Omelia del 10 luglio 2022

XV domenica del Tempo Ordinario/C – OLTRE –
Non c’è dubbio che questa pagina di Vangelo, dove GESU’ continua il suo catechismo ai DISCEPOLI (e quindi a noi), nel suo VIAGGIO verso GERUSALEMME, incontriamo uno degli insegnamenti fondamentali, che possiamo riassumere con una parola che insieme ci dice lo sbagliato a cui siamo messi in guardia e il giusto a cui siamo chiamati per essere veri DISCEPOLI: questa parola è OLTRE.
Lo sbagliato non c’è dubbio sta nel PASSARE OLTRE del SACERDOTE e del LEVITA. In questo caso significa ignorare il fratello, significa non vedere in lui i tratti di quell’unico Dio che ci rende tutti fratelli, belli o brutti che siamo, sani o feriti, vittime o carnefici, bianchi o neri, buoni o cattivi…
Il giusto lo troviamo, come ben sappiamo, in chi non ti aspetti, il SAMARITANO, straniero e per giunta eretico, di religione “sbagliata”… il suo “OLTRE” va in un altro senso. Lui, appunto, VIDE E NE EBBE COMPASSIONE, andò “OLTRE” le apparenze, e vede quello che gli altri non vedono: un uomo che soffre e quindi da aiutare. Cosa c’è di più semplice e naturale.

Eppure sappiamo bene tutti che questo OLTRE ci perseguita.
Quanto è facile continuare a cadere nel primo evitando il secondo: lo vediamo nella cronaca quando chi provoca un incidente e fugge (siamo proprio così sicuri che se capitasse a noi ci fermeremo?), nei femminicidi dove l’altro, in questo caso sempre l’altra, viene addirittura uccisa per non vedere l’oltre, ma per restare a situazioni meno drammatiche, nei dibattiti televisivi e di tanta politica, nei nostri rapporti quotidiani quando siamo al semaforo o in fila al supermercato… e potremo continuare…
OLTRE i nostri interessi, i nostri punti di vista, le apparenze o le appartenenze degli altri, per riconoscere l’umano che c’è in ogni persona, ma possiamo aggiungere anche la “creatura” che c’è negli animali, nei vegetali, nelle risorse della terra, nei territori, nell’acqua come nella montagna… andare OLTRE i nostri interessi e pensare a quelli di tutti, tutti gli abitanti della terra, quelli di oggi e quelli di domani!
OLTRE il nostro tornaconto, cercando di fare la nostra parte… senza aspettare sempre che sia l’altro a fare il primo passo (troppo comodo).

Il DIO di GESU’, il DIO che ci mostra e che ci insegna GESU’, il DIO che è GESU’, è un DIO dell’OLTRE. E bene ci ricorda l’autore del Deuteronomio quando ci dice che NON E’ TROPPO ALTO NE’ TROPPO LONTANO questo “oltre”…
Se non altro perché, come aggiunge San Paolo ai Colossesi, quel DIO alto e lontano, INVISIBILE, si è fatto uomo in GESU’. In quel GESU’ in carne e ossa che ha camminato, mangiato, parlato, gioito e sofferto, guarito e patito, ed è morto sulla croce, proprio in quel GESU’ DIO c’è, DIO è andato OLTRE se stesso, oltre i suoi e i nostri limiti creando un contatto.
Non un cortocircuito che fa morire, ma un bypass che fa vivere!
E’ PIACIUTI A DIO CHE ABITI IN GESU’ TUTTA LA PIENEZZA DI DIO PERCHE’ SIANO RICONCILIATE TUTTE LE COSE NELLA TERRA E NEI CIELI…

E allora impariamo quell’OLTRE, viviamo quell’OLTRE, concretizziamo quell’OLTRE nella nostra vita quotidiana.
Smettiamo di passare OLTRE e costringiamoci sempre, sempre, sempre a vedere OLTRE ogni apparenza per AMARE.
Come? Basta rileggere lentamente la parabola e applicare i VERBI: vedere, compatire, avvicinare, fasciare, versare, caricare, portare, curare, pagare…
Sono i verbi dell’AMORE appunto, l’AMORE non teorico. SACERDOTE e LEVITA conoscevano bene la teoria, ma non si sono fermati. Avevano fretta, avevano tante cose da fare, avevano un ruolo da garantire. L’AMORE è sempre pratico, concreto o non è. Quel SAMARITANO mette in pratica i verbi dell’AMORE. Facciamolo ogni giorno anche noi.
Ecco un ultimo OLTRE necessario. Dalla DOMANDA del DOTTORE DELLA LEGGE: CHI E’ MIO PROSSIMO? Alla RISPOSTA di GESU’: CHI E’ STATO PROSSIMO?
Andare OTLRE la teoria per arrivare alla pratica dell’amore. Chi ci prova non solo è come CRISTO, cristiano, ma EREDITERA’ LA VITA ETERNA.