Omelia del 20 novembre 2022
|XXXIV Domenica del Tempo Ordinario/C – IL PARADISO OGGI! – Chi è il mio re? È la domanda che possiamo farci oggi, nella liturgia che ci invita a meditare GESU’ RE DELL’UNIVERSO…
Come mi pongo davanti a GESU’? Un conto è dirlo RE, cioè centro, fondamento, della mia vita a parole, un conto è vivere davvero con lo sguardo, il cuore, la vita, tutto orientato a Lui che, come ci ricorda San Paolo nella seconda lettura, è IMMAGINE DEL DIO INVISIBILE, è PRIMA DI TUTTE LE COSE, è IL CAPO DEL CORPO DELLA CHIESA, è IL PRNCIPIO…
Forse è più facile dire chi non dovrebbe essere o cosa non dovremo fare, ce lo suggerisce sempre il Vangelo:
– NON STARE A VEDERE come fa invece il POPOLO…
– NON DERIDERE come fanno invece i CAPI e i SOLDATI…
– NON INSULTARLO come fa il 2° MALFATTORE…
Potremo dire che queste cose non ci riguardano, però se ricordiamo quella frase di GESU’ quando dice “quando avete fatto questo a uno di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”, subito dovremo chiederci se per caso abbiamo avuto comportamenti simili con qualche persona…
Allora forse la faccenda cambia:
– Quanta indifferenza di fronte alle immagini di fratelli che soffrono per guerre, barconi che affondano, mancanza di casa?
– Quante prese in giro e derisioni verso qualcuno, magari più fragile e indifeso, vediamo nei nostri notiziari?
– Quanti insulti, spesso sfruttando il social di turno, nascosti dietro una tastiera, uno schermo, vediamo, subiamo o anche alimentiamo?
E quante di queste situazioni di indifferenza, di derisione, di insulto sono anche rivolte anche alla fede, alla Chiesa, ai cristiani?
Cosa fa GESU’? Cosa fa il nostro RE?
Lascia fare! Si lascia travolgere dall’indifferenza, dalle prese in giro, dagli insulti. Perché?
Perché sta aspettando e sta cercando, con pazienza, con tenacia, con drammatica e incredibile pazienza e tenacia, uno spiraglio, una possibilità che quei cuori induriti, induriti perché feriti a loro volta, si aprano, mostrino una crepa, una incertezza un dubbio e mostrino e rivelino una richiesta di aiuto una mano tesa, una supplica.
E quei cuori che Lui desidera, quelle mani che Lui attende, quelle ferite nascoste che Lui vuole sanare, sono le nostre!
E così, come sappiamo di essere un poco anche noi quel POPOLO INDIFFERENTE, quei CAPI e SOLDATI che DERIDONO, quel MALFATTORE che INSULTA, sappiamo anche che in noi c’è anche un poco di quel MALFATTORE che chiamiamo BUON LADRONE, che invece prende le difese di GESU’, RIMPROVERA il suo compagno. Un delinquente, vissuto da delinquente, condannato come delinquente, consapevole di essere un delinquente (NOI GIUSTAMENTE RICEVIAMO QUELLO CHE ABBIAMO MERITATO), lui, proprio lui riconosce che GESU’ NON HA FATTO NULLA DI MALE.
Ecco lo spiraglio atteso, il cuore duro che si spacca e lascia intravedere le ferite interne, la mano inchiodata che comunque si allunga, lo sguardo duro e cattivo che si intenerisce…
È quello che GESU’ attende. Da quel compagno, da ogni uomo e ogni donna del mondo e della storia: OGGI CON ME SARAI IN PARADISO…
Questa è la buona notizia.
Questo è ciò che rende preziosa e desiderabile l’amicizia e la vicinanza con GESU’. Questo è quello che Lui è venuto a fare sulla terra. Chi glielo ha fatto fare, se non il Suo amore vero, davvero vero, per noi, per tutti noi, per ognuno di noi, un amore che non finisce mai, come non finisce mai l’amore di una mamma, capiti quello che capiti.
Basta poco. Basta niente. Basta un attimo. Basta uno sguardo, basta una mano tesa, basta una parola, basta un cuore che ha il coraggio e l’umiltà di aprirsi…
Facciamolo, per carità. Cosa serve guadagnare il mondo, essere pieni di like, o avere la ricchezza di Bezos o Musk, oppure avere il potere di Putin o di Biden, se poi tutto finisce e non resta niente? Se poi viviamo la vita preoccupati di non perderla, sapendo benissimo che la perderemo?
Un giorno i DISCEPOLI hanno detto a GESU’: “Signore da chi andremo, solo tu hai parole di vita eterna”…
Solo tu sei un RE che vale la pena incontrare, al quale vale la pena sottomettersi, che ha davvero a cuore, tutto il suo cuore e tutto il nostro cuore, noi e tutto di noi!
Chi siamo noi cristiani (e tanti uomini e donne di buona volontà) se non i fortunati, non perché migliori degli altri, ma per un disegno che non ci è noto che, come il MALFATTORE BUONO, hanno visto sotto il peso della croce, la sofferenza dei chiodi, il dolore della crocifissione, una luce diversa, un mondo nuovo, un ponte unico, una porta aperta.
E non dopo, domani, vedremo…, ma OGGI, ora, adesso, per me,… IL PARADISO.