonde, viene seminata e si sparpaglia ovunque perché ovunque risplenda la luce del Risorto.
Quella luce che nasce da quell’unica PAROLA, unico COMANDO che è l’AMORE e siamo nel Vangelo, sempre nei discorsi dell’ULTIMA CENA: SE UNO MI AMA OSSERVERA’ LA MIA PAROLA E IL PADRE MIO LO AMERA’ E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI.
Quante parole, spesso inutili o superficiali, ascoltiamo e pronunciamo e nessuna è in grado di aggiungere un anno, un giorno, un secondo a questa nostra vita così fragile ed esposta all’imponderabile.
La sua PAROLA invece è potente. È viva, è vita, è eternità, è del PADRE, è INSEGNATA DALLO SPIRITO, è PACE.
In fine è soprattutto PACE, parola che riassume su di sé tutte le conseguenze buone dell’AMORE vissuto, del VANGELO vissuto, del RISORTO incontrato, della PENTECOSTE realizzata, diffusa, seminata, sparpagliata, così come GUERRA racchiude in sé tutto il male e il peggio che l’uomo/MONDO da solo è capace di fare.
GUERRA e PACE: la scelta sembra facile, ma non è così. Abbiamo bisogno di Lui per scegliere la seconda e non restare prigionieri della prima! Vieni SIGNORE, portaci la Tua PACE ora e sempre.