Omelia del 13 giugno 2022

Festa di Sant’Antonio: FRATERNITA’ E PACE – Lo scorso anno, ancora dentro l’emergenza per il secondo anno consecutivo, certamente sognavamo di onorare il nostro SANT’ANTONIO quest’anno, che è il terzo con la pandemia, in un clima di normalità, dal punto di vista sanitario, pur capendo ormai – allora – che non c’era più da illudersi troppo. Ora questa normalità, anche se non raggiunta, certo si sta avvicinando e quest’anno stiamo onorando il nostro SANTO in un clima certamente più sereno dal punto di vista sanitario.
Non immaginavamo, ingenuamente o colpevolmente (giudicherà il Signore), di vivere la festa sotto un clima diverso, improvvisamente diventato di nuovo carico di nuvole nere, quelle però della guerra che dal 24 febbraio scorso si sono accumulate sui cieli ucraini, causate dall’insensata e colpevole aggressione russa, e che presto si sono diffuse su tutto il continente europeo e, attraverso le tante connessioni, non ultima quella della crisi del grano, su tutto il mondo, in particolare sul terzo mondo, quello povero, soprattutto africano.
Nuvole di guerra che in realtà non hanno mai abbandonato i cieli di questo nostro mondo, solo che la nostra colpevole, questa si tale, indifferenza, unita a mezzi di comunicazione di parte e limitanti, ci facevano pensare di vivere in un mondo in pace dove in realtà pace non c’era. Così come prima pensavamo di vivere in un mondo sano quando invece era malato.

Per questo, instancabili, ci mettiamo ai Tuoi piedi SANT’ANTONIO, per chiedere umilmente la Tua intercessione, perché non manchi nel nostro cuore il desiderio di FRATERNITA’ che è il primo passo per poi chiedere autenticamente, e non in modo utilitaristico, la PACE.
Cosa vuol dire legare la PACE alla FRATERNITÀ?
• Chiedere PACE non solo per noi stessi, ma chiederla anche per tutti quei popoli, non solo ucraini, che pace non hanno, non solo in questi mesi, ma da anni, o addirittura decenni. Sant’Antonio: con Te chiediamo pace per tutti.
• Chiedere PACE con il coraggio di fare un esame di coscienza per chiederci anche se noi siamo costruttori di pace nel nostro contesto familiare o paesano o nella nostra mentalità. Sant’Antonio: con Te riconosciamo le nostre colpe contro la pace.
• Chiedere PACE con l’impegno a cambiamenti materiali e conversioni spirituali, dove creare condizioni per una giustizia tra i popoli, sui mezzi di sussistenza, sulla distribuzione della ricchezza e delle opportunità di sviluppo. Sant’Antonio: intercedi perché possiamo cambiare qualcosa.

Per questo ricorriamo al SANTO, dunque: ci rendiamo conto che la PACE è complessa, complicata, piena di sfaccettature, delicata, preziosa, alta e profonda insieme e noi non siamo nemmeno capaci di immaginarla veramente.
Abbiamo bisogno di uno sguardo puro e disinteressato, uno sguardo che abbia quello strabismo che solo i SANTI hanno, che è lo strabismo di GESU’, il FIGLIO DI DIO FATTO UOMO, che contemporaneamente sa guardare in basso e in altro, a destra e a sinistra, sa abbracciare con il suo sguardo l’orizzonte finito dell’umanità e quello infinito di Dio, che va oltre gli interessi di parte, l’utilitarismo dei singoli o dei popoli, che davvero, davvero, sa considerare FRATELLI TUTTI, davvero tutti gli uomini e le donne che vivono su questo mondo.

Aiutaci, prega Tu per noi, SANT’ANTONIO, perché possiamo avere questo doppio sguardo, perché la FRATELLANZA e la SORELLANZA non siano parole vuote, ma generatrici di una condizione vera e duratura, unica capace di rendere vera e concreta l’altra parola che qui, oggi, stiamo pronunciando sotto forma di desiderio e di preghiera: PACE, PACE, PACE.

È questo ciò che il SIGNORE ci chiede e con i Santi ci mostra.
Questa è la SAPIENZA di cui ci ha parlato la prima lettura, dall’omonimo libro, che ci viene donata, non per essere superiori, ma per essere umilmente a servizio del mondo e di tutti: TESORO INESAURIBILE PER GLI UOMINI.
Questa è la GRAZIA di cui ci ha parlato Paolo nella lettera agli Efesini, che è DONO DI CRISTO, che possiede infinite sfaccettature, tanti quanti sono gli uomini e le donne di questo mondo, perché ognuno possa fare la sua parte per EDIFICARE IL CORPO DI CRISTO.
Questi sono i SEGNI affidati a coloro che, ce lo ricorda nel finale del Vangelo di Marco che abbiamo appena ascoltato, che ci vengono chiesti.

SANT’ANTONIO ha accolto queste richieste e le ha vissute per sé e per tanti fratelli e sorelle. Ora continui la Sua grande intercessione perché anche noi possiamo rispondere allo stesso modo e contribuire a fare di questo mondo un luogo di PACE e FRATERNITA’, per tutti.