Omelia del 14 febbraio 2021
|6^ Domenica del Tempo Ordinario/B – LASCIAMOLO FARE – I primi passi di GESU’ nel Vangelo di Marco che stiamo accostando in queste domeniche sono caratterizzati da molte GUARIGIONI. Ognuna porta con se molti significati e provocazioni. Ognuna mostra un tratto del cuore di DIO, che GESU’ è venuto a mostrarci. In ognuna tutti noi siamo invitati a cercare il messaggio che GESU’ ha da dire a noi oggi, in un mondo diverso, ma dove tutto sommato gli uomini e le donne restano gli stessi di sempre.
C’è una indubbia vicinanza tra la nostra pandemia e la malattia della LEBBRA che GESU’ si trova ad affrontare nel brano di oggi. Una malattia contagiosa, una malattia che genera segregazione, distanza, che degrada dal punto di vista della dignità.
Sulla contagiosità e sulla segregazione non c’è molto da aggiungere, sono paralleli che facilmente ognuno di noi può tristemente riconoscere. Sul degrado della dignità oggi lo abbiamo patito come conseguenza ultima del virus Covid-19 che non solo ha costretto solitarie in un letto di ospedale moltissime persone, spesso anziane, avvicinate solo da persone totalmente coperte e irriconoscibili, senza possibilità di carezze, conforti morali e spirituali, ma soprattutto a chi non ce l’ha fatta, ha costretto a sepolture senza possibilità di dignitosa vicinanza al corpo della persona cara che per motivi igienici è stata in fretta chiusa in una bara e nascosta agli occhi dei propri cari.
Delusione e rabbia, sconforto e infinita tristezza certo hanno accompagnato quanti tra noi hanno patito questi passaggi drammatici.
Come non ritrovare nelle vicende di LEBBROSI molte di queste dinamiche. Una malattia che pur avendo minor contagiosità del coronavirus, produceva effetti tremendi nei corpi, e quindi visibili e riconoscibili. Questo generava quella segregazione e distanza, quasi da “morti viventi” dei LEBBROSI che dovevano vivere fuori dei villaggi, segnalare la loro presenza ai viandanti e coprirsi per nascondere le devastazioni fisiche.
È qui che arriva GESU’ e si inserisce. Con i suoi gesti rivoluziona l’approccio col malato, ma in generale con l’umano. È qui che scopriamo l’infinita tenerezza di DIO che non ci lascia soli, non ci lascia mai soli.
Innanzitutto è il LEBBROSO che va da GESU’. Questo ci ricorda una condizione umana imprescindibile: la libertà che diventa anche iniziativa, la fede che non è mai rassegnazione, perché DIO non è mai lontano e passa, passa vicino a noi sempre!
IN GINOCCHIO LO SUPPLICAVA: è la preghiera che coinvolge anche il corpo, tutta la persona, che apre il cuore. Se non apriamo il cuore DIO non può intervenire.
SE VUOI PUOI GUARIRMI: è la vera preghiera. “SE VUOI”, non è mai una pretesa. Al massimo può essere un grido.
La reazione e i gesti di GESU’ sono molto simili a quelli che abbiamo visto domenica scorsa con la SUOCERA DI PIETRO:
NE EBBE COMPASSIONE: il cuore di DIO non è insensibile al dolore umano. Di questo dobbiamo essere sempre certi!
TESE LA MANO: GESU’ riduce la distanza, si avvicina, si fa prossimo lui, l’ultimo passo è sempre di DIO e DIO lo fa sempre!
LO TOCCO’: questo gesto è inaudito, alla luce delle di quanto erano le prescrizioni antiche lette nella prima lettura. Toccare un lebbroso è pericoloso. GESU’ lo fa perché è DIO e DIO è amore e l’amore prende per mano, entra in contatto, unisce la tua vita alla mia.
LO VOGLIO, SII PURIFICATO: sono le parole del miracolo. La Parola di Dio guarisce, rinnova e risana la vita.
Nella seconda parte del testo da notare almeno 4 insegnamenti:
– NON DIRE NIENTE: il silenzio imposto da Gesù (i miracoli da soli non parlano o parlano male, sono segno di un messaggio più grande comprensibile solo dopo la risurrezione).
– VA DAI SACERDOTI: il rispetto delle antiche leggi, la rinnovata e ritrovata dignità che diventa socialità.
– SI MISE A PROCLAMARE: è impossibile tacere, nascondere i doni di Dio, anche se sono comprensibili sono da chi è disponibile, ha il cuore aperto.
– GESU’ NON POTEVA ENTRARE: era considerato pure lui “impuro”, ha accettato di condividere la nostra povertà.
Questo è GESU’, questo è DIO, questo è il NOSTRO DIO. Questo accade sempre, per ogni uomo e donna, per ogni malattia e situazione di vita. Questo è ciò che DIO fa a chi lo lascia fare. Avviciniamolo, lasciamolo fare: è buona notizia per noi e per ogni fratello e sorella.