Omelia del 19 dicembre
|IV^ domenica di AVVENTO/C – INCONTRARE (e testimoniare) – Dopo la domenica della GIOIA ecco la domenica della SORPRESA. Il Natale ormai vicino è festa di gioia e di sorpresa. La gioia e la sorpresa di un DIO vicino, vicinissimo, che riempie i nostri cuori assetati di gioia e sorprende le nostre vite troppo spesso stanche, rassegnate, annoiate, incapaci di attendere qualcosa di nuovo.
E invece qualcosa di nuovo c’è e sempre ci sarà. Si tratta di aprire gli occhi e riconoscerlo.
MARIA ed ELISABETTA sono le protagoniste del Vangelo di oggi e sono portatrici di questa sorpresa di Dio, loro hanno aperto gli occhi.
Cosa c’è di più bello, gioioso e sorprendente di una nascita? Cosa c’è di più bello, gioioso e sorprendente della nascita di Dio, il Dio della storia, del mondo, di ogni cosa, dentro la storia, dentro il nostro mondo, dentro la vita di ognuno di noi?
Si perché la nascita di GESU’ questo vuole essere e questo è.
Lasciamoci sorprendere dunque.
Sappiamo ancora sorprenderci però? Siamo disponibili a lasciarci sorprendere che vuol dire anche un po’ scomodarci?
MARIA ed ELISABETTA si sono lasciate scomodare e DIO le ha sorprese l’una per l’altra ed entrambe per il loro popolo e per tutti noi.
DUE DONNE innanzitutto. Già questa è una sorpresa grande, grandissima per l’epoca, ma anche per la nostra epoca dove ancora tanta strada è da fare per dare alle donne quella uguale dignità, dentro e fuori la chiesa, quella speciale originalità di cui il mondo non può fare a meno, ma che chiede una rivoluzione che solo DIO ci può aiutare a fare. Il NATALE è la festa di un rinnovato rapporto uomo-donna che da uguale spazio e dignità ad entrambi. Preghiamo per le donne portatrici in quanto donne della sorpresa di Dio.
DUE MADRI subito dopo. La maternità come luogo di rivelazione di un DIO della Vita, la nostra vita che dunque vale, vale sempre, dall’inizio alla fine, che è sorpresa continua, che è generazione, che è promessa di futuro, che è radicale apertura all’altro, al prossimo più prossimo, oltre ogni autoreferenzialità. Il NATALE è aprirsi alla maternità di Dio attraverso la maternità delle mamme. Preghiamo per le madri portatrici in quanto madri della sorpresa di Dio.
DUE GENERAZIONI che si incontrano. L’anziana ELISABETTA e la giovane MARIA ci parlano del cammino sempre da fare e rinnovare, sorprendente e fecondo, quando le generazioni si cercano, si incontrano, si abbracciano e si parlano. Quanto abbiamo bisogno di riscoprire la ricchezza delle generazioni che stanno insieme e prenderci cura gli uni degli altri. Il NATALE è la festa delle generazioni che si cercano e si arricchiscono a vicenda. Preghiamo perché le generazioni tornino a parlarsi e a sostenersi le une le altre.
DUE MONDI che si spiegano l’uno con l’altro. L’antico e il nuovo testamento, l’Israele e la Chiesa, il Signore Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e GESU’ il figlio di Dio Padre, portatore dello Spirito, fatto umano per noi. C’è come un passaggio di consegne. C’è un vertice raggiunto e una nuova salita incominciata. C’è un cambio di prospettiva radicale: Dio non sta più in alto, ma in basso. Troviamo come riassunto in questo incontro tutti gli incontri tra i popoli del mondo che proprio quando si incontrano, non quando stanno distanti, si arricchiscono vicendevolmente. Il NATALE è festa dei mondi che si incontrano, soprattutto del mondo di Dio che incontra il mondo dell’uomo e lo rinnova. Preghiamo perché possiamo essere sempre aperti all’incontro.
Quanti riflessi belli, quante cose da raccontare e TESTIMONIARE in questo incontro affascinante e misterioso che genera CAMMINI ansiosi per raccontare, SUSSULTI di bambini che stanno per nascere, TRABOCCAMENTI di SPIRITO SANTO che come pioggia scende sulla vita degli uomini e delle donne, BENEDIZIONI su benedizioni perché il bene non può restare chiuso in un solo cuore, GIOIE traboccanti che invadono menti e cuori, le storie di chi si lascia toccare da DIO, BEATITUDINI nuove che i nostri sforzi non riusciranno mai a raggiungere… ma… se anche noi CREDEREMO.
Il NATALE è tutto anticipato e presente in questo incontro ed è quello che ci accadrà e accade continuamente se anche noi, come MARIA, come ELISABETTA, lasceremo che DIO entri nella nostra vita, lasciandogli le chiavi di casa nostra.
Allora abbondanti saranno i doni veri, quelli che durano, quelli che brillano sempre, quelli che cerchiamo tutti in fin dei conti. Non altrove, ma qui, a Natale, nel Natale: facciamogli posto, ormai è qui…