Omelia del 2 febbraio 2019

Presentazione del Signore
UNO, DUE, INFINITI “SI” A DIO
E’ una Messa speciale quella di stasera. Non ci sono le letture della domenica, ma quelle della PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO. E’ un episodio strettamente legato al Natale.
Lo possiamo avvicinare al nostro BATTESIMO, pur con le debite differenze. E ci parla di NOI, della nostra FEDE, tanta o poca.
Si perché la fede non si può misurare, non si può vedere, ma certamente i GESTI della fede “parlano”, si vedono e si possono misurare o per lo meno valutare.
MARIA E GIUSEPPE VANNO AL TEMPO E PORTANO GESU’. Non sanno ancora bene chi sia questo bambino e fanno ciò che ogni famiglia ebrea doveva fare: PRESENTARE IL BAMBINO AL SIGNORE – COME E’ SCRITTO NELLA LEGGE: OGNI MASCHIO PRIMOGENITO SARA’ SACRO AL SIGNORE.
Anche noi con il BATTESIMO siamo stati “PRESENTATI” al Signore. Eravamo già “SUE CREATURA”, oggetto del suo pensiero e del suo amore. Ma certo quel gesto di nostra mamma e papà, di portarci in Chiesa e di allungare le mani per metterci sul Fonte Battesimale ci parlano ed è come se dicessero: questo figlio non è nostro, è di Dio. E quando il sacerdote o chi per lui, versa l’acqua e pronuncia le parole: “io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” accade qualcosa di grande: Lo Spirito è come se tornasse a casa sua, nel cuore di quel bambino, nel nostro cuore e da quel cuore non possiamo più toglierlo. Siamo suoi e Lui è nostro.
Ovviamente siamo abituati a quel gesto. Lo abbiamo fatto in tanti, lo abbiamo visto tutti. Eppure non sempre ci rendiamo conto di cosa significa. E’ impegnativo. E’ molto impegnativo. Quel bambino non è più nostro, di noi genitori e nemmeno noi siamo proprietà a noi stessi, ma siamo di Dio. Non si tratta di una “schiavitù invisibile”, ma della condizione della felicità! Se lo sapessimo e lo credessimo davvero, non avremo paura di Dio, della sua vocazione per i nostri figli e per noi stessi. Occorre dire che oggi abbiamo tanta paura di Dio perché abbiamo poca fede. Non crediamo che la nostra felicità sia Lui, ma pensiamo alla nostra felicità solo a partire da noi! Che errore grande!
Il BATTESIMO dunque è la PRESENTAZIONE, è il sacramento dell’INIZIO, così forte, così indelebile, così fondamentale che:
A – Non si cancella e quindi non si ripete.
B – C’è tutto, gli altri sacramenti solo specificano.
La nostra vita è dentro la vita di Dio. La vita di Dio è dentro la nostra vita. Siamo cristiani così, restando dentro la vita di Dio e lasciando la vita di Dio dentro la nostra. Essere cristiani significa cercare per tutta la vita di vivere così. Perché, appunto, nel Battesimo c’è tutto… quasi!
Dico quasi, perché mancano solo 2 cose:
1) Essendo battezzati da piccoli manca il nostro PRIMO si. Esso possiamo dire inizia con la Cresima, ma diventa pieno il giorno in cui davvero decidiamo di essere, di restare, di diventare credenti sul serio, credenti per sempre (a me è capitato 2 volte: a 17 anni, quando ho deciso che volevo credere e a 22 anni quando ho accettato la vocazione del prete).
2) Essendo liberi mancano TUTTI i si della vita. Quelli che danno colore e guarigione alla vita di ognuno di noi.
– I SI che danno COLORE sono i si delle varie VOCAZIONI (chiamata di Dio e risposta nostra) che sono una, due e infinite:
o UNA. Quella Battesimale che è di tutti, ma che i consacrati rendono visibile in modo speciale, pur con diverse tonalità.
o DUE. Gli sposi e i vescovi/preti (matrimonio e ordine) che sono per il dono della vita e per la missione della Chiesa.
o INFINITE. Quelle di tutti i laici sposati o non sposati, chiamati ad essere un riflesso di Gesù nel mondo.
– I SI che sono GUARIGIONE perché anche se amiamo Dio gli diciamo tanti NO, che sono come ferite che vanno guarite. Ecco gli ultimi 2 sacramenti. Il si quando c’è la malattia (quanto è difficile credere in un Dio buono quando si è malati), ecco l’Unzione degli Infermi. Il si quando c’è il peccato che è un no detto a Dio: ecco la Confessione.

Ma tutto questo è per un unico obbiettivo: LA CARITA’, cioè l’AMORE. Dio è amore e con la PRESENTAZIONE AL TEMPIO noi diciamo di crederci e promettiamo, anche se non siamo capaci, di vivere così. Se non c’è amore i sacramenti diventano vuoti. Ma senza i sacramenti il nostro amore resta da solo, resta piccolo, resta fragile, senza l’Amore di Dio. Per questo andiamo al Tempio, per questo abbiamo bisogno dei sacramenti. Si vive solo con Dio, di Dio e per Dio e i CONSACRATI semplicemente con la loro vita ce lo dicono. Ringraziamo loro. Ringraziamo Dio.