Omelia 8 novembre 2015

32^ Domenica/B                                                                08/11/2015

PICCOLI MA GRANDI

Sembrerebbe che dopo i SANTI, i campioni, il punto più alto, si scenda in basso con i brani della Scrittura di oggi. Siamo di fronte a due VEDOVE, due povere donne, la prima, incontrata da ELIA nella prima lettura è anche STRANIERA, infatti è di SAREPTA, un paese situato nel territorio di quello che oggi chiamiamo Libano, fuori del territorio d’Israele, la seconda, nelVangelo, è vista da Gesù mentre fa la sua misera offerta al Tempio.

Oppure il confronto tra la grandezza del profeta ELIA e quella di GESU’ così come la lettera agli ebrei ce lo propone e lapiccolezza degli uomini religiosi del tempo, in questo caso gli SCRIBI che si vantano, cercano i primi posti, disprezzano e sfruttano i poveri e le vedove.

Poche righe, poche parole per raccontarci la grandezza del cuore di Dio che appare come in controluce a partire dal gesto di totale fiducia che queste vedove manifestano e che Gesù realizza nel suo unico e grande sacrificio e che gli scribi in questo caso non comprendono, anzi disprezzano.

 

Ce n’è abbastanza per ringraziare il Signore. Si, la nostra piccolezza, la nostra bassezza, non hanno impedito a Dio di farsi nostro vicino, di essere provvidente, di amarci con tutto il suo cuore. Dio non ha abbandonato quelle due vedove, non abbandonerà noi. Ne quando siamo poveri e di poveri ne abbiamo molti anche vicino a noi e c’è tanta povertà anche nei nostri cuori. Dio non ci abbandona se ci affidiamo a Lui, se ci pentiamo dei nostri  errori. C’è sempre di che ringraziarlo. La fede è ringraziamento, significa riconoscere sempre la Sua mano aperta e premurosa per noi.

C’è n’è abbastanza per fare un ennesimo esame di coscienza per capire quanto degli scribi c’è in noi. Anche nella Chiesa troviamo ancora molto degli scribi, ma lo troviamo anche nel nostro cuore. Certo siamo tutti pronti a crocifiggere il politico di turno, l’ecclesiastico di turno, il delinquente di turno, lo straniero di turno. Si dice proprio crocifiggere perché è quello che hanno fatto a Gesù. Così crocifiggendo loro torniamo a crocifiggere Gesù. Non dobbiamo mai dimenticare che Gesù ebbe anche a dire: “chi ha peccato scagli la prima pietra”.

E se abbiamo anche il dovere civile di farci una idea, di indignarci, non dobbiamo dimenticare che non dobbiamo basarci sui titoli dei giornali, sull’urlo dei politici, sul commento a botta calda che facciamo al bar o al mercato, ma sempre avere la pazienza e l’umiltà di informarci bene prima di tirare delle conclusioni. E soprattutto dobbiamo sempre esaminare anche il nostro cuore. Chi urla troppo contro gli altri spesso è per nascondere le macchie e le brutture di se stesso e del suo cuore. Siamo così innocenti e giusti noi?

 

Chiediamo a Dio l’umiltà di quelle vedove, chiediamo a Dio che non abbandoni nessuno perché tutti possiamo continuamente ripartire dal basso in cui siamo per risalire, per essere trasportati in alto. Ma non dalle nostre forze, ma dalla sua bontà.

Una volta sola Gesù ha dato se stesso per la nostra salvezza e quella sola volta è più che sufficiente perché tutta l’umanità ne abbia un continuo beneficio. Ma occorre rompere le catene del nostro egoismo, della nostra freddezza, del nostro restare chiusi nei nostri giudizi, nelle nostre pretese di verità e di giustizia.

QUELLA VEDOVA HA GETTATO PIU’ DI TUTTI. Noi cosa gettiamo nel tesoro che è la vita di Dio? Come rispondiamo? Come ci comportiamo?

Siamo alla vigilia dell’anno santo della Misericordia. Sia occasione per tutti di sentire la dolce carezza di un Dio che ci ama alla follia, ma proprio per questo chiede di essere incontrato nella verità. Dicevano i Padri della Chiesa che solo ciò che è assunto da Gesù è salvato, infatti Gesù si è fatto veramente uomo per salvare tutto l’uomo. Quel “veramente uomo” che sarà oggetto di approfondimento a Firenze dalla Chiesa italiana, ci sta a dire il confine di fronte al quale Dio si ferma, di fronte al quale noi dobbiamo fare la nostra parte.

Dio cancella il peccato, ma a noi spetta, a capo chino, con le mani nel petto e la cenere sulla testa, dire: sono piccolo, sono basso, sono peccatore. Se lo faremo davanti a Lui (ecco anche il senso della Confessione e dei pellegrinaggi) Lui ci perdonerà, ci innalzerà, ci farà grandi, anche se presentiamo solo SPICCIOLI.