Omelia del 19 gennaio 2020

2^ TO/A – TUTTI UNITI – Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani – ECCO L’AGNELLO DI DIO, COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO. Questo ha detto il BATTISTA, vedendo Gesù, ai suoi uditori. E questo è ciò che il sacerdote, ogni sacerdote, ad ogni Messa ripete mostrando l’Eucaristia consacrata, presenza reale, vera, oggettiva di Gesù, qui e adesso e per sempre.
Questa affermazione ci dice almeno 2 cose fondamentali per la nostra vita di credenti, ma, per noi ovviamente, per ogni vita (ad ognuno giudicare poi quale sia la migliore).
1) La prima cosa è NEL MONDO C’E’ IL PECCATO. O si, il male c’è, esiste. Sembra scontato, lo sappiamo e lo vediamo tutti. Ma occorre riconoscere che ci sono credenti, tanti, (ma anche non credenti) che vivono come se questo non fosse vero. E questo crea danno a loro, ma anche al mondo. Più ignoriamo il peccato, più noi ne diventiamo schiavi.
2) La seconda cosa è ESISTE COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO. C’è il male, ma c’è anche il bene, anzi il bene è più forte, vince il male. E questo bene, il BATTISTA, lo indica chiaramente in una persona e questa è GESU’. Proprio quel GESU’ DI NAZARET che noi abbiamo celebrato.
La realtà del PECCATO è così importante e decisiva (purtroppo!), che viene citata nel 1° articolo del Catechismo della Chiesa Cattolica (su 2865!). E lo fa mentre annuncia che la vita dell’uomo è “conoscere e amare Dio”, e specifica che questo nostro compito-senso, è una chiamata, perché Dio “convoca tutti gli uomini, che il peccato ha disperso, nell’unità della sua famiglia”.
Ed entriamo anche nel dono e mistero grande dell’unica famiglia di Dio, per la quale noi cristiani siamo segno, tanto più vero quanto più uniti siamo. Per cui entriamo anche nel grande compito che la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci propone ogni anno. Il sogno di Dio è che tutti gli uomini siano una grande famiglia. Al centro, come un piccolo diamante, c’è il popolo d’Israele a ricordare l’amore che Dio ha per gli uomini. Come un grande abbraccio, quel piccolo diamante è circondato da un grande sole che è la Chiesa, chiamata ad irradiare la luce di questo sogno di Dio su tutta l’umanità, perché, per le tante vie della storia, della cultura, della religiosità, tutti abbiano ad incontrare la luce di Dio che in GESU’ si è manifestata, per tutti!
Ma, c’è appunto un ma, proprio perché figli e non burattini, liberi e non schiavi, all’uomo è stata offerta la possibilità di decidere e l’uomo questa possibilità l’ha usata male. Chiamiamo questa realtà profonda che riconosciamo dentro ciascuno di noi: “peccato originale”. E’ una condizione di buio, di opacità, di peccato che ci offusca Dio, ci rende impossibile vederlo e incontrarlo, se non fosse Lui che ci viene incontro.
E GIOVANNI BATTISTA è il primo dichiara al mondo che, si, il Sole che è Dio non ha voluto restare nascosto oltre le nuvole, ma si è manifestato, si è fatto vedere, è tornato a splendere sulla vita degli uomini, gli ebrei, i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà. Lui è l’AGNELLO DI DIO, che innocente, accettando la morte ingiusta, ha spaccato quel muro, barriera, fossato che il peccato aveva costruito.
Ora c’è un ponte. In GESU’ il peccato è tolto. Certo torna. Torna perché il nostro cuore resta fragile, torna perché c’è anche un Nemico che gira, misteriosamente c’è e gira e ci inganna. Ma l’AGNELLO è più forte e da quell’AGNELLO è venuto lo SPIRITO che ha fatto del BATTESIMO di GIOVANNI, un nuovo BATTESIMO di GESU’, dello SPIRITO.
Il diamante è stato dissotterrato. E’ dentro di noi. Siamo noi. Bellissima creatura di Dio, preziosa ai suoi occhi. Anche se tante crepe porta con sé, ma c’è, ci siamo, e continuiamo ad esserci.
Preghiamo perché il nostro BATTESIMO porti frutto.
Preghiamo perché le Chiese tornino a mostrare l’unità pur nella diversità delle tante facce.
Preghiamo, come ci dice il Concilio Vaticano II, perché i nostri fratelli maggiori ebrei, si sentano tali e noi li possiamo sentire tali, appunto, fratelli.
Preghiamo perché tutti i credenti possano, nell’esercizio di una volontà buona, vivendo la loro fede, camminare accanto a noi nella stessa direzione. E alla fine sarà bello. Insieme. Senza più il peccato che ci intralcia. Abitare tutti nella casa del Signore.