Omelia del 20 ottobre 2019

XXIX Domenica del Tempo Ordiario/C – CREDERE, PREGARE, AMARE (93^ Giornata Missionaria: BATTEZZATI E INVIATI) – Dopo la fede, dopo il ringraziamento, oggi tocca al tema della PREGHIERA. Certo GESU’ la introduce in modo strano, con questa parabola del GIUDICE DISONESTO, ma non è la prima volta che ricorre ad esempi paradossali, addirittura usando la “disonestà” (cf l’amministratore infedele, oppure il buon ladrone) per introdurci ad un corretto rapporto con Dio. Un Dio che ancora una volta viene descritto come Colui che a tutti i costi vuole il nostro bene.
Potremo però chiederci come mai, se vuole il nostro bene, ha bisogno di una preghiera insistente, addirittura della NECESSITA’ DI PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI MAI!
Mi pare che la risposta sta in una domanda, nella domanda conclusiva con cui questa pagina si chiude: MA IL FIGLIO DELL’UOMO, QUANDO VERRA’, TROVERA’ LA FEDE SULLA TERRA?
Perché la preghiera “funzioni” serve la fede. Se c’è la fede la preghiera “funzionerà” non tanto nel senso che il Signore soddisferà ogni nostro capriccio (spesso nemmeno richieste legittime e buone), ma non verrà meno la nostra fiducia, in Colui che ha dato suo Figlio, che è morto e risorto per noi.
E allora quella PREGHIERA INSISTENTE, come quella della povera VEDOVA al GIUDICE DISONESTO, sarà non tanto espressione di un trucco per tirare Dio dalla nostra parte, ma segno di una fede incrollabile. Quel PREGARE SEMPRE non sarà tanto un esercizio eroico per pochi, ma segno di una fede che, come l’amore, si esprime sempre, anche quando non ci pensi: Come una mamma che ama sempre il suo bambino, anche quando non è sotto i suoi occhi. Come un innamorato che pensa sempre alla sua innamorata, anche se è al lavoro o impegnato in qualcosa d’altro.
Se c’è fede, c’è amore per Dio, e così facciamo di tutto per restare con il cuore orientato a Lui. Capiti quel che capiti. Anche GIOSUE’ nella prima lettura, l’Esodo, vive una situazione simile e per vincere la battaglia si fa aiutare da ARONNE e CUR per continuare a tenere le MANI ALZATE. Non è gesto magico, ma espressione di una fede grande.
Oggi, GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE, durante questo MESE MISSIONARIO STRAORDINARIO, mentre è in corso il SINODO PER L’AMAZZONIA, davvero il tema che quella domanda pone ci riguarda: IL FIGLIO DELL’UOMO, QUANDO VERRA’, TROVERA’ LA FEDE SULLA TERRA?
Perché se la FEDE è vera porta all’amore per Dio e per i fratelli e allora non può che essere FEDE donata! Se la FEDE è vera, non possiamo tenerla solo per noi. Se la FEDE è quella in GESU’ figlio di Dio, morto e risorto, non possiamo non comunicarla.
Se siamo davvero credenti, cristiani, dobbiamo ardere sempre:
• della voglia di Dio = PREGARE SEMPRE!
• d’amore per i fratelli = essere MISSIONARI SEMPRE!
BATTEZZATI (che pregano Dio) e INVIATI (missionari ai fratelli) e lo slogan della Giornata Missionaria di quest’anno.

SAN PAOLO, nella seconda lettura, lettera a Timoteo, esprime un concetto simile quando dice: RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO E CHE CREDI FERMAMENTE. “Rimanere saldi”, “credere fermamente”. E questo dipende dalla doppia testimonianza che deriva dalla doppia CONOSCENZA: DI COLORO DA CUI LO HAI APPRESO, e delle SACRE SCRITTURE. Da qui deriva la SALVEZZA CHE SI OTTIENE MEDIANTE LA FEDE IN CRISTO GESU’.
Possiamo sintetizzare il tutto in 3 parole: CREDERE, PREGARE, AMARE.
Qui nasce ogni MISSIONE. E’ così che siamo MISSIONARI. E’ questo che la fede ci chiede incessantemente. Esserlo nei fatti, esserlo soprattutto nello stile, almeno nel desiderio profondo e continuo, nei momenti “opportuni” e in quelli “inopportuni”, appunto, SEMPRE.

Noi siamo tutti battezzati, certo. Ma ci sentiamo inviati? Che missionari siamo? Avverto sempre una certa separazione. Battezzati si, battezzare i figli si. Ma inviati: non ho tempo, non sono preparato, non è il momento giusto (per fare il catechista, per dare una mano nelle pulizie dell’oratorio, per partecipare a un gruppo del Vangelo…: sembrano le scuse di una famosa parabola di Gesù).
Noi CHE INVIATI siamo?