Omelia del 18 novembre 2018
|XXXIII TO/B – UNA STRADA POSSIBILE – Siamo vicini alla conclusione del tempo ordinario della liturgia, che sarà domenica prossima, festa di Cristo Re. Dopo di che torneremo a riprendere il grande cammino liturgico con l’Avvento.
Si sente tutto il sapore della “fine” in questo brano di Vangelo di Marco. Un sapore misterioso, anche un po’ inquietante, con le immagini che ci vengono da quello stile chiamato “apocalittico” che a noi oggi dice poco o per lo meno rischiamo di leggerlo solo in chiave catastrofistica. Sappiamo bene che Bibbia e Vangelo non sono generalmente né “cronaca” di fatti, nel senso giornalistico del termine e nemmeno profezie del futuro nel senso magico o astrologico. Anzi, siamo messi in guardia da questi modi di leggere la Parola, che rischiano di stravolgerla.
In realtà GESU’ sta parlando più di se stesso, del dramma della CROCE. Lui è il SOLE CHE SI OSCURERA’, verranno a mancare i punti di riferimento come sono la LUNA per il calendario e le STELLE per i naviganti. Senza GESU’ i DISCEPOLI resteranno senza “luce”, senza “bussola”, non sapranno dove andare, fino a che non giungerà loro lo SPIRITO SANTO, DIO cioè si manifesterà in modo nuovo con GRANDE POTENZA E GLORIA.
Infatti GESU’ dice anche una cosa molto importante: LE MIE PAROLE NON PASSERANNO. E’ una affermazione fondamentale, importante, decisiva.
E’ su queste “PAROLE” diverse che si fonda la nostra fede, che noi veniamo a Messa, che noi affrontiamo la vita in modo totalmente diverso, pur vivendo la vita nel modo esattamente uguale a tutti: nasciamo, viviamo, ci ammaliamo e moriamo come gli altri; andiamo a scuola, al lavoro, in pensione, come gli altri; ci innamoriamo, ci sposiamo, facciamo famiglia, figli e nipoti, come gli altri… eppure…
Eppure mentre tanta gente vive come se questa vita non finisse mai e poi improvvisamente si trova davanti al muro della morte e non sa perché. A noi è dato un dono e una responsabilità grandi: viviamo la vita consapevoli che è limitata e fragile, che finirà, eppure davanti al muro della morte noi vediamo e crediamo che c’è una porta aperta che si chiama RISURREZIONE, è stata aperta da GESU’ CRISTO, è tenuta aperta dallo SPIRITO SANTO, e dall’altra parte ci attende un abbraccio eterno del PADRE.
Quella PAROLA che è all’origine di tutto, che ha creato le cose (DIO DISSE… E LE COSE FURONO…) continua ad agire e sostenere le cose, il creato, il mondo. Esse sono date a noi per le CUSTODIAMO, ma l’unico modo per farlo è restare fedeli a quella PAROLA che le ha create. Solo così saremo liberi dal grande inganno, dalla grande catastrofe, dalla grande apocalisse che non è fuori di noi, ma è dentro di noi: credere che siamo da soli, che Dio non esiste, che dobbiamo bastare a noi stessi! E allora tutto davvero crolla. Allora tutto torna buio, essere noi riferimento della vita a noi stessi, significa essere senza riferimento, senza bussola, senza direzione di vita.
Quanta gente oggi vive così, e così fatica a trovare il senso della vita, fatica a trovare motivi sufficienti per viverla. E allora l’unica soluzione, perché la vita c’è, incredibilmente c’è, spesso è godere la vita, o pensare di goderla, da soli, per sé, e appena ti accorgi o ti capita che non basta, che non puoi, che è finita, ecco la fine, ecco il farla finita, trascinando con se spesso anche i propri cari, figli, mogli, mariti, in un assurdo vortice di morte.
A noi CREDENTI invece è dato di sapere che la VITA è un dono prezioso e fragile. Il desiderio di vivere, la forza di farlo, il coraggio di non fermarsi nascono dalla fede che ci dona speranza e carità sufficienti. Perché c’è un FIGLIO D’UOMO che è FIGLIO DI DIO, quel CRISTO ASSISO PER SEMPRE ALLA DESTRA DI DIO come ci ha detto l’autore della lettera agli Ebrei, che mostra una luce, una direzione, una porta aperta verso cui siamo e possiamo camminare.
A noi CREDENTI è dato di sapere sulla vita un verità delicata e importante. Non siamo figli del nulla, del caso, di una materia caotica e fredda, ma FIGLI DI UN POPOLO che ha un PADRE e sul quale MICHELE VIGILA. Siamo SALVATI PERCHE’ SUO POPOLO, siamo SCRITTI NEL LIBRO, destinati a RISPLENDERE COME LE STELLE PER SEMPRE come ci ha ricordato il profeta Daniele.
La PAROLA CHE NON PASSA, la PAROLA DI GESU’ è dunque una BUONA NOTIZIA, una grande bella notizia, un VANGELO che ci parla di fiducia, di speranza, che ci propone l’amore, la carità come strade possibile. Chi ci mostra una vita che è dono e che vale sempre di essere vissuta, una morte che non fa paura più di tanto, ma che è porta per un mondo nuovo. E’ tanto? E’ poco? A me basta… e a te?