Omelia del 18 dicembre 2022

4^ domenica del Tempo di Avvento/A – BENEDETTA PROMESSA – Finalmente, possiamo dire così, il Vangelo ci parla del NATALE. Finora ci aveva parlato del BATTISTA… Ma già abbiamo visto qualcuno dei perché… Il Vangelo secondo Matteo, lo sappiamo, segue il racconto dal punto di vista di GIUSEPPE (mentre il Vangelo di Luca segue quello di MARIA!).
Ed è un racconto come sempre provocante. Del resto anche gli altri due, la prima e la seconda lettura della liturgia provocano anche loro in qualche modo. Vediamo questi prima, brevemente:
Nella prima lettura, il profeta Isaia, il grande profeta dell’Avvento, ci presenta quell’episodio che poi sarà citato da Matteo! IL SIGNORE PARLA AD ACAZ e offre al RE, che sta vivendo tempi cupi e duri, di guerra con i propri vicini, un SEGNO DI SPERANZA. Ma ACAZ, e qui c’è la provocazione, ostentando una finta religiosità, lo rifiuta: NON LO CHIEDERO’, NON VOGLIO TENTARE IL SIGNORE. In realtà vuole nascondere la sua poca fede e vuole tenersi le mani libere per i sui sotterfugi che lo porteranno a cercare l’alleanza con l’ASSIRIA che lo dominerà. Ecco una bella prima domanda: Quali sono le nostre finte religiosità? In questo tempo natalizio dobbiamo dire che si sprecano in giro, ma certamente qualcuna fa breccia anche a casa nostra… Luci, babbi natale, regali, cenoni… ma anche Messe di mezzanotte e Messe di Natale: Quanto c’è di vero e quanto di finto? Non tutto sarà finto, ma nemmeno tutto sarà vero… ognuno cerchi almeno di pensarci un poco… e purificare.

C’è poi la seconda lettura, è l’inizio della lettera di San Paolo ai Romani. La provocazione è doppia qui e sta nella struttura del testo. Un inizio e una fine con al centro una grande parentesi…
Prima provocazione: inizio e fine! PAOLO, SERVO DI CRISTO GESU’, APOSTOLO PER CHIAMATA, SCELTO PER ANNUNCIARE IL VANGELO DI DIO… A TUTTI QUELLI CHE SONO A ROMA, AMATI DA DIO E SANTI PER CHIAMATA…
Paolo che scrive ai cristiani romani, e si definisce e li definisce, APOTOLO/SANTI PER CHIAMATA. Ecco la provocazione: non veniamo dal nulla, dal caso, da una carambola cosmica, veniamo da Qualcuno che ci ha chiamato! E scusate, a me piace molto di più così!
Seconda provocazione: la grande parentesi! Il VANGELO DI DIO, una grande PROMESSA – il segno/Messia delle Scritture antiche – che RIGUARDA IL FIGLIO SUO, NATO DAL SEME DI DAVIDE SECONDO LA CARNE…RISORTO DAI MORTI, GESU’ CRISTO… la grande promessa. Siamo dentro una promessa e questa promessa è realizzata/si sta realizzando.

ACAZ non ci ha creduto, PAOLO ci ha creduto… e noi a chi/a cosa crediamo? Mi verrebbe da rispondere: “dimmi come ti sei preparato al Natale e ti dirò se ci credi oppure no…”

E veniamo in fine a GIUSEPPE nel Vangelo di Matteo. Qui non li abbiamo letti i primi 17 versetti, la lunga GENEALOGIA che però ci mette in linea con la promessa, con il segno promesso…
E riprende in questo modo: COSI’ FU GENERATO GESU’ CRISTO… MARIA, INCINTA PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO e di GIUSEPPE a cui era PROMESSA SPOSA. Ecco ancora una provocazione. Il punto di vista di GIUSEPPE è il nostro punto di vista, è il credente che riceve un segno. I segni sono sempre benedetti, ma anche “maledetti”.
– Benedetti perché aprono alla possibilità, diremo alla speranza.
– “Maledetti” perché non ti danno sicurezze, ma solo promesse…
GIUSEPPE siamo noi se restiamo credenti… e oggi la tentazione di molti è invece quella di rinunciare a credere oppure non credere che vale la pena credere. Tanti i giovani… Ma cosa è meglio: “credere di non credere” oppure “fare finta di credere”?
Oggi credere, ma come del resto per GIUSEPPE, è difficile!
La fede è sempre tribolazione: è benedizione, ma anche “maledizione”… Una “maledizione benedetta”. Scusate il gioco di parole volutamente provocanti.
Oggi è diventato maledettamente difficile credere, ma, appunto, lo fu anche per GIUSEPPE. Ma proprio per questo, se ti fidi, se ci fidiamo, non mancheranno i SEGNI e i SOGNI che con i quali il SIGNORE ti aprirà la strada, un cammino, fatto di speranza, non senza altre fatiche, ma promettente, con una meta possibile, visibile, raggiungibile, anche se ancora non posseduta, non vista del tutto, non raggiunta.
Seguiamo GIUSEPPE nella sua benedetta/maledetta provocazione.
Il Figlio c’è, sarà DIO-CON-NOI, EMMANUELE. È un rischio, lo so, ma su quante cose inutili ogni giorno rischiamo la pelle.
Oggi rischiamola per Qualcuno che fa una promessa bella, un Vangelo. Vale la pena.