Omelia del 13 settembre 2020

24^ Domenica del Tempo Ordinario Anno A – 13/09/2020 – IL CUORE DEL CUORE DI DIO – E’ una pagina di Vangelo bella e piena di speranza! Possiamo intitolarla IL CUORE DEL CUORE DI DIO perché qui ci viene dichiarato senza ombra di dubbio la sproporzione davvero esagerata tra la misericordia di Dio verso di noi e la nostra. Non solo sproporzionata, senza proporzioni paragonabili, ma dobbiamo dire: senza limiti!

Si, perché è così. E’ esattamente quello che Gesù voleva comunicarci.

Quanto invece sono evidenti i nostri limiti e quel PRIMO SERVO li mette davvero bene in luce e ci fa anche capire quale è l’unico limite alla misericordia di Dio: SIAMO NOI STESSI! Quando diciamo NO a Dio, Dio non può che rispettare questo no! Farà di tutto per convincerci che non vale la pena, che non ci conviene, ma alla fine tocca a noi aprire il cuore. Come dice un noto testo dell’Apocalisse: “Lui sta alla porta e bussa”. Incessantemente bussa con la sua misericordia, fino alla fine dei nostri giorni, ma non butta mai giù la porta!

E non solo a DIO, possiamo chiudere il nostro cuore alla misericordia di Dio anche quando semplicemente diciamo NO al nostro PROSSIMO, come esattamente fare quel SERVO con il suo collega il SECONDO SERVO della parabola, anche qui con una sproporzione volutamente esagerata, per aiutarci a capire quanto assurda sia la vicenda.

L’amore a Dio e l’amore al prossimo, anche da questa parabola, li scopriamo profondamente intrecciati vicendevolmente!

 

Tutto parte da una domanda di  PIETRO. Siamo ancora nel “discorso sulla Chiesa”, dopo il tema della Correzione fraterna e la preghiera comune, visto domenica scorsa, PIETRO subito pone la questione fondamentale: QUANTE VOLTE DOVRO’ PERDONARE? Perché a vivere insieme, occasioni per ferirsi e quindi perdonarsi sono all’ordine del giorno. E subito anticipa una risposta che probabilmente a lui sembra decisamente in linea col pensiero di GESU’: 7 VOLTE. Come dire abbastanza, ma non troppo.

Ed ecco la sproporzione di GESU’ col suo SETTANTA VOLTE SETTE, che non lascia dubbi sul fatto che voglia dire: SEMPRE!!!

E capiamo bene che sta parlando di DIO. Perché chi può anche solo azzardare di avere la pazienza di arrivare a perdonare tanto? Anche un buon genitore ad un certo punto finisce la pazienza.

Ma DIO è più che un buon genitore. È il Padre di tutti. Lui è amore, Lui è misericordia, Lui è perdono!

Mi fanno sorridere teneramente (perché li capisco) coloro (spesso anziani, ma non solo) che per educazione passata o per semplice constatazione umana, vengono a confessarsi (pochi) o a parlare con me e mi dicono: “Chissà se Dio mi perdona?” Oppure più esplicitamente: “Dio non può perdonarmi!” Senza accorgersi che così rischiano (ovviamente non è così perché non ne sono pienamente consapevoli) di fare un peccato ancora più grande: di superbia e di ignoranza.

Certo è vero che la conclusione di GESU’ è impegnativa: ANCHE IL MIO PADRE CELESTE FARA’ CON VOI SE NON PERDONERETE DI CUORE, CIASCUNO AL PROPRIO FRATELLO.

Tanti con questa frase concludono erroneamente: “io non riesco a perdonare, quindi Dio non mi perdona”. Ma dimenticando la CROCE, dove GESU’ si è fatto nostro servo e si è lasciato gettare in prigione al posto nostro a causa dei nostri “debiti”. Nella CROCE tutti i peccati sono già perdonati. Ciò che manca, ripeto è il nostro SI, l’accettazione!

Per cui la questione non è tanto: “devo perdonare il mio fratello se no Dio non mi perdona”, quanto piuttosto: “devo coltivare un rapporto con Dio tanto da essere così certo del suo amore misericordioso, che, se anche (ed è spesso) non riesco a perdonare il mio fratello, io ci proverò sempre”, 70 volte 7, appunto, o almeno lo desidererò, o almeno pregherò. Qualcosa posso sempre farlo, anche se non riuscirò a farlo mai fino in fondo e questo a Dio basta! Perchè quello che resta è il Suo amore per me e quello che mi viene chiesto è di credere che il Suo amore è misericordioso ed è infinito.

Alla fine la FEDE è tutta qui: credere nell’amore misericordioso e senza fine di Dio. Il resto viene di conseguenza.

Ecco allora le affermazione di San Paolo ai Romani: NESSUNO VIVE PER SE STESSO, NESSUNO MUORE PER SE STESSO… MA PER DIO… SIGNORE DEI MORTI E DEI VIVI. E l’anticipo del Siracide: RICORDATI DELLA FINE E SEMETTI DI ODIARE… RESTA FEDELE AI COMANDAMENTI… PER LA TUA PREGHIERA TI SARANNO RIMESSI I PECCATI. Grazie Signore!