Omelia del 20 giugno 2021

12^ domenica del Tempo Ordinario/B – 4 PASSI CON GESU’ – Ricordiamo tutto il 27 marzo 2020 quando Papa Francesco, da solo, in Piazza San Pietro pregava perché finisse la pandemia commentando proprio questa pagina di Vangelo.
È una pagina che si pone in continuità e per certi versi in contrasto con quella di domenica scorsa: i semi di grano e le spighe mature, il seme di senape e l’albero.
In mezzo c’è l’invito di GESU’: PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA, quasi un invito a cambiare prospettiva, a vedere da un’altra angolazione, a valutare le cose da un punto di vista diverso.
• Li Dio lo vediamo agire nelle PICCOLE COSE che in modo misterioso, grazie a Lui, producono molto frutto.
• Qui Dio lo vediamo nel dominare le FORZE GRANDI della NATURA, in questo caso una TEMPESTA, che non travolgono.

Se pensiamo alla nostra esperienza, a nessuno manca purtroppo, presto o tardi, l’incontro con qualche TEMPESTA. Il male sembra avere la meglio, sembra travolgerci: un imprevisto negativo, una malattia, un tracollo economico, un fallimento affettivo, la perdita di una persona cara, ecc…
Ci sono poi, e lo scorso anno l’abbiamo vissuta, TEMPESTE globali che travolgono tutti, come lo fu la crisi economico-finanziaria del 2008 e prima il terrorismo con l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001.

Il messaggio mi sembra chiaro e diretto. Anche se DIO a volte sembra assente, sembra indifferente, sembra non agire, in realtà non è così.
GIOBBE, nella prima lettura, aveva intuito e descritto tutto questo parlando del MARE, simbolo potente delle forze avverse all’uomo, come una realtà comunque CHIUSA TRA DUE PORTE DA DIO, cioè dominato e controllato dal SIGNORE che vi ha messo un CHIAVISTELLO.
Così nel Vangelo: la GRANDE TEMPESTA DI VENTO e di ONDE che RIEMPIONO LA BARCA contrasta con l’atteggiamento di GESU’ che è scritto: SE NE STAVA A POPPA, SUL CUSCINO, E DORMIVA. Sembra davvero disinteressarsi il Signore, a volte, di noi, standosene nella comodità del suo cielo (il CUSCINO) e noi ormai in procinto di soccombere.

Quello che succede dopo è per noi il GRANDE INSEGNAMENTO, è come una piccola guida per la vita di fede, i passaggi essenziali sui quali siamo chiamati a misurare la nostra fede.
Quello che fanno i DISCEPOLI ci viene chiesto a noi. Quello che fa GESU’ è quello che fa o farà anche a noi!
Sono almeno 4 i passi da fare: I primi 2 sono nostri, i secondi 2 di Dio.
Il primo passo è RIVOLGERSI A LUI. È scritto che LO SVEGLIARONO, e potrebbe sembrare che Lui era assente, disinteressato, ma sappiamo bene che non è così. È l’artificio letterario per invitarci a fare un passo, metterci in moto, allungare la mano, dire: “ho bisogno”, “da solo non ce la faccio”. È il primo passo della fede, oggi spesso il più difficile.
Il secondo passo è RACCONTARE quello che succede: MAESTRO, NON T’IMPORTA CHE SIAMO PERDUTI? È il racconto dello stato d’animo interiore e della situazione esteriore. Anche qui, si tratta non tanto di far conoscere a Dio qualcosa che non conosce. Sappiamo bene che Lui conosce tutto di noi. Ma siamo noi che apriamo definitivamente il nostro cuore, la nostra vita a Lui perché Lui possa agire davvero in noi (è la logica che c’è nella Confessione).
Il terzo passo, opera di GESU’, è AGIRE: SI DESTO’, MINACCIO’ IL VENTO E DISSE AL MARE: TACI, CALMATI. IL VENTO CESSO E CI FU GRANDE BONACCIA. Dio agisce e le cose cambiano direzione, la TEMPESTA si placa (qualcuno ha scritto che Dio non ci salva dalla tempesta, ma nella tempesta). DIO non toglie tutte le tempeste prima che accadano, ma ogni volta che accadono Lui c’è, se noi lo vogliamo, Lui è pronto ad agire, se noi glielo permettiamo.
In fine il quarto passo, è una domanda: PERCHE’ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE? La questione fondamentale alla fine non è la TEMPESTA e il suo superamento (ce ne saranno sempre altre), quanto piuttosto la FEDE con cui affrontiamo le TEMPESTE.

E noi con quale fede affrontiamo la vita e le sue tempeste? Sempre di più la questione di fondo è la FEDE più che le tempeste…
Dunque: Quanta fede c’è nelle scelte della nostra vita?