Omelia del 10 novembre 2019

XXXII Domenica del Tempo Ordinario/C – VIVERE E AMARE PER SEMPRE – Nelle ultime domeniche abbiamo parlato del VIAGGIO DI GESU’ A GERUSALEMME, ora troviamo GESU’ in città alle prese con le autorità religiose, con le quali polemizza e che lo porteranno alla condanna. L’Anno Liturgico si concluderà a breve proprio con questa ultima tappa, preludio della PASQUA. Poi l’Anno Liturgico riprende il suo cammino, portandoci a meditare di nuovo le 3 fasi della vita di Gesù: nascita, predicazione e morte-risurrezione che ogni anno torniamo a contemplare e che danno il ritmo dell’Anno Liturgico stesso: Tempo di Avvento/Natale, tempo Ordinario, tempo di Quaresima/Pasqua.
Quello di oggi è il 1° scontro a GERUSALEMME con uno dei gruppi più agguerriti: i SADDUCEI. La loro caratteristica è di non credere alla Risurrezione perché si fermavano ai primi 5 libri della Bibbia (il così detto Pentateuco) dove, affermavano, non si parlava di risurrezione.
Li troviamo a discutere con GESU’, tentando di difendere la loro tesi con questa storia surreale, ma non inverosimile: esisteva infatti quella legge, il così detto “levirato” che aveva lo scopo di conservare il nome di una famiglia e la discendenza a tutti i costi.
Come sempre GESU’ coglie l’occasione per darci degli insegnamenti, arricchendo continuamente la nostra idea di Dio e del nostro destino.
Il primo è questo: IL DIO DI GESU’ E’ DEI VIVENTI E NOI VIVREMO. E’ la buona notizia del Vangelo di cui tutti abbiamo sempre bisogno. Cos’è che desideriamo di più se non “vivere” e “vivere bene” e “vivere sempre”.
La vita la desideriamo tutti e tanto. Solo quando diventa carica di ingiustizie e sofferenze, a volte, diventa insopportabile: una malattia incurabile, una solitudine insuperabile, una ingiustizia invincibile. Queste sono le situazioni che ci fanno odiare la vita, che invece normalmente saremo portati ad amare.
Poi però comunque, per tutti, senza eccezione c’è la morte. La vita ha un limite invalicabile comunque. E anche questo ci pesa, è duro da accettare, perché nel nostro cuore sentiamo tutti, chi più chi meno, che il nostro desiderio è di una vita più grande. E questa vita non ci basta. E GESU’ conferma.
Come noi desideriamo vita, così DIO è DIO DELLA VITA!
GESU’ lo dimostra ai SADDUCEI, quando fa loro notare che anche nei primi libri della Bibbia, contrariamente a quanto loro pensano, si parla di vita e cita l’episodio del ROVETO ARDENTE, dove DIO risponde a MOSE’ proprio così: ESSERE DIO DI ABRAMO, ISACCO E GIACOBBE, parlando di loro come a dei viventi e non a dei morti.
Un secondo insegnamento: I FIGLI DI QUESTO MONDO PRENDONO MOGLIE E MARITO.
Mi sembra di riconoscere un grande invito al MATRIMONIO che è anche un grande invito all’AMORE. Cosa desideriamo di più oltre alla VITA, se non l’AMORE. Lo desideriamo e lo cerchiamo in tutti i modi. Il sacramento, per noi cristiani, è dono di Dio per vivere la chiamata all’amore in modo grande. Da soli non si può vivere! Nemmeno che non si sposa. Ma lo sposarsi è il segno che ci dice la strada, la direzione di vita che Dio ha pensato per noi: INSIEME. Insieme con l’aiuto di Dio. PRENDERE MOGLIE E MARITO significa camminare insieme, uomo e donna e camminare con Dio su questa terra. Solo così l’amore sarà davvero al massimo, secondo la sua IMMAGINE che è DIO. Solo così la felicità potrà sbocciare, come anticipo in questa vita.
Il matrimonio come gli altri sacramenti sono per vivere e amare bene in questa vita nei suoi momenti più belli e più difficili: nascere (Battesimo), crescere (Cresima), vivere (Eucaristia), amare i fratelli (Matrimonio), amare Dio (Ordine sacro), sbagliare (Confessione), ammalarsi (Unzione infermi).
Infine il terzo insegnamento che ci aiuta a guardare oltre: nella VITA FUTURA E RISORTA NON SI PRENDE NE’ MOGLIE NE’ MARITO. Potremo aggiungere non servono più i sacramenti. La vita avrà superato i suoi limiti, sarà immersa nel mare d’amore che è il cuore di Dio e li saremo nella felicità piena e duratura. Ciò che abbiamo vissuto in questa terra non andrà perso, le persone amate non saranno perse: saremo in una pienezza d’amore grande e infinita. Questa è la notizia più bella. Grazie Signore.