Omelia del 13 agosto 2023
|19^ Domenica del Tempo Ordinario/A – UNA FEDE “MIMETIZZATA” – Non è difficile vedere in quella BARCA AGITATA DALLE ONDE E DAL VENTO, la Chiesa agitata dagli scandali, gli insuccessi, il declino e ancora di più probabilmente la nostra vita agitata dalle fatiche, dalle tribolazioni, dai problemi, dalle ansie, dalle preoccupazioni.
Così pure non è difficile notare che anche noi come ELIA, il grande profeta che ha appena sconfitto i 400 sacerdoti della Regina Gezabele, devota al Dio Baal, siamo più propensi a cercare Dio nel VENTO IMPETUOSO, nel TERREMOTO, nel FUOCO, negli eventi grandiosi e magari anche “castigatori” invece che nella BREZZA LEGGERA, che arriva per ultima davanti alla grotta di ELIA.
Quanta strada abbiamo ancora da fare per accettare il DIO di GESÙ, colui che è IL FIGLIO, che da una parte domina gli eventi come un MARE AGITATO, dall’altro si presenta mite come una BREZZA LEGGERA.
È la fatica che Paolo descrive nella seconda lettura, riguardante il popolo dei suoi connazionali, gli ISRAELITI, portatori di tanti privilegi, ma nonostante questo, incapaci di riconoscere in GESÙ, DIO BENEDETTO NEI SECOLI e restare chiusi nelle loro presunzioni.
La fede è sempre anche un salto, sempre da compiere, da una parte per affidarci alla Potenza di Dio che ci salva, solo Lui; e dall’altro per credere in questa Potenza si presenta spesso “debole”, quasi sempre non cerca immagini forti e potenti, ma preferisce nascondersi, mimetizzarsi.
Una fede mimetizzata, ecco cosa ci viene proposto.
Non per nascondersi paurosa e codarda, quanto piuttosto per essere più vera e capace di essere accolta con libertà e non per costrizione e imposizione.
• Una fede mimetizzata perché sa parlare la lingua degli uomini e delle donne di ogni epoca e quindi anche quella difficile e indifferente dell’umanità di oggi, in mezzo alle tante altre “fedi” che sembrano più forti e convincenti, le famose 3 “s” che diventano 5: scienza, sesso, soldi a cui aggiungere sport e salute, soprattutto in Occidente.
• Una fede mimetizzata, nel senso che non ha paura di confrontarsi e di vivere accanto ad altre fedi e religioni, perché non è il suo essere vincente a renderla più vera.
• Una fede mimetizzata perché sa stare accanto alla poca fede o alla non fede di tanti cristiani senza giudicare, senza stare a guardare, senza indifferenza, ma sapendo coinvolgersi, interessarsi, stare accanto.
Una fede che comunque e proprio perché mimetizzata, resta capace di proporre tutto il Cristo a tutti, ma non nello stile del vento distruttore, del terremoto o del fuoco divoratore, ma quello della brezza leggera, della carezza, o del saper camminare accanto anche in acque agitate, sapendo allungare con prontezza la mano quando è necessario e quando è richiesto. Ma per farlo devi essere accanto sempre, con una fede forte e consapevole, solo così sarai pronto, come GESÙ, ad allungare la mano quando sara necessario, al momento giusto, senza dire te l’avevo detto, perché probabilmente, come PIETRO, a turno anche noi affondiamo ogni tanto o forse ogni spesso.
Siamo sempre di più chiamati ad essere lievito del mondo, non tanto, credo, per aggiungere qualcosa, ma per aiutare tutti a raggiungere quel centuplo, quella pienezza possibile qui sulla terra, quella forma, quella bellezza, che ti possono far dire: ho reso questo mondo migliore, almeno il mio metro quadrato. Da credente o anche da non credente. Perché ho permesso alla BREZZA DI DIO o alla sua MANO di raggiungermi o di raggiungere qualche fratello e sorella inconsapevole. E facendo così quella BREZZA e quella MANO hanno raggiunto anche me. Così insieme abbiamo raggiunto la riva e per tutti è iniziata la festa.