Omelia del Mercoledì delle Ceneri
|17 febbraio 2021 – QUARESIMA DI FEDE, SPERANZA E CARITA’ – RITORNATE A ME, inizia così la prima lettura, profeta GIOELE, che ogni anno apre il MERCOLEDI DELLE CENERI. San Paolo ai Corinzi suggerisce un’altra immagine: LASCIATEVI RICONCILIARE CON DIO per dire lo stesso concetto.
Lo scorso anno stavamo entrando nel lock down, la chiusura totale a causa della pandemia che ci avrebbe lasciati come pietrificati. Di li a qualche giorno anche le chiese sarebbero state chiuse.
RITORNATE A ME, dunque, LASCIATEVI RICONCILIARE…
Per qualcuno suonano come una minaccia più o meno velata che potremo tradurre così: vedete cosa vi succede se non ritornate a Dio?
E altrettanto provocatoriamente potremo rispondere: SI, è vero!
• Ma non nel senso dei “profeti di sventura” di coloro che hanno bisogno di un DIO minaccioso e vendicativo, sostanzialmente da Antico Testamento.
• È vero piuttosto nell’altro senso, nel senso che “lontani da Dio” siamo smarriti. Siamo senza luce, senza speranza, senza futuro, senza gioia. È il senso di chi ha conosciuto GESU’ e quella vicinanza DIO-UOMO che Lui è venuto a colmare per sempre.
Ma se GESU’ è venuto ed è risorto, come mai facciamo continuamente esperienza di fallimento, di drammi, di ingiustizie? La crisi ecologica, la crisi della pandemia, le crisi delle migrazioni… il mondo è sempre in crisi!
La chiave di lettura, la risposta a questi quesiti la possiamo trovare pensandoci come “sospesi”, in questo mondo, fino a quando saremo in questo mondo, tra un GIA’ e un NON ANCORA.
• Il GIA’ di un GESU’ già risorto,
• Il NON ANCORA, di un cammino non ancora concluso.
Tutta l’umanità, in ogni tempo, è in cammino, sta andando verso il traguardo ma non vi è ancora arrivata. E parafrasando il proverbio possiamo dire: “finché c’è umanità c’è speranza”!
Noi siamo quelli della SPERANZA! Noi siamo nel tempo della speranza. Dio stesso è per noi speranza e per questo, perché nel nostro cuore non manchi questa virtù fondamentale, ci dona le altre 2: FEDE e CARITA’.
Infatti non c’è speranza senza fede e non c’è fede senza carità (cf Messaggio del papa).
Sono le VIRTU’ TEOLOGALI, nel senso che prima di tutto vengono da Dio, sono un dono suo e identificano la vita cristiana, la nostra vita alla sequela di GESU’.
La QUARESIMA è tempo prezioso per verificarle, ravvivarle, consolidarle.
È, come ama dire papa Francesco, opera “artigianale”, dove ognuno ci deve mettere del suo, deve agire, pur insieme a tutti, ma operando un proprio discernimento, facendo le proprie scelte, chiedendosi quali siano i passi che a lui, proprio a lui, il Signore chiede.
Certo possiamo ravviare la FEDE, ravvivare la SPERANZA, ma è soprattutto sulla CARITA’ che possiamo agire, per renderci più conformi alla volontà del Padre, RITORNARE a Lui e da Lui LASCIARCI RICONCILIARE.
Le iniziative comunitarie saranno un’occasione, ma sono poi le scelte personali che faranno la differenza, quanto davvero ci mettiamo in gioco, soprattutto noi, ognuno di noi, con i fratelli che hanno bisogno, che sono il volto di DIO per noi, qui, ora, adesso!
Eccoci così ai 3 impegni tipicamente quaresimali: DIGIUNO, PREGHIERA e CARITA’ che GESU’ stesso ci chiede nel Vangelo.
DIGIUNARE per alimentare la FEDE. Significa farsi poveri volontariamente, almeno un po’ più poveri di qualcosa che possediamo, per riscoprire che è solo di Dio che abbiamo veramente bisogno. Ci sono i digiuni tradizionali, quelli del cibo, ma potremo, anche in modo nuovo, come ci ricorda il papa, digiunare dalle informazioni che a volte compulsivamente, tramite i cellulari, lasciamo che invadano le nostre menti intasandole di informazioni continue e spesso senza controllo.
PREGARE per alimentare la SPERANZA. Significa credere che i nostri errori non sono irreparabili. La preghiera esige speranza. Le parole della preghiera possono e devono generare parole di speranza, di incoraggiamento verso i fratelli: prendiamoci il rischio di dire parole buone, gentili, incoraggianti in questa Quaresima, oltre che a Dio, ai fratelli!
FARE OPERE DI CARITA’, amare i fratelli, considerare tutti fratelli innanzitutto, è il primo amore che possiamo avere. E per essere e considerarci fratelli occorre condividere, anche il poco che abbiamo. Le occasioni non mancano. Ma un impegno lo suggerisco: la carità dello sguardo (come quando ci doniamo la pace ora: che difficile guardarsi negli occhi). Regaliamoci sguardi d’amore. Buona Quaresima!